Cosa vedere a Mostar

La città di Mostar, che si trova in Bosnia Erzegovina a circa 130 km dalla capitale Sarajevo, come lei, porta ancora molti segni della guerra che ha visto coinvolte le zone della Ex Jugoslavia soprattutto tra il 1992 e gli inizi del 1994. La città, prende il nome dal suo celebre ponte in pietra, lo Stari Most, che ancora oggi è il suo più importante simbolo. Lo Stari Most però, il 9 novembre 1993, venne completamente distrutto dall’artiglieria croata. Solo nel 2004 fu completata la sua ricostruzione, e nel 2005, assieme alla Città Vecchia di Mostar, è stato iscritto nella lista dei siti dichiarati Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Tra le principali attrazioni che portano qui i tanti turisti spesso di passaggio per raggiungere la capitale, oltre appunto al famoso ponte, ci sono i due musei all’interno delle torri, lo Stari Most Museum e la War photo exhibition.

Sempre nella zona intorno poi, non perdete le numerose chiese e moschee, tra cui la  Moschea di Karađoz Bey, la Koski Mehmed Pasha Mosque, la Cattedrale di Santa Maria Madre di Dio, il Monastero francescano e il Ponte Storto, risalente alla stessa epoca del più famoso ponte cittadino, anche lui però ricostruito, e che sovrasta il fiume Neretva.

Personalmente, vi consiglio di allontanarvi un pochino dal centro, a piedi in direzione della Spanish Square, dove potrete vedere ancora molti edifici distrutti durante la guerra, muri pieni di colpi di arma da fuoco, e molti cimiteri improvvisati nei piccoli giardini e parchi cittadini.

Tante bellezze in una città, che porta ancora i segni della guerra

Cattedrale di Santa Maria

La Cattedrale di Santa Maria Madre di Dio, risalente al 1974, è sede della diocesi di Mostar-Duvno, ed è un edificio che si presenta in uno stile moderno. La Cattedrale, il cui interno risulta riccamente decorato con vetrate e mosaici, fu uno degli edifici che venne gravemente danneggiato durante la guerra dei Balcani, e venne ricostruito in seguito.

Bosnaseum

Il Bosnaseum è situato nel cuore del centro storico della città, ed è un museo etnologico sulla storia e sulle tradizioni popolari bosniache. Questo interessante museo mostra anche, attraverso un video documentario, il periodo di guerra e in particolare il crollo di Stari Most, ed è anche ricco di vestiti tradizionali appartenenti ad epoche diverse.

War Photo Exhibition

La War Photo Exhibition, è un’interessante mostra fotografica  disposta su più piani che documenta e testimonia l’atrocità e l’orrore della guerra dei Balcani degli anni 90 del Novecento. Le fotografie esposte sono tutte del fotografo Wade Goddard, il quale seppe cogliere l’essenza delle condizioni disastrose della città di Mostar e dei suoi abitanti.

Vecchie case

Le Vecchie case con i segni della guerra. Mostar è una città che, durante la guerra dei Balcani degli anni ’90, soffrì molto a causa dei bombardamenti e di tutti gli orrori che la guerra portò dietro di sé, e le vecchie case con i segni di guerra testimoniano quanto tutto ciò sia stato devastante. 

Koski Mehmed Pasha

La bella moschea di Koski Mehmed Pasha, situata nel centro storico della città e risalente al 1617, è costruita interamente in pietra bianca, e ha una grande cupola celeste che non passa inosservata. 

Spanish Square

La Spanish Square, è una graziosa e pittoresca piazzetta che si trova nella parte moderna di Mostar, vicino al centro storico. In questa piazza spicca la presenza del vecchio ginnasio che si distingue per la grandezza e per il colore arancione vivo, e sono presenti anche degli edifici vecchi martoriati dalla guerra.

Moschea di Karađoz Bey

La Moschea di Karađoz Bey, risalente al 1557, è considerata la moschea più importante della città e risulta circondata da un muretto di cinta in pietra. Purtroppo, nel corso degli anni fu gravemente danneggiata soprattutto durante la seconda guerra mondiale e durante la guerra dei Balcani, e venne riaperta al culto solamente nel 2004.

chiesa cattolica

La chiesa cattolica, che fa parte del complesso che comprende anche il Monastero Francescano, vanta il campanile più alto della Bosnia Erzegovina, e si trova non molto lontano dallo Stari Grad. Questa chiesa venne più volte distrutta e ricostruita nel corso degli anni, ma ha avuto sempre la particolarità di integrarsi perfettamente nel panorama cittadino.

Stari Most Museum

Lo Stari Most Museum è il museo dedicato allo Stari Most, e si trova sul lato opposto del ponte. Questo museo si divide in due sezioni: la prima è dedicata alla costruzione del ponte e alla sua storia coinvolgente, mentre la seconda è costituita dagli scavi archeologici rinvenuti sotto il ponte stesso.

Kujundžiluk

Il Kujundžiluk è un meraviglioso e coloratissimo quartiere musulmano situato nel centro storico, che si sviluppa lungo una stretta via acciottolata piena di botteghe artigianali e negozietti in cui si può trovare davvero di tutto. La “via dell’oro” (come viene chiamata) sembra un vero e proprio bazar orientale, e le sue circa 500 botteghe rendono questo luogo molto suggestivo e pittoresco, pieno di souvenir di tutti i tipi per i turisti.

Kriva Cuprija

Il Kriva Cuprija (o Ponte Storto) è un piccolo e suggestivo ponte in pietra bianca che, secondo la leggenda, fu il modello a cui ci si ispirò per la realizzazione dello Stari Most, ed è considerato quindi il monumento architettonico più antico risalente al periodo ottomano. Questo ponte si trova in una zona appartata rispetto all’affollato centro storico, caratterizzata dalla presenza di casette in pietra bianca e ristoranti tipici.

Stari Most

L’imponente ed elegante Stari Most, costruito in pietra bianca a partire dal 1557, è un ponte largo 4mt e lungo 30mt che costituisce l’attrazione principale della città, ed è anche patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Questa meraviglia architettonica,  distrutta dai bombardamenti durante la  guerra dei Balcani del 1993 e ricostruita nei primi anni del duemila, è utilizzato dal XVII secolo per le gare di tuffi.

Mostar, una città che è rimasta come sospesa nel tempo

Questa città della Bosnia Erzegovina è una di quelle città che lasciano dentro tanti ricordi e tante emozioni contrastanti. Io ricordo ancora come se fosse oggi la bellezza di arrivare dal quartiere Kujundžiluk e trovarsi davanti il bel panorama del ponte in fondo alla leggera discesa, lungo la strada che sembrava di un borgo antico.

Però ricordo anche i piccoli parchi cittadini, pieni di lapidi che riportavano la stessa data di morte, o comunque di giorni che si distanziavano di massimo 1 giorno da quello affianco e le case con i segni dei bombardamenti o dei colpi di mitragliatrice.

In conclusione, Mostar è una città che insegna molto, che si fa amare per quello che è e per quello che ha passato. Io consiglio da parte mia, di visitarla almeno una volta nella vita, magari dopo essere stati un paio di giorni a Medjugorje, e prima di raggiungere Sarajevo.

Buon Viaggio.