Poca luce filtra dalla tenda della mia stanza, e un profumo di caffè arriva dal corridoio, dove qualcuno degli altri ospiti, sta facendo una veloce colazione prima di uscire. Anche io stamattina vorrei uscire a un’ora decente, quindi approfitto del dolce risveglio per andare a farmi una doccia, vestirmi, prepararmi e uscire. Sono da poco passate le 9:30, quando metto piede fuori dal mio appartamento, diretto al negozio di Massimo, per prendere accordi per il pomeriggio, e stampare i biglietti per la partita di Rugby prima di incamminarmi verso Campo de Fiori.
Oggi infatti, è il 22 Febbraio, e alle 15:15 abbiamo appuntamento in Tribuna Monte Mario Vip dello Stadio Olimpico, per la terza sfida del torneo 6 Nazioni di rugby, tra la nostra nazionale italiana e l’equipe della Scozia. Considerando il tempo per raggiungere lo stadio, fare qualche foto all’esterno con i tifosi scozzesi, cercare alle bancarelle la sciarpa celebrativa dell’incontro (che acquisto sempre) metà italiana e metà della squadra avversaria, con la data e il luogo della sfida, sarebbe l’ideale partire dal negozio intorno alle 13:30.

Presi tutti gli accordi e stampati i biglietti, posso finalmente incamminarmi verso uno del luoghi più iconici di Roma, uno dei più famosi, dei più colorati e spensierati della capitale, con tante bancarelle che vendono generi alimentari, e a mio avviso, troppo poche che ancora vendono fiori. In neanche mezz’ora di passeggiata molto tranquilla, sono a Campo de Fiori, accolto dalla vita della piazza e dai colori che prendono il sopravvento. Tante le bancarelle di frutta e verdura coloratissime, così come le bancarelle che vendono limoncello e altri alcolici di tantissimi colori, e quelli che vendono le spezie e il peperoncini. Diversi banchi poi, vendono sacchetti di riso e pasta completi di condimento disidratato, in una ventina di gusti diversi e altri invece hanno profumati banchetti di formaggi soprattutto stagionati, che si possono sentire già in lontananza.
Tra una cosa e l’altra, mi fermo in un piccolo banchetto, dove un simpatico signore, prepara artigianalmente, braccialetti, portachiavi, e altri gadget in cuoio, su cui poi, grazie a una pressa manuale e degli stampini, punzona scritte e simboli. Ne approfitto per farmi preparare due bellissimi braccialetti con la scritta “Roma”, che con tinture apposta per il cuoio, mi colora, uno di nero con stampigliato il simbolo romano SPQR, e l’altro metà rosso e metà giallo coi colori della città di Roma, con il Colosseo anch’esso abbinato alla sigla SPQR.

Molto bello il risultato, che sarà sicuramente apprezzato da Carlo, il signore a cui ho intenzione di regalarli, che faceva parte insieme alla moglie Paola, della gita a Praga di Gennaio, e del viaggio a Barcellona di Novembre, che trovate tra le precedenti pagine di questo blog, molto appassionato di Roma città e della storia dell’antica Roma oltre che della civiltà egizia.
Finito con i braccialetti, sento un fantastico profumo che riconosco essere di una forma di pecorino romano, proveniente da una bancarella non distante. Mi avvicino, scatto una bella foto al banco chiedendo prima l’autorizzazione al responsabile, come sempre dovrebbe avvenire prima di fotografare qualcosa o qualcuno, per rientrare nel corretto comportamento dei viaggiatori responsabili, e poi, prendo un cono di carta che a Napoli chiamerebbero Cuoppo, ripieno proprio di ottimo pecorino romano, che degusto e assaporo lentamente, avvicinandomi alle gioiose bancarelle che vendono fiori.
Qualche foto anche qui, e poi, vista l’ora, inizio a incamminarmi sulla strada del ritorno, sgranocchiando anche un trancio di pizza acquistata non distante, perché mi conosco, e quando stuzzico la fame, poi fermarla è un casino. Alle 13:15, dopo aver visitato un paio di gallerie d’arte private, attraversato il Tevere su Ponte Sant’Angelo davanti al castello, percorso Via della Conciliazione e Piazza San Pietro, sono da Massimo in negozio, che è già pronto per Italia-Scozia.
Ci incamminiamo lungo i circa 5 km che ci separano dallo stadio, ma dopo circa 2, una coppia di suoi amici ci vede, si ferma, e ci da un passaggio, risparmiandoci un bel po di strada. I tifosi della Scozia, bisogna ammetterlo, sono davvero simpatici e amichevoli, vestiti con il caratteristico kilt e la maglietta della nazionale, accettano di buon grado di scambiare due chiacchiere e di fare qualche foto insieme a noi italiani. Per correttezza, c’è da dire che sono 4 giorni che in tutti i pub e in tutte le strade di Roma, si vedono tifosi italiani e scozzesi bere, cantare e divertirsi assieme, perché al contrario di ciò che accade nel calcio, nel rugby la sportività e la fratellanza tra i popoli e gli avversari, viene prima della partita stessa.

Comperata la sciarpa, la maglietta ufficiale dell’Italia, la casacca della nazionale e il cappellino della FIR (Federazione Italiana Rugby), siamo pronti per andare in tribuna, ad assistere all’ingresso dei giocatori e agli inni nazionali, che partono con quello scozzese, Flower of Scotland suonato con la cornamusa e cantato da gran parte degli spettatori, seguito dall’inno Italiano, suonato dalla banda e cantato da uno stadio quasi al completo.
Sinceramente, come già ho detto nell’anteprima di questa avventura romana, quando avevo preannunciato che sarei venuto a vedere questo incontro, non mi aspetto una vittoria, perché la nostra nazionale non ha la forza, l’esperienza e una tradizione in questo sport, tale da poter competere con queste formazioni britanniche, anche se una speranza nel colpaccio c’è sempre. Noi, siamo stati invitati a partecipare a questo torneo per permetterci di imparare, di far tesoro di quelle che sono le partite che giochiamo, per dare la possibilità a un pubblico sempre maggiore di avvicinarsi a questo sport, e per migliorare passo passo, sempre un po di più il nostro gioco e le nostre azioni.
Incredibilmente l’Italia gioca un buon primo tempo, e alla fine dei primi 40 minuti il risultato è di una sola meta (5 pt) a zero per gli scozzesi segnata da Stuart Hogg. Il secondo, non si discosta molto dal primo con un buon gioco degli azzurri, che però non riescono ad andare a punti, mentre la Scozia finisce con 17 punti l’incontro con meta di Harris da 5 punti e meta di Hastings che realizza anche il calcio per un totale di 7 pt.

Al fischio finale dell’arbitro, abbracci e foto coi vicini amici scozzesi in tribuna, e poi tutti fuori dallo stadio, per quello che nel rugby si chiama Terzo Tempo, ovvero la grande festa fatta di balli, musica, concerti, birra, negozi, stand e quant’altro, che coinvolgono i tifosi in una serata di amicizia e fratellanza tutti insieme. Successivamente, anche i team delle due nazionali, intervengono a salutare i tifosi dal palco, montato all’esterno dell’Olimpico, dove, per l’occasione, gli speaker di Radio Freccia, intervallati dal mini concerto dei The Kolors guidati da Stash, fanno ballare e divertire migliaia di sportivi a suon di Hit.
Sono circa le 20, quando lasciamo lo stadio per tornare indietro col bus cittadino fino a Piazza del Risorgimento, da dove imbocchiamo poi, a piedi, Via dei Gracchi, per andare ad abbuffarci dagli amici del ristorante Ai Balestrari in Prati, dove partiamo con un grande antipasto formato da salvia fritta, polpettine di melanzane, carciofo alla giudia e baccalà in pastella, seguito da mezze maniche alla Carbonara per me e mezze maniche alla Griccia per Massimo. Il tutto, annaffiato con un ottimo litro di vino rosso della casa prima di concludere con un’immancabile caffè, e un Nerone, l’amaro made in Roma.

Alla mezzanotte, ormai non manca molto, quando usciamo dal ristorante, e insieme, passiamo al mio appartamento a recuperare l’Ipad, e poi al Ris Cafè e Pub, per una birra, che chiuda degnamente e alla grande la giornata. Max poi, stanco e provato dall’influenza che ancora non lo ha abbandonato del tutto, si avvia verso casa, mentre io resto ancora fino alla chiusura, per scrivere il mio consueto resoconto giornaliero da pubblicare sul blog, circondato da tantissimi tifosi scozzesi che oltre a bere, mi offrono anche la terza media della serata.
Stanco ma soddisfatto, mi avvio verso il letto, pensando e organizzando nella mente, l’itinerario di domani, che prevedo essere molto lungo e impegnativo, ma questo poi, lo vedremo insieme nel prossimo articolo. Intanto dormiamo, riposiamo e ricarichiamo le batterie e domani sarà un nuovo giorno.
Buonanotte amici, e grazie per avermi seguito in questa mia giornata romana all’insegna, tra l’altro, del Italianrugby. A domani.