E’ ancora tutto buio intorno a me e il sonno non ha ancora abbandonato il mio corpo, quando sul cellulare sento arrivare un messaggio e mi chiedo: “Chi mai mi scriverà un messaggio si e no alle 5 di mattina??”. A dire il vero è stata un’espressione più simile a un “Chi mai sarà a rompe li….. a quest’ora de notte??”, ma fa niente, non stiamo a guardare tutto, andiamo al succo del discorso.

Allungo la mano, afferro il telefono e scopro che Massimo, dopo i giorni di influenza, tosse, catarro e tutte le peggiori cose legate all’influenza, sembra essere sopravvissuto. Vi direte, chi è Massimo innanzitutto? Massimo è un amico che sta qui a Roma, che ho conosciuto durante un viaggio a Plovdiv in Bulgaria, ed è un po il motivo per cui mi trovo qui, abbinato al fatto che c’è la partita, ma fino ad oggi era appunto influenzato e prigioniero a casa. Massimo qui a Roma ha anche un negozio di noleggio Vespe vicino al Vaticano e abitualmente, si trova li, proprio vicino a dove ho prenotato l’appartamento.

Leggo il messaggio e dice: We Ric, ndo stai? Se passi ar negozio io sto qui!! Qualcosa è evidente che non torna, perché le cose sono due, o si è completamente rimbambito ed è andato al negozio in piena notte, oppure forse, non è piena notte, e il rimbambito sono io. Ecco, infatti, sono le 11.10 di Venerdì mattina, e io sto ancora a dormire mentre fuori, Roma è sveglia già da ore. Gli rispondo, mi alzo, mi muovo e in poco tempo sono al negozio, per andare 10 minuti al bar.

Inutile dire che metà della giornata se n’è andata senza combinare niente, ma cerchiamo di fare qualcosa di costruttivo nel tempo che resta, partendo proprio dalla colazione, che vado a fare con Massimo, non lontano dal negozio e dal mio appartamento, in Piazza del Risorgimento con cappuccino e crostata alla marmellata. Diciamo comunque che bene bene non sta ancora, ma forse, nel giro di un altro paio di giorni, tornerà, come nuovo.

Alle 13:50 circa, cercando qualcosa di nuovo da fare, penso a Campo dei Fiori e al Ghetto Ebraico di Roma, ma a Campo dei Fiori, a quest’ora, le bancarelle avranno smontato tutto, perciò forse sarebbe meglio andare domani, e possibilmente, svegliandosi un po prima. Perché non andare allora a Villa Borghese e alla Galleria Borghese che non sono riuscito a vedere l’anno scorso? Cerco su internet, e l’ultimo ingresso possibile con la guida, è alle 17:00 con possibilità di stare nella Galleria fino alle 19. Acquisto i biglietti online e alle 14:30 mi avvio a mangiare qualcosa prima di andare , col 490, a Villa Borghese.

Passando in Piazza del Risorgimento, vedo un locale che cattura la mia attenzione, per via di una cameriera che consegna a un tavolo all’esterno, quelli che sembrano due tramezzini, dall’aspetto molto molto invitante. Entro, prendo un menù, e scopro che li chiamano “Trapizzini”. I Trapizzini, sono una via di mezzo tra un panino, un tramezzino e anche una pizza, forse per l’impasto di cui sono fatti. Sono disponibili in diversi gusti, tra cui quelli che ordino io, che sono il Parmigiana di melanzane e il Coratella e carciofi accompagnati da un’ottima birra.

Davvero ottimi, i Trapizzini, non avevo mai avuto il piacere di assaggiarli e la prossima volta che mi capiterà di imbattermi di nuovo in un locale simile mi fermerò sicuramente. Finito di mangiare, prendo il bus, arrivo nei pressi di Porta Pinciana e mi addentro nel grande parco della villa, che , con grande sorpresa, scopro essere in primis molto bello, e soprattutto con la particolare forma di cuore.

Il parco è un grande polmone verde nel cuore di Roma, tanto che a un certo punto è questi impossibile pensare di essere a così poca distanza del traffico capitolino e dai migliaia di turisti che ogni giorno affollano la capitale. Al suo interno, oltre alla famosa e prestigiosa Galleria Borghese che mi sto apprestando ad andare a visitare, si trova anche lo Zoo di Roma, l’Orologio ad acqua del Pincio, il Tempio di Esculapio, la terrazza panoramica del Pincio che affaccia su Piazza del Popolo e la Piazza di Siena, con vicino la Villa Borghese, la Fontana del Pupazzi, Il Tempietto di Diana e la bella Fontana del Cavalli Marini. All’interno del parco poi, oltre alle biciclette e ai risciò da poter affittare, c’è anche il trenino su cui si può salire, per andare alla scoperta del parco stando comodamente seduti.

Finito il giro immerso nel verde e nella natura, mi dirigo alla Galleria Borghese, dove acquisto il biglietto per l’ultimo ingresso con guida della giornata che parte di li a 15 minuti, alle ore 17. Entriamo in gruppo di circa 15 persone munite di auricolare per poter sentire meglio la nostra guida che ci accompagna passo passo lungo le sale del museo, che ammetto di aver sottovalutato nella scorsa visita alla città, ma che è davvero molto bello ed interessante.

All’interno di Galleria Borghese, tra le cose più importanti che si possono trovare c’è tra le altre cose, la volta del salone d’ingresso, chiamato Salone di Mariano Rossi, la statua di Paolina Borghese di Canova, la statua di Enea, Anchise e Ascanio, il David e l’Apollo e Dafne tutte e tre del Bernini, così come il Ratto di Proserpina. Tra le opere pittoriche di Galleria Borghese poi, si possono trovare quelle di Caravaggio, la Madonna dei Palafrenieri, Davide con la testa di Golia, il Giovane con canestra di frutta, il Bacchino malato e San Gerolamo e san Giovannino. Imperdibili poi le opere degli altri grandi artisti quali Tiziano, Raffaello, Veronese e tanti altri.

Finita la visita alla galleria intorno alle 19:10, esco e mi incammino nuovamente all’interno del parco per raggiungere la fermata del bus e successivamente il negozio di Massimo, dove siamo d’accordo di trovarci intorno alle 20-20:30 per andare insieme a cena, rigorosamente romana. Distratto dalla bellezza di Roma che cede al calare del giorno, e incomincia a colorarsi dei colori della sera, sbaglio fermata e scendo 400 metri circa più avanti rispetto a dove sarei dovuto scendere, ma poco male perché, vista l’ora, posso permettermi una gradevolissima passeggiata tra le vie meno battute dai turisti, osservando la vita dei romani che rientrano dal lavoro, fanno la spesa, comprano le sigarette e chiacchierano tranquillamente fuori da bar e trattorie.

Una volta giunto a destinazione, decidiamo di andare in uno dei locali che avevamo maggiormente frequentato l’anno scorso e dove abbiamo sempre mangiato ottimi piatti soprattuto tipici di Roma e dintorni. Il locale in questione si chiama L’Isola della Pizza e si trova in Via degli Scipioni 45, a 5 minuti a piedi da Piazza San Pietro. Il locale si può definire come una tipica taverna romana del XXI secolo, con anche una serie di tavolini all’aperto scaldati in modo eccezionale dai “funghi” radianti, dove io personalmente, nel corso delle varie visite che ho fatto a questo locale, ho potuto gustare la Carbonara, la Cacio e Pepe, l’Amatriciana, la Griccia, il Carciofo alla Giudia, il Carciofo alla Romana, il Fiore di Zucca fritto, il Baccalà fritto, il Supplì, l’Abbacchio alla scottadito e basta perché mi sta venendo fame, anche se mancherebbe da dirvi che anche la pizza non è affatto male !!

Finita le cena, Massimo ha preferito andare a dormire, considerando che ancora non è perfettamente uscito dall’influenza, mentre io, mi sono comodamente sistemato all’interno del Ris Cafè Pub in Piazza del Risorgimento, dove ormai è mia abitudine passare un paio d’ore o tre, per bere dell’ottima Hop House 13, una lager irlandese, prodotta da Guinness, mentre raccolgo le idee su cosa scrivere in questo resoconto di giornata romana, prima di ritirarmi nella mia stanza. Sono ormai le 2 della notte, l’articolo è alle ultime parole e il pub sta chiudendo quindi non resta che mettere un punto, andare a dormire e prepararsi al nuovo giorno che è già qui.

Buonanotte a tutti amici e seguitemi, per leggere le mie prossime avventure romane e quelle verranno prossimamente in altre città.