Suona la sveglia su questo quarto giorno della mia esperienza macedone qui a Ohrid. La punto sempre, per sicurezza, per non rischiare lunghe e serene dormite fino anche a mezzogiorno che, però, sballerebbero tutti i piani del programma.
La mia ex, diceva che era maniacale il mio rapporto con il programma di viaggio, ma non c’è niente da fare, viaggiare è una cosa seria, e forse è così, che una passione, è diventata un lavoro.

L’intenzione di oggi, è quella di andare a fare un giro a Struga, a meno di una ventina di chilometri da qui, che si affaccia anch’essa sul lago, e che, a quanto dicono da queste parti, è da sempre un po in competizione con Ohrid.

Dalla fermata del bus, in 20 minuti raggiungiamo Struga, passando sulla stessa strada che conduce all’aeroporto di Ohrid

Nella cittadina di Struga, su può vedere la nascita del fiume Drin Nero (Black Drin) che poi la attraversa nel centro. La fonte del Drin Nero, è il lago di Ohrid, che a Struga, viene convogliato perché percorra 177 Km, per andare a immettersi del fiume Drin, nella città di Kukes in Albania. Da li poi, andrà a sfociare nel Mar Adriatico.

La zona turistica del centro, si è sviluppata soprattutto sulle sue rive, dove una passeggiata con graziosi ponti pedonali, offre la possibilità di gustare piatti della tradizione, ma anche street food, sui tavolini che i ristoranti hanno allestito all’aperto

Percorro il lungofiume, fino al Monumento ai caduti della seconda guerra mondiale, che si trova a destra, dove la strada turistica e pedonale Marchal Tito incrocia il fiume. Prendo a destra, e mi trovo, bancarelle, chioschi, kebab, negozi e bar, che si susseguono uno dopo l’altro, e ne approfitto per assaggiare un bicchiere di Boza.

Da Wikipedia, scopro essere una bevanda fermentata a base di malto, che originariamente era fatta col miglio, cereale popolare in tutti i Balcani. Se avessi saputo prima, che si trattava di una povera birra mai nata, non l’avrei presa!!

Continuo per circa un chilometro, fino alla chiesa di San Giorgio, dove trovo lo Struga Market Place (il mercato coperto di Struga) ed entro a fare un giro tra, bancarelle di frutta, verdura, spezie, sottaceti, carne, pesce di lago, stoviglie in terracotta, abbigliamento, borse e scarpe. Quello che mi colpisce di più però, in tutto il mercato, è una particolare varietà di melone giallo, che da noi in Italia non ho mai visto.

L’intenso profumo che emana questo frutto, sembra quello dei Passion fruit maturi, e si sente a molti metri di distanza

Appena fuori dal Market Place, mi avvicino all’umile banchetto di un ragazzo, che vende pannocchie crude da cuocere sulla brace, e dei rametti secchi di una pianta, che si chiama Sideritis Scardica.

Si tratta, di un’erba originaria dei balcani, che cresce in montagna, oltre i 1500 metri, e che viene raccolta quando ha circa un’anno. I macedoni le attribuiscono proprietà curative, fin dai tempi degli antichi greci, e oggi viene chiamato tè sharplaniniski, tè pirin o Tè delle montagne.
Passo a vedere la grossa bandiera macedone, che sventola alta nel cielo vicino alla stazione di Polizia, e poi, con un taxi collettivo, faccio ritorno a Ohrid verso le 17.

Prima di tornare in hotel però, ho ancora una cosa importantissima da fare, cercare quello che chiamo “Il Maestro”, ovvero il barbiere. A breve, preparerò un intero articolo dedicato a questo antico mestiere, ultimamente riscoperto anche da noi, che mi affascina sempre molto. Io lo considero quasi un rito, e lo ripeto spesso durante i miei viaggi.

Rilassato, sbarbato e felice, faccio ritorno nel mio alloggio, per una doccia, e per scrivere questo post del blog. Verso le 21:30 poi, esco di nuovo per la cena in quest’ultima serata macedone. All’1:20, dopo un hamburger con patatine, una birra e 4 chiacchiere su una panchina con un clochard di 62 anni che conosce bene l’italiano, torno in hotel e aspetto che arrivi l’ultimo giorno in Macedonia.

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