Sono le 8:20 circa di Sabato mattina quando suona la sveglia qui a Viareggio, perché alle 9:00 ci aspetta nella sala ristorante dell’hotel, una fantastica colazione a buffet con focaccia, uova sode, pane, burro, marmellata, yogurt con cereali di tre o quattro tipi, brioche fresche, frutta, succhi di frutta, latte, prosciutto, formaggio e pane da scaldare nel tostapane li affianco.
Dopo così poche ore di sonno e così tante ore svegli, attivi e pimpanti, una favolosa rifocillata era proprio quello che ci voleva. Prendiamo i piccoli bagagli, salutiamo la responsabile dell’hotel che è stata molto gentile in ogni fase del nostro soggiorno e ripartiamo in direzione Pisa, perché di sera è fantastica ma, essendo li vicino, è d’obbligo ripassare a vedere la Piazza e la torre, anche durante le ore diurne e con una fortunata giornata di sole.
Una volta giunti a Pisa, parcheggiamo nella stessa via della sera prima e in 2 minuti siamo davanti alla Porta Nuova, dove sono presenti numerose bancarelle, che stavolta, al contrario di questa notte sono aperte e dove ne approfitto per acquistare un paio di statuette della torre e una cartolina che scrivo al momento e che spedisco il vicino, all’ufficio postale.
Neanche il tempo di entrare ed ecco tutto quell’esercito di turisti che si fanno ritrarre con la Torre. C’è chi fa finta di sorreggerla col peso del corpo, chi la sorregge col dito, chi la bacia, chi prova a mettere il dito sulla punta, chi finge di sorreggerla con un piede alzato, chi invece si siede nell’erba e la sorregge con entrambi i piedi e chi… grazie a Dio si limita solo a fotografarla in modo classico, che alla fine sarà l’unico davvero originale.
Concluso il giro molto veloce, intorno alle 11:00, ritorniamo alla macchina e in un attimo siamo a Lucca in Piazza Santa Maria, all’interno delle mura della città, dove abbiamo anche la fortuna di trovare un parcheggio libero. Il nostro giro del centro storico di Lucca ci permette di passare subito per la Basilica di San Frediano, da dove imboccando Via Battisti e poi Via Calderia raggiungiamo Piazza San Michele, dove si trova la bellissima Chiesa di San Michele in Foro.
Dopo una breve pausa e qualche foto, raggiungiamo la famosa Torre Guinigi prima e il Duomo di San Martino dopo, dove tra l’altro proprio in Via Duomo e nelle altre stradine limitrofe troviamo un bellissimo ed affollato mercatino dell’antiquariato a cui buttiamo un occhio, mentre passiamo per tornare in direzione Piazza Anfiteatro. Lungo il percorso, ci concediamo una sosta, per assaggiare un trancio di pizza davvero invitante, con una bibita, che ci permette nel frattempo anche di riposare 5 minuti prima di continuare.
Piazza Anfiteatro è davvero molto bella e caratteristica perché, essendo le case che si affacciano sulla piazza, costruite una affianco all’altra, seguendo quello che una volta era il teatro, o meglio, l’arena dei gladiatori, ha mantenuto una forma ovale. Per accedervi ci sono quattro porte, sistemate a croce, due nei lati lunghi (Nord e Sud) e due alle estremità superiori (Est e Ovest) e una volta giunti al suo interno, si trovano molti locali con tavolini all’aperto, diversi negozi di souvenir e un’aria di pace e relax che accoglie tutti i turisti in transito.
Finito il giro dentro le mura di Lucca alle 13.30, riprendiamo la macchina e ci dirigiamo questa volta verso Firenze, che dista circa 90 km e dove giungiamo poco dopo le 14:30. Parcheggiata l’auto in un garage custodito davanti alla Stazione di Santa Maria Novella, attraversiamo Piazza della Stazione e Piazza dell’Unità Italiana e prendiamo Via degli Avelli che ci porta alla Basilica di Santa Maria Novella, nell’omonima piazza.
Qualche minuto di sosta è d’obbligo, anche perché il sole è caldo, la temperatura alta e la strada già fatta fino a questo momento è tanta, attraverso tre città diverse. Finita la siesta, prendiamo Via dei Banchi che diventa poi Via de’ Carrettani e in 2 minuti siamo davanti al Battistero di San Giovanni in Piazza del Duomo, dove trovano spazio e fanno bella mostra di se anche la maestosa Cattedrale di Santa Maria del Fiore e il famosissimo Campanile di Giotto risalente al 14° secolo.
Da qui, prendiamo a destra e continuiamo sempre diritto per 500 mt circa, fino ad arrivare in Piazza della Signoria, dove si trova Palazzo Vecchio, sede degli uffici comunali, la Loggia dei Lanzi con la famosissima statua in bronzo di Perseo con la testa di Medusa di Cellini o la copia originale in marmo del Ratto delle Sabine del Giambologna. Sempre in piazza poi, vediamo la Fontana del Nettuno a cui saltuariamente qualche criminale riesce a spaccare qualche pezzo nel tentativo di arrampicarcisi sopra e anche la copia del David di Michelangelo il cui originale è all’interno della Galleria dell’Accademia, così come il Ratto delle Sabine.
Qui nella piazza , ci gustiamo un buon caffè, prima di continuare per Piazzale degli Uffizi dove si trova il Museo che ebbi la fortuna di visitare alcuni anni fa. In fondo al piazzale poi, si giunge sul Lungarno Anna Maria Luisa De’ Medici, da dove si possono scattare le foto più belle al monumento che forse più di tutti ricorda Firenze al mondo intero, Ponte Vecchio.
Non ricordo quante volte in vita mia, ho avuto la fortuna di trovarmi in questa città e in particolare qui davanti a questo ponte, ma vi assicuro che ogni volta, è sempre una grande emozione. Arrivati sul ponte, diamo un’occhiata ai negozi interamente occupati da orafi, (dove ricordo che in un’occasione comprai anche un paio di orecchini d’oro a forma di giglio per mia mamma), prima di imboccare Via Por Di Santa Maria a caccia della famosa “Fontana del Porcellino” che si trova in Piazza del Mercato Nuovo.
La Fontana del Porcellino è una tappa fissa per milioni di turisti perché una tradizione popolare vuole che, sfregare il naso del porcellino porti fortuna. La statua, proprio per questa ragione, essendo fatta di bronzo, è estremamente lucida proprio in concomitanza del naso, perché milioni di mani continuano incessantemente a sfregarlo. In più un’ulteriore credenza sostiene che la vera fortuna arrivi solo se, mettendo una moneta in bocca all’animale dopo averla sfregata sul suo naso e lasciandola cadere, questa oltrepassi le grate della fontana dove cade l’acqua. Ovviamente, tutti i soldi raccolti all’interno dello scarico, sono poi devoluti in beneficienza.
Finalmente un’altra parentesi gastronomica si apre sul nostro viaggio perché, affianco alla fontana, si trova un fantastico furgoncino che prepara uno dei cibi più famosi e amati di Firenze, il Panino col Lampredotto. Questa specialità fiorentina, è fatta con uno dei quattro stomaci che hanno i bovini, chiamato Abomaso, messo a bollire a lungo con pomodoro, cipolla, prezzemolo e sedano, e successivamente tagliato al momento dell’ordinazione, a pezzetti, direttamente sulla parte inferiore del pane. Una volta poi aggiunto un pizzico di sale, del pepe e la salsa verde, si procede con il prendere la parte superiore del panino, che viene velocemente immersa nel brodo di cottura del lampredotto, prima di essere aggiunta sopra, a completamento dell’opera d’arte.
Un bicchiere di buon vino rosso accompagna questa delizia che però non sarà l’unica, perché avendo ancora circa un’ora di tempo, prima che ci scada il tempo al parcheggio, entriamo nel vicino quartiere di San Lorenzo, famoso per le centinaia di bancarelle presenti ogni giorno e per la presenza del Mercato Centrale.
Il Mercato Centrale di Firenze, è un edificio risalente all’800 e restaurato negli anni 70, di circa 5000 metri quadrati, dove si possono trovare prodotti locali di uso quotidiano come carne, pesce, frutta, verdura e altro. Proprio li dentro esiste il chiosco con il Lampredotto più buono della città che si chiama “da Nerbone”. Il banco gastronomico però, sta per chiudere, perché iniziano presto il mattino con ritmi inimmaginabili e a una certa ora vanno a riposare.
Facciamo in tempo a prendere gli ultimi due panini e a mangiarli comodi ai tavolini prima di fare ritorno alla macchina verso la stazione. Appena usciti dal mercato però, passando per le strade del quartiere affollato dalle bancarelle, troviamo una simpatica signora che, sul suo bel furgoncino gastronomico, prepara altri panini al lampredotto, che noi ancora non abbiamo assaggiato. Ci colpisce molto un simpaticissimo cartello giallo, appeso alle sue spalle che ci fa ridere ancora oggi, dove avverte a modo suo, che i panini non si possono avere tagliati a metà e che recita così:
“Pé piacere e un mi chiedete di tagliare i’ panino a metà perché e nu lo fò. E si spappola tutto!!”
Avete mai sentito quel detto popolare che recita:
“Era una, tutta casa e chiesa, ma era nel tragitto che si perdeva ??”
E così abbiamo fatto anche noi, ci siamo fermati lungo il tragitto, per il terzo panino, in meno di un’ora. Buonissimo, fresco, gustoso e quasi emozionante, lo abbiamo gustato mentre la signora mi preparava due porzioni da portare a casa di sola carne, per farlo gustare anche a mia mamma, a cui piace molto.
Un po appesantiti e affaticati più dai panini che dai chilometri percorsi oggi, siamo giunti alla macchina, dopo avere preso in un supermarket dell’acqua per il viaggio e delle bibite light per non ingrassare ulteriormente e ci siamo diretti in autostrada. Da qui, passando per Bologna e poi per Milano, siamo giunti a casa poco dopo le ore 20, giusto in tempo per consegnare il lampredotto fresco a casa a mia madre, a cui avevo detto di aspettare a cenare che sarei tornato presto.
Sono stati due giorni intensi e pieni zeppi di monumenti, bellezze e storia della nostra amata Italia, in un tour davvero molto bello. Spero di essere riuscito a trasmettervi la gioia e il piacere che abbiamo provato noi durante questi giorni, e mettendo l’ultimo punto a questo mio scritto vi saluto e vado finalmente a dormire, stavolta senza sveglia.
Buonanotte!