È ancora buio, quando arrivo all’aeroporto, accompagnato dal furgoncino dell’azienda proprietaria del parcheggio vicino al terminal 2 dell’aeroporto di Milano Malpensa, dove ho lasciato l’auto questa mattina, per poter arrivare in tempo per imbarcarmi sul volo previsto per le ore 7:00 che, puntuale come un orologio svizzero, alle 6:50 si avvia verso la pista di decollo alla volta di Hurghada, dove conto di arrivare intorno alle 11:00, dopo circa 4 ore di volo.

Quando mancano ormai pochi minuti all’atterraggio all’aeroporto della città, sorvoliamo da sopra il Mar Rosso, la costa desertica dell’Egitto fino a che non iniziano a vedersi i primi insediamenti, che ben presto lasciano spazio alle strutture alberghiere, ai villaggi, ai grandi resort e al verde di alcune aree naturali sorte qua e la per abbellire le zone frequentate dai turisti.

Dall’alto poi, si possono vedere facilmente le macchie azzurre delle tante piscine che danno refrigerio a chi viene in vacanza da queste parti, soprattutto nei mesi più caldi dell’anno. Tutto questo insieme crea uno spettacolo che, anche se mi capita spesso di vedere quando volo, mi meraviglia ogni volta. Una volta atterrato, recupero il bagaglio, salgo su un bus diretto in città che dista pochi minuti da li e prima di mezzogiorno sono al mio hotel.

Dopo 7 anni, torno finalmente nella terra dei Faraoni

Effettuato il check in e sistemato il bagaglio in camera, esco subito per dare un’occhiata in giro soprattutto alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa. Mi trovo in una posizione molto comoda dove soggiornare in quanto la mia via, la Sheraton Road, è la principale strada di collegamento tra le varie parti dell’Hurghada di oggi, sviluppatasi nel tempo seguendo l’andamento del lungo mare. In Sheraton Road infatti, si trovano i principali punti di riferimento per indicare ai taxi in che zona devi andare e in particolare, io mi trovo in prossimità del “Bella Vista”, ma c’è anche il “Sea Gull” non lontano, che va bene se vuoi fare anche due passi rientrando in hotel guardando le vetrine dei negozi o se si necessita di fare la spesa nel supermarket adiacente.

Camminando e guardando in giro, arrivo in prossimità di uno spartitraffico formato da un bel faro arancione che riporta la scritta “Marina”, ad indicare l’inizio della zona di Hurghada Marina poco oltre. Qui trovo un ristorante, che all’esterno ha 3 grossi rotoli di carne che girano sul tipico fornello per kebab, oltre a un girarrosto dove stanno cuocendo una quindicina di polli allo spiedo. Mi siedo a un tavolino all’esterno cercando rigorosamente di restare all’ombra e ordino un panino Shawarma completo di tutto accompagnato da patatine e acqua naturale.

Finito di pranzare, un po stanco per essermi svegliato alle 4 di mattina, aver viaggiato e soprattutto appesantito ulteriormente dal pranzo, faccio ritorno al mio hotel, dove decido di dare un’occhiata alla reception, alla sala da biliardo, all’area giardino con piscina e alle zone comuni, prima di raggiungere la mia stanza, dove mi siedo una mezz’oretta a inviare messaggi, leggere news, mettere a punto il programma e godere dell’aria fresca e della splendida vista sulla piscina. Verso le 15:00 poi, mi sistemo sul letto con l’intenzione di dormire almeno un’oretta.

Riapro gli occhi intorno alle 17 quando un po di stanchezza è andata via, permettendomi di uscire di nuovo per andare a vedere il villaggio che si trova proprio dall’altra parte della strada rispetto al mio, che ha una specie di convenzione con le strutture vicine sprovviste di spiaggia. Qui infatti è possibile accedere alle zone comuni, alla spiaggia, ai lettini con ombrelloni, bar, cabine ecc, con un ticket di circa 7 euro al giorno. Entrare per farsi un’idea del posto invece, è gratis e i ragazzi del controllo sono ben disposti a farmi entrare a vedere l’ambiente, certi che mi piacerà.

Bello, non c’è nulla da dire, merita di sicuro che almeno una volta venga qui a passare qualche ora, anche se già so, che vorrò provarne diverse perché sono curioso di scoprire ogni volta luoghi diversi. Ritornato alla hall dai ragazzi della sicurezza, mi sorridono e mi chiedono se mi è piaciuto, di dove sono, quanto tempo mi fermerò a Hurghada e soprattutto se è la prima volta in Egitto e se mi piace. Parlo volentieri con le persone che si dimostrano ospitali, soprattutto se poi si tratta di egiziani, che visti i miei trascorsi a Sharm, conosco come un grande popolo, gentile, educato e molto simpatico che ama noi italiani.

Li saluto e li lascio al loro conversare con altri turisti ed esco dall’edificio, per andare al caffè che si trova sempre li vicino, a due passi da dove già mi trovo, per gustare il mio primo tè egiziano, seduto comodo su un divanetto affacciato alla strada, da dove si possono vedere turisti che passeggiano, egiziani che chiacchierano in arabo, taxi che suonano qua e la alla ricerca di clienti, auto che si fermano per scaricare e caricare persone.

In quel preciso momento, passa davanti a me, sul marciapiede, un signore anziano, accompagnato da un bastone che lo aiuta a sorreggersi dentro il suo vestito tradizionale, mi sorride, fa un cenno con la testa e con la mano, dicendomi As-Salam-Aleikum, che significa “la pace sia con te”. Questo è il saluto tipico in lingua araba al quale rispondo con la frase Aleikum as-Salam, ricambiando il sorriso e accennando una sorta di inchino per porgere simpatia e rispetto a un signore che potrebbe essere mio nonno e che ha dimostrato interesse e gentilezza nei miei confronti.

Proprio in quel momento, arriva anche in ragazzo del bar al quale chiedo un tè di menta con 2 zollette di zucchero. Ricordo infatti, che è molto frequente da queste parti, che i locali pubblici non usino lo zucchero così come siamo abituati ad utilizzarlo noi a cucchiaini o bustine, ma bensì lo servono in zollette, che ti mettono direttamente loro durante la preparazione. In un paio di minuti torna col mio tè di menta zuccherato al punto giusto che degusto comodo e tranquillo, scrutando il continuo via vai della gente nella grande Sheraton road qui ad Hurghada.

Sono quasi le 19 quando ripercorro la stessa strada fatta in precedenza fino al faro che fa da spartitraffico, diretto stavolta oltre, a cercare proprio il grande arco colorato di Hurghada Marina visto su internet nei giorni scorsi, che indica l’ingresso in questa specie di porticciolo turistico ideale per cenare in compagnia e passare la serata. La passeggiata è piacevole anche perché non ho fretta e neanche orari da dover rispettare e quando arrivo a Marina Hurghada, la zona è già frequentata da chi come me, ha deciso di venire in questa città dell’Egitto in Gennaio, ma anche da tanti ragazzi e ragazze del posto che vanno e vengono per il viale tra ristoranti e bar.

Si vede lontano un miglio che qui tutto è nuovo e creato per soddisfare le esigenze di svago dei turisti e questo farà storcere il naso ai puristi dell’antico, del tradizionale e del caratteristico, ma comunque è qualcosa che serve quando hai così tanto turismo che passa da qui ogni giorno dell’anno. Ricordiamo poi, che nessun monumento o area delle varie città del mondo, è stata costruita già vecchia, quindi quello che noi ora bolliamo come “nuovo”, sarà probabilmente ciò che verrà visto come antico dalle prossime generazioni. Sento spesso infatti persone che snobbano Dubai perché artificiale, troppo nuova, finta e creata dal nulla e preferendogli i grattacieli di New York, come se quest’ultima fosse nata già vecchia e ignorando che in realtà, all’inizio del 1900, anche New York era la Dubai di oggi.

Il viale che funge anche da molo del porticciolo turistico, che si ha sul lato destro andando in direzione nord verso la grande Moschea Al Mina, è lungo circa un chilometro ed è costituito da un’insieme di edifici di colore giallo senape, al cui interno si susseguono ristoranti e bar con diversi clienti seduti ai tavoli e che intenti a cenare o semplicemente a chiacchierare bevendo un drink, passano la fresca e tranquilla serata. Provo a fare qualche foto ma con il buio non esce nulla di buono che renda l’idea, quindi rinuncio e proseguo fino oltre la fine, passando il mercato del pesce ormai chiuso e giungendo fino alla moschea che ho citato prima, illuminata in tutto il suo splendore, che stavolta le foto riescono a fossilizzare.

Si sono fatte ormai le 21:30, quando, arrivato a oltre 3 km dal mio hotel, decido di tornare indietro ripassando all’interno della zona pedonale di Marina, per cercare un ristorante dove potermi fermare a cena con una splendida vista sulle barche e sull’acqua del porticciolo illuminato dalle luci della sera.

Decido di fermarmi in un locale che mi ispira fiducia perché ha almeno altri 3 o 4 tavoli occupati e che si chiama “Stone”. Qui conosco un ragazzo egiziano che parla benissimo l’italiano, perché ha vissuto per diversi anni in Italia dove ha fatto il cameriere e quindi ci tiene a spiegarmi e consigliarmi qualcosa di buono. Dal menù, considerando che siamo a Hurghada ma è pur sempre Gennaio e di sera fa fresco, noto la parte dedicata alle zuppe e lui mi indica quella con gli asparagi e la menta, che è in realtà più simile a una vellutata.

Vada per la vellutata e per secondo chiedo un piatto con del pesce a discrezione dello chef. In un attimo il ragazzo va in cucina e torna in compagnia del cuoco, un altro ragazzo egiziano elegante nel suo abito bianco e pulito, che mi chiede se ho qualche preferenza. Gli sorrido e gli dico che mi fido di lui e di fare ciò che vuole. Finita la zuppa che è stata davvero sublime, ecco arrivare l’opera creata apposta per me in cucina, che mi convince ulteriormente sul fatto che è stata un’ottima scelta, sia fermarmi a cena qui e sia fidarmi dei loro consigli.

  

Ora, qui, è passata l’una di notte da pochi minuti e io sono già rientrato a piedi fino alla mia stanza d’hotel, dove ho recuperato il blocco notes e la penna, prima di recarmi nuovamente al bar di questo pomeriggio dove, comodo sulla mia poltroncina, con davanti la mia seconda tazza di tè di menta e il via vai di macchine che non si è fermato un momento da questo pomeriggio, finisco di scrivere questo resoconto della prima giornata nella città di Hurghada, che devo ammettere è stata piacevole e all’insegna di quelli che sono i dintorni della zona dove soggiornerò per l’intero periodo in città.

Domani, ho programmato di vedere sicuramente le stesse zone di oggi con la luce del giorno per fotografare la zona di Marina, visitare il mercato del pesce che era chiuso e la Moschea, prima di andare magari a fare un sopralluogo della città vecchia, che dista circa 6 km da li. In più, mentre scrivo con la penna, mi è venuto in mente che se trovassi un negozio della Apple potrei informarmi sui prezzi di un iPad, che sarebbe molto più comodo per questo genere di lavoro, ma per ora, mettiamo un punto e andiamo a dormire che domani è un altro giorno.

Buona notte.