Compagni di viaggio

Non lasciate nulla al caso quando dovete partire e siccome un viaggio vuol dire soldi spesi e fatica per risparmiarli, emozioni vere e vita vissuta, preparate sempre tutto al meglio, per voi e per chi viene con voi, ma pretendete anche il meglio per voi da chi viene con voi!!

Ecco perchè amo viaggiare da solo.

Nel mondo dei viaggi vi potrà capitare, in un paio di occasioni di tenere per mano uno sconosciuto… una di queste può essere quando avete paura di volare e quindi cercate conforto nel vostro vicino di posto (e che comunque non avendo i segni dei chiodi nelle mani e la corona di spine come Gesù, non potrà fare molto più di voi in caso di incidente), e un’altra quando sarete davanti alla Torre Eiffel, al tramonto, insieme a un povero venditore ambulante (magari senegalese come è capitato a me) che colto da compassione nel vedervi da soli, senza fidanzata, moglie o amante, davanti a quello spettacolo magnifico, si è avvicinato per darvi conforto e per non farvi sentire soli.

L’unica cosa che dovete evitare assolutamente quando partite è di portarvi dietro persone in grado di rivelarsi completamente o in parte diverse da voi… in tutti i sensi… perché allora li non vedrete l’ora di tornare e non è detto che non lo facciate prima del tempo.

Per esigenza a volte e per pura fortuna altre volte, mi sono trovato appunto viaggiare da solo e non mi dispiace affatto perché so che la compagnia è bella, ma la cattiva compagnia è un incubo. Viaggiare con persone che non hanno le vostre stesse abitudini, i vostri stessi ritmi, le vostre stesse passioni e soprattutto i vostri stessi orari è l’errore più grosso che potete fare in vita vostra a meno che non siate pagati per farlo. 

Un viaggio non inizia quando lo fate ma bensì quando lo pensate e lo organizzate e quindi a volte anche mesi prima della partenza perché ci sono tantissime cose che vanno studiate, organizzate e lette e quindi va da se che ogni turista avrà interessi diversi e che quindi il mio progetto potrà essere simile ma mai uguale al progetto di un altro.

I peggiori in assoluto dei compagni d’avventura che vi possono capitare sono quelli che non sanno nulla del posto dove state andando se non qualcosina vista in qualche dannato film, non leggono nulla prima di partire, non cercano nulla, non si interessano di nulla, spesso non sono in grado neanche di scrivere in modo corretto il nome del posto visitato neanche dopo essere tornati e l’unica cosa che sanno è che vogliono aggregarsi per sfruttare tutto. Sfruttano il fatto che voi sapete viaggiare, sanno che tanto organizzate voi, studiate voi, la cartina ce l’avete voi, come raggiungere quella determinata attrazione (che loro non hanno neanche mai sentito nominare) lo sapete voi e quindi sanno che basterà seguirvi per fare tutto senza sforzi.                                                                      

Sono anche quelli che però, commentano negativamente i luoghi che tu vai a visitare, che dicono che a saperlo prima, a vedere quel monumento o quel museo non sarebbero venuti perché a loro non interessava neanche e quasi ti han fatto un favore a venire, senza sapere che in realtà siete voi quelli che a saperlo prima non ve li sareste certo portati dietro e anzi… tranquillo che è la prima e l’ultima volta che vieni a fare il parassita nei miei viaggi.

Io sono un obeso cronico e soprattutto un pigro che però riserva le poche energie che ha interamente per i giorni di viaggio, che studia i piatti tipici locali e dove mangiarli con ancora più impegno e attenzione di quello che riserva alle attrazioni culturali, che ogni 2 ore fa una pausa anche breve per riposare le gambe e  “bagnare la bocca” con una bella birra fresca e che almeno nei 6-7 pasti principali deve mangiare e possibilmente anche bene. Scherzi a parte… l’aspetto gastronomico in un viaggio è importantissimo perché paese che vai usanze che trovi.                                                           Io adoro tutto ciò che è diverso dalle mie tradizioni perché la conoscenza degli altri popoli mi ha sempre affascinato molto e non c’è niente di meglio della cucina per conoscere un popolo e un paese nel vero senso della parola.

Nei ristoranti, nei bar, nei locali serali (rigorosamente non turistici, possibilmente quelli che proprio i turisti evitano, quelli che non hanno scritte in inglese, che non hanno i prezzi convertiti in euro, quelli che non hanno i simboli delle carte di credito sulla porta e quelli che magari neanche ce l’hanno la porta) ci sono le vere anime di quella città, ci trovi gente che vuole conoscerti, persone che ti raccontano aneddoti e curiosità, che spesso anche se in tasca hanno solo pochi spiccioli ti offrono da bere in segno di ospitalità e che ti danno il benvenuto nel loro paese, ci trovi piatti poveri ma tipici, ci trovi quel vino che i ristoranti turistici non hanno e soprattutto ci trovi esperienze che ti porterai dietro per sempre.

Ecco… detto questo immaginati di essere in viaggio con una persona che anche nel cuore della foresta Amazzonica avrebbe il coraggio di pretendere un ristorante italiano perché “Io sono Italiano e voglio mangiare Italiano”!! Non vuole proprio saperne di venire in uno di quei posti dove volete andare voi a mangiare “quelle schifezze che fanno qui”… perché loro mangiano solo cibi che conoscono per poi lamentarsi perché non gliel’hanno fatto come se l’aspettavano.

Ma dai?? Davvero?? Chi lo avrebbe mai detto che una Pizza nel cuore dell’Amazzonia non è propriamente come quella che mangi a Napoli e che quegli Spaghetti alla Carbonara in Kenya li avrebbero cotti al microonde ??

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Morgan King

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