Anche l’ultima giornata catanese è pronta a iniziare, quando, alle ore 9:30, suona la sveglia che mi permette di fare una doccia, preparare il mio bagaglio e scendere alla reception dove lo lascerò fino a questa sera, visto che il mio volo partirà dall’aeroporto Fontanarossa di Catania alle 22:55. All’addetto dell’hotel, consegno anche la chiave per registrare il check out e ritiro il buono per andare da Prestipino, sull’angolo opposto della piazza a fare colazione, quando sono circa le 10:40.
Entrato al bar pasticceria, che è un fantastico mondo dove si trova tutto ciò che di buono esiste tra i dolci siciliani, adocchio alcune cose che ho intenzione di passare a prendere questa sera prima di andare all’aeroporto e solo dopo, mi dirigo al bancone a ordinare la mia colazione. Ieri, presi la classica granita con la brioche, mentre oggi, volendo cambiare, ascolto il consiglio di uno dei ragazzi al bancone e prendo un cappuccino con quello che a prima vista sembra un’arancino. In realtà, trattasi di un’Iris, una ciambella di forma tonda e senza buco, che a Catania, ha un ripieno di crema bianca di ricotta.
Davvero buono questo Iris, una via di mezzo tra il dolce e il salato che sorprende piacevolmente. Finita la colazione, saluto i ragazzi di Prestipino, chiedo alcune informazioni per i dolci da prendere questa sera ed esco di nuovo nella piazza. Ora, facendo il punto della situazione su ciò che ancora mi manca da vedere, mi rendo conto che posso prenderla con calma, tanto, avendo un intero giorno a disposizione, riuscirò sicuramente a visitare tutti i punti di maggior interesse della città, che ancora non ho visto. Come prima cosa, decido di andare verso la parte di Via Vittorio Emanuele II, che va in direzione di Palazzo Biscari, che è proprio ciò da cui voglio partire.
Giunto quasi davanti all’ufficio della compagnia Tourist Dream, dove sono stato già più volte, incontro uno dei ragazzi che distribuiscono i depliant per le escursioni e che ormai mi conosce. Mi chiede come va, cosa mi manca da vedere e se ho già visitato qualche luogo tra quelli da cui si può godere di ottimi panorami sull’Etna e sulla città. Gli rispondo di no, non ho visitato nessun monumento con terrazze panoramiche e ne approfitto per chiedere consiglio a lui su dove andare. Scopro che il primo, ce l’ho proprio qui affianco, ed è la Chiesa della Badia di Sant’Agata.
Con 2 o 3 euro, potrei entrare ed andare fino al terrazzo panoramico, oppure, se ho voglia di bere qualcosa, mi dice che c’è il bar dell’hotel Palace, che è posto proprio all’ultimo piano dell’edificio, da dove si gode di un’altrettanto magnifica visuale.
Finisco di parlare con lui, che tra l’altro mi consiglia anche di visitare Palazzo Biscari all’interno, lo ringrazio, lo saluto e guardando l’ora sul cellulare per organizzarmi, vedo il messaggio arrivato in precedenza di Daniela, dove mi dice che è sul bus e sta arrivando in centro città. Le chiedo dove si trova esattamente e tra quanto pensa di essere qui, e scopro che è già a circa 10 minuti a piedi da Piazza Duomo. Approfitto del tempo a disposizione prima che arrivi, per andare un attimo da Ignazio alla trattoria, per chiedergli se riesce a recuperarmi della carne di cavallo per oggi a mezzogiorno e un paio di stigghiole, che anche se non sono proprio catanesi, le assaggerei volentieri.
Torno in piazza e neanche un minuto dopo essere arrivato davanti alla Cattedrale di Sant’Agata, arriva anche Daniela. Le mostro la cartina con i monumenti che ancora mi mancano da vedere, la metto al corrente di ciò che mi ha detto il ragazzo dell’agenzia turistica, ed essendo comunque tutti monumenti che anche lei non ha mai visto, partiamo per il secondo giorno assieme, alla scoperta della città. Avendola proprio a 50 metri, l’ideale sarebbe iniziare dalla Badia di Sant’Agata, che però sta per chiudere. L’addetto, ci avvisa che mancano più o meno 10 minuti alla chiusura e se vogliamo salire lo stesso, non ci sono problemi, ma che dobbiamo fare in fretta. Ok, nessun problema anzi, grazie mille che ci permette di salire nonostante l’ora. Paghiamo velocemente il biglietto, ritiriamo lo scontrino e siamo pronti. “Da che parte è l’ascensore” ??
“Ragazzi”, dice sorridendo… “Non c’è l’ascensore, sono 170 gradini da fare a piedi!!”
COSAAAA ?? 170 gradini da fare a piedi a salire, fare le foto, vedere il panorama e poi scenderli nuovamente tutti e 170 in dieci minuti ??
“Sta scherzando”, gli dico sorridendo e lui, guardandomi con uno sguardo divertito mi risponde: “No, anzi, ora ve ne restano solo 9” !!
Daniela scoppia a ridere, perché probabilmente qualche parola l’ha capita e avendo afferrato il senso del discorso, mi prende per un braccio e ci dirigiamo verso le scale per cominciare l’arrampicata.
Non so se hanno sbagliato a contare, se le migliaia di calorie assunte nei pasti di ieri e nell’Iris a colazione mi abbiano aiutato o se è stata la Divina Provvidenza, essendo pur sempre all’interno di una chiesa, ma quando ormai stavo per cedere all’abbandono dell’impresa, abbiamo visto che gradino dopo gradino stava arrivando sempre più luce, tanto che dopo poco, siamo giunti in cima, esattamente in 5 minuti. Ancora non sapevamo, che quella era solo la prima delle due terrazze e che quindi dopo, c’era un’altra scala a chiocciola con parecchi dei gradini che mancavano al primo conto, però ormai il peggio era passato. Raggiunto anche il secondo livello, fatte le foto e discesi, abbiamo salutato il signore all’ingresso, mentre ancora l’altoparlante avvisava che la badia stava per chiudere, quando erano le 12:05.
Una volta in strada, acquistiamo 2 bottigliette d’acqua, perché il caldo si fa sentire e anche perché dopo le scale di corsa, bere qualcosa di fresco è un toccasana. Proseguiamo quindi via Vittorio Emanuele fino a Piazza San Placido sulla destra e subito a sinistra imbocchiamo via Museo Biscari per raggiungere l’ingresso del cortile del Palazzo. Dalla Badia e da Piazza Duomo ci si impiegano circa 5 minuti. Entrati nel cortile, facciamo le foto alla facciata, alle scalinate e giunti davanti alla porta aperta, decidiamo di entrare.
Qui, c’è un ragazzo e una ragazza, seduti intorno un tavolo rotondo, a cui chiedo se possiamo visitare il palazzo. La ragazza prende la parola e ci dice che in realtà, il palazzo, chiude tra 10 minuti per la pausa pranzo, ma che riaprirà alle ore 17 per le visite guidate, che durano mezz’ora, con la spiegazione sala per sala. Eccoci di nuovo agli ultimi 10 minuti, penso tra me e me. Poi le spiego che stasera, io ho il volo di ritorno, mentre Daniela, deve ritornare a Lineri e che quindi, pagando regolarmente il biglietto, anche 10 minuti senza guida, giusto per dare un’occhiata a qualche sala, farci un’idea e scattare qualche foto, ci andrebbe più che bene.
Nessun problema dice il ragazzo e anche la ragazza sembra d’accordo, così paghiamo e quando stiamo per partire, il ragazzo ci raggiunge e ci dice che comunque, anche se solo per 10-12 minuti, qualche informazione fa in tempo a darcela e ci accompagnerà in tutte le stanze visitabili del museo.
Molto gentile da parte sua, a dimostrazione ancora una volta, se ancora nel 2020 fosse necessario, di quanto questo sia un popolo disposto a dare l’anima per gli altri, mentre purtroppo è troppo spesso fatto passare per ciò che assolutamente non è. Ci racconta la storia del palazzo, ci dice che in realtà è composto da 690 stanze, ma che il museo ne ha a disposizione solo una decina, perché nelle altre vivono le 20 famiglie, tutte discendenti dell’antica famiglia nobiliare.
Rimaniamo a bocca aperta dalla meraviglia della grande sala, da una delle stanze da letto, dalla scala che sale al piano superiore e dalla facciata con statue che da verso l’altro lato e soprattutto riusciamo a sentire quasi tutta la spiegazione, che viene data ai normali turisti, durante il tour. Bella esperienza, intensa, sbrigativa e interessante, tanto che restiamo con loro mentre accostano le finestre e chiudono le stanze, prima di tornare in strada e ringraziare per la disponibilità.
Ora, i prossimi monumenti, sono dal lato opposto di Piazza Duomo, rispetto a dove ci troviamo. La cosa migliore da fare, a questo punto, è di andare con calma verso la Peschiera e verso la trattoria La Paglia, dove Ignazio e Antonella ci aspettano.
Arrivati al locale, ci accomodiamo a uno dei tavolini che mi piacciono tanto nel dehors esterno, da dove si può vedere la frenetica vita dei venditori, ai banchi del pesce appena pescato. Prendiamo una bottiglia di acqua frizzante, una di acqua naturale, una di vino bianco della casa e decidiamo di partire con due piatti di linguine ai frutti di mare perché, anche se di secondo mangeremo carne, a Catania, il pesce, va bene con tutto. Pasta cotta al dente, pesce freschissimo, gusto intenso e delicato al tempo stesso e giudizio finale che non lascia spazio a dubbio alcuno, sono eccezionali.
A seguire, arriva una bistecca di cavallo con i fiocchi, cotta senza condimento e solo successivamente, prima di essere servita, condita con olio extra vergine di olive e un goccio di aceto di vino rosso. Insieme alla carne, arrivano anche due stigghiole, che finalmente posso assaggiare e trovo davvero buone. Concludiamo il pasto con la solita cassata, il caffè e l’amaro, prima di salutare, ringraziare e ripartire per la seconda parte di giornata.
Si sono fatte ormai le 14:20, quando imbocchiamo via Giuseppe Garibaldi arrivando da Via Pardo, per raggiungere la bellissima Porta Garibaldi in Piazza Palestro. L’avevo vista su internet e su delle riviste in varie occasioni e mi aveva sempre colpito per quanto fosse bella e imponente, però non mi aspettavo che fosse così grande. Faccio alcune foto che, come le altre, mi serviranno per fare la scheda sui monumenti di Catania, che inserirò nella sezione “Destinazioni” di questo sito, prima di accomodarci in un chiosco della piazza, per bere un seltz al limone.
Manca solo un luogo da visitare, che non si trova molto lontano da qui, ed è la Chiesa di San Nicolò l’Arena, con l’annesso Monastero. Una volta giunti all’interno del cortile del Monastero, davanti alla facciata, si manifestano due differenti punti di vista tra me e Daniela. Lei, resta estasiata dalla bellezza dell’edificio che definisce vintage e resterebbe a guardarlo e fotografarlo per ore, mentre io, chiamerei volentieri le autogrù dei vigili del fuoco con gli idranti, per fargli dare una lavata, visto che ormai si denota un colore tra il grigio chiaro e il nero, dove trovano posto almeno un centinaio d’anni di sporco. Daniela, non riesce a smettere di ridere e mentre lei lo adora per lo stile vecchio, io lo laverei con la lancia ad alta pressione.
Continuiamo con lo scambio di vedute, ridendo come matti, mentre ci dirigiamo verso la chiesa, ma probabilmente, la verità, così come vale anche per l’esterno del Palazzo Biscari, è che ha ragione Daniela, perché esisteranno certamente dei vincoli imposti dalle Belle Arti, che non permettono questo tipo di intervento, probabilmente troppo invasivo, su facciate così delicate.
Entrati nella grande chiesa, facciamo un giro al suo interno, gironzoliamo un po e infine usciamo, quando sono da poco passate le 16:40. Mentre accompagno Daniela alla fermata del bus 421dove già l’ho accompagnata ieri, ci fermiamo in un negozio che vende carne di cavallo, dove acquisto 4 grosse bistecche, 8 polpette e un salame da portare a casa.
Sono state due bellissime giornate quelle che ho passato insieme a Daniela per le strade di Catania e sicuramente prima o poi ci incontreremo di nuovo, visto che le ho promesso che andrò in Germania a trovarla, ma ora lei deve andare verso Lineri, mentre io devo andare a prendere il resto delle cose che voglio portare a casa, acquistare qualche souvenir e andare a cena prima di recarmi all’aeroporto. Prima di salutarmi, Daniela mi lascia un regalino che mi ha acquistato di nascosto mentre io chiedevo informazioni per alcune cose, ed è una calamita della fontana dell’Elefantino, fatta in polvere di lava e con la scritta Catania. Bellissimo, lo custodirò con cura, a ricordo di questi due bellissimi giorni siciliani.
Tornato in Piazza Duomo, percorrendo via Etnea, acquisto gli ultimi pensierini e mi reco presso il Chatedrals Bar di Via Garibaldi 1, a prendere un chilo di biscotti con la pasta di mandorle e 4 cannoli. Da Prestipino invece, il bar pasticceria dove ho fatto colazione sia ieri che questa mattina, acquisto 6 cassate, 2 sacchetti di olivette di Sant’Agata e 4 dolci di marzapane, che faccio mettere dentro una bellissima scatoletta di legno con disegni tipici siciliani e catanesi.
Arrivato in trattoria, mi dedico 5 minuti alla sistemazione del bagaglio in modo che sia pronto per quando dovrò andare all’aeroporto e poi, quasi alle 19:30, sono pronto per la mia prima pasta con le sarde di Catania. Da bere, vino bianco, che ancora più delle altre sere, oggi ci vuole, soprattutto per poter affrontare il viaggio in relax. A seguire, fritto misto di pesce fresco, cassata, caffè e amaro. Ora, l’ideale, sarebbe quello di andare tranquillamente a dormire, ma purtroppo la mia avventura in questa bella città ricchissima di gente simpatica e disponibile, finisce qui, perché l’aereo di Ryanair mi aspetta, per riportarmi a Milano.
Saluto Ignazio, la cuoca Antonella e suo fratello e mentre ci diamo appuntamento alla prossima volta, carico come uno che parte per il deserto, mi reco alla fermata dell’Alibus, che arriva da li a qualche minuto e mi accompagna all’aeroporto. Faccio le procedure di controllo senza problemi, arrivo al Gate A5 e l’aereo di Ryanair che in teoria mi aspettava per portarmi a Milano, si è trasformato nell’aereo Ryanair che si è fatto aspettare, per riportarmi un po in ritardo a Milano.
Volo in ogni caso piacevole, tranquillo e senza problemi, che in 1 ora e 40 minuti atterra a Malpensa. Tempo di chiamare il bus navetta del parcheggio, recuperare l’auto e fare la strada per raggiungere casa, alle 2:50 circa entro finalmente dalla porta con i bagagli.
Anche questi 3 giorni sono passati e anche questo viaggio è finito. Altre nuove persone sono entrate a far parte della mia vita, tutte in modo super positivo e sono destinate a restarci. Ho assaggiato cose buonissime che non avevo mai mangiato prima, ho visto monumenti altrettanto belli a cui le varie foto viste in passato non rendevano piena giustizia e arricchito il mio bagaglio di esperienze.
Spero di essere riuscito a trasmettervi anche solo un po delle emozioni e dei divertimenti che ho vissuto io a Catania, perché questo è un po il motivo per cui scrivo questo blog. Se cercate informazioni, avete bisogno di consigli o volete organizzare un viaggio in questa città o in un’altra qualsiasi, non esitate a contattarmi e sarò lieto di aiutarvi. Nel ringraziarvi per l’attenzione e la disponibilità che mettete nel seguirmi, vi ricordo che sono presenti in archivio, i diari di tutti i viaggi fatti da inizio 2019 ad oggi, mentre nella sezione “Destinazioni”, potete trovare le schede di tutte le città che ho visitato, a partire dal 2008. Speriamo che il Covid, non torni a bloccare gli spostamenti, non metta nuovamente l’Italia e il Mondo in ginocchio come fatto già nei mesi passati, così che tutti possano continuare a vivere sereni, a lavorare e perché no, anche a viaggiare per potersi distrarre un po.
Grazie ancora e alla prossima avventura.