Il sole è già alto qui a Catania, quando alle 9:20 mi sveglio per il suono della sveglia. Ieri sera, che poi sarebbe più giusto chiamare questa notte, quando alla fine della cena mi sono avviato per vedere e fotografare alcuni monumenti con il buio e le luci artificiali, non avrei immaginato di riuscire a raggiungerne così tanti, quindi stasera me ne restano meno. Sono sempre stato abituato, durante i miei viaggi, a vedere i monumenti e i luoghi interessanti della città, almeno una volta sia di giorno che di notte, perché sembra di visitare due luoghi diversi.

Per prima cosa, ritiro alla reception il cartellino con cui posso andare dall’altra parte della piazza del Duomo, da Prestipino, a fare colazione. La scelta, è tra una colazione composta da bevanda calda tipo cappuccino, caffè o tè, con a scelta uno dei tanti tipi di brioches classiche o pastelle locali con ripieno di crema o cioccolato, oppure la tipica colazione siciliana con granita e brioche. Opto per la seconda opzione e vedendo 6 diversi gusti di granita, chiedo al cameriere qual è quella davvero classica a Catania e non ha dubbio alcuno nel consigliarmi l’insieme di mandorla e pistacchio.

Ok, gli dico, vada per mandorla e pistacchio, che mi serve al tavolino, nel giro di pochi minuti. Mentre me la prepara, ne approfitto però per dare un’occhiata a tutti i tipi di dolci tipici della pasticceria siciliana e Catanese, in modo da farmi un’idea di cosa passare a prendere domani, prima di andare all’aeroporto. Finisco la mia colazione, mi alzo, ringrazio, saluto e parto per il mio secondo giorno in città.

Mentre mi avvio verso la Pescheria, il mercato del pesce della città che si svolge all’aperto nella zona proprio affianco alla Piazza del Duomo, sento arrivare un messaggio. Lo leggo e scopro che è un messaggio di Daniela che mi dice che sta venendo in città e che se mi fa piacere possiamo andare a pranzo intorno alle 13:30. Chi è Daniela ? Come mai questo messaggio ?

Ora vi spiego ! Ieri pomeriggio, mentre mi recavo in hotel dopo aver pranzato alla trattoria La Paglia nel cuore della Pescheria, vengo fermato da una ragazza che mi chiede se parlo inglese. Insomma, gli dico che un po mi arrangio e le chiedo cosa ha bisogno.

Non mi chiede se sono di Catania, perché poco prima mi deve aver visto mentre facevo alcune foto alla fontana dell’Amenano, ma mi mostra il cellulare con 1% di batteria e mi chiede se posso farle qualche foto nella piazza con i monumenti, perché non ha la possibilità di ricaricarlo. Facciamo alcune foto con la fontana dell’Elefantino, con la Basilica e con il palazzo degli Elefanti, mi scrivo il numero sotto un nuovo contatto telefonico e le invio le foto tramite whatsapp. Lei però, non le riceve subito, perché nel frattempo il cellulare si è spento. La saluto, mi ringrazia e continuo la mia strada verso il mio hotel, che dista meno di 50 metri.

Più tardi, una volta ricaricato il cellulare e ricevute le foto, mi scrive per ringraziarmi. Ci mancherebbe le rispondo, e pensando tra me e me, che anche io sono ospite di Catania, ma sono pur sempre un operatore del settore dei viaggi, al servizio dei turisti e da italiano ancora di più, se questi sono stranieri in vacanza nella mia Italia. Tra una cosa e l’altra, alla fine, avendola vista da sola le dico che se domani vuole fare un giro a visitare la città, di sentirci questa mattina ed ecco spigato come siamo arrivati a questo messaggio.  Gli rispondo che va bene se ci vediamo più tardi e inizio il mio giro nella confusione del mercato.

All’interno della Pescheria, per il 90%, come dice il nome stesso, si trovano banchi di pesce con chiassosi venditori che richiamano i clienti verso i propri banchi e stabiliscono i prezzi delle materie prime. Nelle strade più esterne, andando sia verso la zona chiamata Archi che quella che porta in via Transito e Via Garibaldi, ci sono anche macellai e ortofrutta. Passeggio, faccio foto, mi fermo davanti alla trattoria la Paglia a fare due chiacchiere con Ignazio, il cameriere che mi ha servito ieri e tra una cosa e l’altra si fanno quasi le 11:45.

Lo avviso che torno più tardi a mangiare portando anche Daniela e parto per andare a vedere la Piazza dell’Università. Arrivato nei pressi della piazza, dove c’è la Basilica della Collegiata, mentre ho appena finito di chiacchierare con un venditore ambulante senegalese che ho conosciuto ieri, mi sento chiamare ed è Daniela, che mentre guardava una vetrina, mi ha visto passare. A questo punto, essendo presto per andare a pranzo, le chiedo se ha visto il Castello Ursino, che io ho visitato già stanotte ma che sarei andato a vedere dopo la zona dell’università.

Mi dice che non è ancora riuscita ad andare a vederla, così, finita la piazza, prendiamo via Vittorio Emanuele II fino a quando troviamo via Sant’Anna alla nostra sinistra, che porta proprio al Castello. Questa notte, era sembrato bello, tenuto bene e molto maestoso e oggi, con la luce del sole, conferma in pieno tutte le prime impressioni avute ieri. Qui facciamo foto e ammiriamo il castello, prima di tornare indietro per raggiungere il vicino Odeon Romano con il teatro Romano, che si trova invece dal lato opposto di via Vittorio Emanuele. Visti da fuori entrambi, imbocchiamo Via dei Crociferi.

Via dei Crociferi, è una strada famosa in città e molto particolare, perché contornata da chiese, monasteri e poche abitazioni civili, oltre a essere un tripudio di architettura barocca. Qui, si trovano l’Arco di San Benedetto con la chiesa omonima, la chiesa di San Francesco d’Assisi, la chiesa di San Francesco Borgia, la chiesa di San Giuliano con l’ex chiostro, l’istituto superiore di scienze religiose, il Collegio dei gesuiti e la chiesa di San Camillo Dè Lellis. Una volta giunti nei pressi della fine della via, svoltiamo per raggiungere l’Anfiteatro romano di Piazza Stesicoro.

Nella stessa piazza, ma oltrepassando la grande via che la taglia in metà, diamo un’occhiata alla statua di Vincenzo Bellini, prima di imboccare via Etnea, fino a raggiungere piazza Duomo, da dove siamo partiti prima.

Sono le 14:10 quando arriviamo alla trattoria dove Ignazio e Antonella, la cuoca sorella del proprietario, che mi sono dimenticato di citare nel diario di ieri, ci aspettano per consigliarci e per prepararci, i piatti tipici della cucina catanese. Partiamo con dei gamberetti crudi accompagnati da li a poco da delle cozze al pomodoro, che mi ricordo di fotografare quando ormai le abbiamo quasi finite e da bere prendiamo una bottiglia di vino bianco della casa. Tutto buonissimo e freschissimo, proprio come ieri. A seguire, un ottimo risotto con i frutti di mare, pescati proprio questa notte, è quello che ci vuole.

Dal nostro tavolino all’aperto posto all’esterno del locale, possiamo seguire la vita frenetica del mercato e dei sui lavoratori, che si trovano proprio a 3 o 4 metri da noi. Intanto che pranziamo, chiacchierando con Daniela, vengo a sapere che è tedesca, di un paese a circa 50 km da Amburgo ed è figlia di un siciliano che è tornato a vivere in Italia, a Lineri, paese che dista solo 6,5 km dal centro di Catania, ma che con i mezzi pubblici è raggiungibile in  circa 45 minuti. Ecco quindi, spiegato il perché ieri, non avendo portato con se il caricabatterie, non poteva facilmente tornare a ricaricare il cellulare.   

In ogni caso, essendo molto educata e simpatica, è stato meglio così, altrimenti non l’avrei mai conosciuta. Finito il risotto, mentre cerchiamo di fare spazio per il dolce, Daniela pensa che quasi quasi, potrebbe acquistare dei gamberetti freschi da portare a casa a suo padre per cena, così chiediamo ad Ignazio di aiutarci. Il banco proprio davanti a noi, ne ha di ottimi e un simpatico signore, in una frazione di secondo, ne pulisce un paio, togliendogli la parte con la testa il carapace e ce li fa assaggiare.

Dire che sono buonissimi è dire poco, quindi ne prendiamo una quantità pari a circa 5 euro, che sono comunque più di mezzo chilo. Tornati al tavolo, concludiamo il pranzo con due Minne di Sant’Agata, quelle che nel resto della Sicilia si chiamano Cassate, due caffè e due amati AmaraVigghia offerti da Ignazio e dalla trattoria, prima di pagare, salutare e tornare verso Piazza Duomo alle 16 circa.

Trovandoci vicini all’ufficio del turismo e anche all’ufficio della Tourist Dream con cui ieri sono andato a visitare Aci Castello e Aci Trezza, ne approfittiamo per andare nel primo a prendere una mappa della città per Daniela e per ringraziare la signora che mi ha consigliato la trattoria dove mi sto trovando benissimo e nel secondo per avere informazioni su eventuali tour che si potrebbero fare domani. Raccolte tutte le informazioni di cui necessitavamo e passate le 16:40, si è fatta l’ora che Daniela torni verso la fermata del pullman 421 in viale Regina Margherita, nei pressi di Piazza Roma, per tornare verso casa.

Cerco su google dove si trovi di preciso e la accompagno, sia per educazione, cortesia e perché non mi va che torni da sola e anche perché voglio vedere una zona con un grande parco ricco di un verde molto abbondante e rigoglioso, che non ho ancora visto. Tempo di fare il lungo pezzo di Via Etnea fino al Parco di Villa Bellini e aspettare 5 minuti, che alle 17:20 arriva il bus e Daniela parte per tornare verso casa.

Io, a mia volta, un po per la strada fatta oggi, un po per l’ora tarda che ho fatto stanotte e un po per l’abbondante pranzo con ottimo vino bianco fresco, torno verso il mio hotel con l’intenzione di dormire un paio d’ore. Giunto a due passi dalla piazza, mi fermo in un bar a prendere un paio di bottigliette d’acqua e un paio di arancini di riso da portare in camera, nel caso dovesse giungere improvvisamente una carestia mentre dormo e poi finalmente salgo.

Sistemo le mie le cose, mi spoglio, apro la finestra sperando che entri un po d’aria, punto la sveglia alle 20 per andare a cena e mi addormento. Dopo quelli che mi sembrano 5 minuti, sento un rumore fastidioso che mi desta dal mio riposo. Immagino sia la solita sveglia, ma sembra più una di quelle sirene dei furgoni della nettezza urbana che lavano le strade e che scatta quando fanno retromarcia. Apro gli occhi per capire di cosa si tratta e vedo intorno a me tutto buio, come se fosse notte. Così allungo la mano fino a dove sapevo di aver lasciato il telefono e quella che era un’impressione diventa una certezza perché sono le 23:10.

Non capisco come sia potuto succedere che la sveglia non abbia suonato, ma poi tutto mi risulta più chiaro, quando aprendo l’app, vedo che la sveglia alle ore 20 è ancora in attesa dell’ok di conferma. In pratica, è successo che l’ho puntata, ma non le ho dato la conferma, anche perché è cambiato completamente il funzionamento dopo l’aggiornamento di 10 giorni fa a cui non ho ancora fatto l’abitudine e lei giustamente non è suonata. Ora, dopo il Dpcm della settimana scorsa per l’emergenza covid, tutti i locali, i bar, i ristoranti e chiunque venda qualsiasi qualcosa, sono chiusi dalle 23, tranne il self 24 ore dove sono andato ieri. Per ora dunque, addio paste, addio pesci e addio trattoria, almeno fino a domani.

Per fortuna, qualcosa dentro me, è stato previdente e mi ritrovo i due arancini acquistati in precedenza, che diventano l’unica cena possibile e anche molto apprezzata. Mentre dormivo, sono arrivati messaggi su Facebook, una chiamata di mia mamma e il messaggio di Daniela dove mi diceva che era arrivata a casa, dopo 50 minuti di giro della città. Le rispondo che mi sono appena svegliato e che ho saltato la cena al ristorante, perché non ho puntato la sveglia, rispondo ai commenti di Facebook e avviso mia mamma, prima di girarmi dall’altra parte e continuare a dormire. Anche questo secondo giorno dunque, è passato qui a Catania, dove oltre a vedere tante cose nuove e mangiare pietanze buonissime, ho anche conosciuto nuove persone speciali.

Nel ringraziarvi per essere passati a leggere questo nuovo diario, vi ricordo di cercare nell’archivio tutti gli articoli sui viaggi e sui giorni passati, per trovare nuove idee per il futuro, nuove destinazioni dove andare con i vostri cari o anche solo nuove avventure immaginando di viverle attraverso il mio sguardo sul mondo.

Grazie ancora e a Presto.