Era Martedì 6 Ottobre e mentre stavo guardando il telegiornale delle 13, ho visto il servizio che parlava dell’edizione autunnale del Mercante in Fiera, la mostra internazionale di modernariato, antichità e collezionismo, che si tiene quest’anno dal 3 all’11 del mese, presso le Fiere di Parma. Mi piacciono molto le manifestazioni che trattano antiquariato, mobili d’epoca, oggettistica e statue, anche se ciò che mi piace di più e che colleziono, sono i quadri. Nello specifico, anche se amo davvero moltissimo tutte le opere compreso l’antiquariato, soprattutto per la storia che si nasconde dietro ogni pezzo, adoro l’arte contemporanea e moderna.
In generale, credo che l’arte, se non è utilizzata come investimento, sia una cosa estremamente soggettiva. Trovo personalmente che opere di grande valore economico di artisti famosi e blasonati, siano spesso poco piacevoli da guardare mentre altre molto più graziose e che richiedono una maggiore capacità nel disegno e nella pittura, siano altrettanto spesso del poco considerate e prive di valore. Questa ovviamente, è la mia opinione, data dal fatto che mi piace esporre in casa le opere che acquisto e per tanto devono piacermi e devono darmi emozione ogni volta che le guardo. Se dovessi acquistare invece un’opera per il valore economico che può dare, ovviamente dovrei valutare altre cose.
Per questi motivi e per il fatto che ormai da un po di giorni, cioè da quando sono ritornato da Roma a fine Settembre, non ho più visitato e visto altro che il mio comune di residenza, ho deciso di scegliere un giorno infrasettimanale, di acquistare il biglietto online con il parcheggio auto e di recarmi a Parma per questo tuffo nell’arte più esclusiva, soprattutto per ammirare opere e pezzi da collezione unici al mondo e in molti casi decisamente al di fuori della mia portata, sia in termini economici e sia in termini di spazio che servirebbe poi per dargli il giusto tributo all’interno dell’abitazione.

Dopo un primo momento in cui avevo deciso di scegliere Giovedì per andare a Parma, a causa di alcuni impegni sorti nella mia principale attività che svolgo oltre a quella di organizzazione di viaggi e turismo in generale, ovvero amministratore di un’azienda metalmeccanica, la scelta definitiva è ricaduta su Venerdì 9 Ottobre. Alle ore 7:15 della mattina, imbocco l’autostrada A4 dal casello di Marcallo-Mesero in direzione Milano, per poi dirigermi verso l’autostrada A1 in direzione di Bologna, fino ad arrivare alle 9:35 all’interno del parcheggio della fiera.
L’apertura al pubblico è fissata alle ore 10, quindi ne approfitto per scattare qualche foto all’esterno che pubblico sulla nostra pagina Facebook, mentre arrivano alla spicciolata gli espositori, muniti di pass, che possono accedere dalle 9:30, in modo da poter prendere posto all’interno dello stand, sistemarsi, fare probabilmente colazione all’interno dei vari bar della fiera che sono operativi apposta dalla stessa ora, prima che il pubblico inizi ad entrare.
I padiglioni espositivi occupati per questa manifestazione sono sostanzialmente quattro, di cui tre sono per il Mercante in Fiera e uno per l’ArtParma Feir, che è la mostra mercato di arte moderna e contemporanea, che terrò per ultima perché è la mia preferita e voglio gustarmela come si gusta il dessert dopo una splendida cena. Partendo dal numero 3, per poi passare al 5 e al 6, nella mattinata e fino all’una circa, percorro tutti i corridoi della sezione antiquariato, ammirando centinaia di stand, con migliaia di oggetti che, detto sinceramente, avrei portato a casa dal primo all’ultimo, fatta eccezione per alcune bamboline in porcellana dall’aspetto decisamente preoccupante.

Non voglio stare ad annoiarvi con tutto quello che c’era nello specifico all’interno della fiera, perciò ho deciso di inserire le foto delle cose che mi sono piaciute di più e che potete vedere con calma, perché trovo che le immagini spieghino meglio di ogni altra cosa il motivo del mio viaggio in Emilia. Orologi, tavolini, sedie, poltroncine, mobili, vasi e statue in ceramica così come in bronzo, spade e arte orientale in generale, quadri, vecchie insegne delle marche più famose del mondo e gioielli di tutti i tipi sono solo una parte di ciò che ho potuto ammirare.
Volendo segnalare quelli che sono stati gli stand più particolari che ho visitato e che si distinguevano in quanto trattavano una specifica categoria merceologica, mentre gli altri si occupavano di più categorie contemporaneamente, devo inserire senza dubbio quello con le vecchie pompe di benzina, i juke box e i vecchi frigo della Coka Cola, quello che restaura e ridona vita in modo stupefacente alle vecchie affettatrici e bilance della Berkel, quello che tratta gli oggetti che erano di uso comune nelle vecchie cascine di campagna e quello che vende solo antiche icone russe e più in generale tipiche delle nazioni ortodosse.

Tra le migliaia di pezzi singoli presenti in tutta la fiera, dovendo scegliere quelle che più ho apprezzato e di cui ho anche chiesto prezzi e caratteristiche perché le vorrei vedere a casa mia, c’è una delle riproduzione più dettagliate esistenti al mondo del famoso Bucintoro, la galea di stato dei dogi di Venezia, esposto nello stand di una società esperta nella riproduzione di meridiane, la statua in bronzo dell’altezza di 110 cm dell’arcangelo Michele, che ho provato anche a sollevare e che aveva un peso incredibile e il magnifico quadro raffigurante piazza San Marco a Venezia vista dal Canale della Giudecca, opera del pittore Elio Petazzi.
La quarta opera invece, l’ho trovata all’interno dell’ArtParma, quindi nella sezione dedicata all’arte moderna e contemporanea ed è l’incredibile quadro raffigurante una bambina vestita di rosa con le ali da farfalla, all’interno di uno scatolone interamente dipinto in maniera super realistica dalla pittrice veronese Marica Fasoli, di cui tra l’altro vi invito ad ammirarne le opere sia su Instagram che sul suo sito personale (maricafasoli.com).
Ammetto che, insieme ad altri visitatori della fiera, sono rimasto diversi minuti di fronte a ciascuna di queste opere per ammirarne la bellezza, ma soprattutto davanti all’ultima che ho guardato e riguardato, incredulo che dettagli come il nastro con la scritta “fragile”, in rosso e gli strappi del cartone, fossero davvero dipinti e non stampati.

Lasciato infine il terzo padiglione del Mercante in Fiera che è dedicato al 900, al vintage e ai preziosi come soprattutto gli orologi Rolex, mi sono spostato intorno alle 13:50, all’inizio del padiglione numero 7, l’unico che ospitava la parte dell’arte moderna, che poi per il 90% era composta da quadri. Tra le opere, c’erano quelle di artisti quotati e apprezzati, tra cui Andy Warhol, Mr. Savethewall, De Chirico e Schifano.
Nello stesso padiglione poi, proprio dal lato da cui sono entrato io, c’era un’area con ristorante in cui vista l’ora e il profumo, mi sono fermato per pranzare.
Mi sono armato di vassoio come all’autogrill, ho preso le posate, l’acqua, una porzione di spaghetti alla puttanesca, la polenta con il guanciale in umido e una specie di vaschetta in plastica con una porzione molto abbondante di Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi. Finito di mangiare, ho pensato che non sarebbe stata una cattiva idea, quella di passare da un caseificio a comprare un po di Parmigiano, prima di ritornare a casa. Faccio così un paio di telefonate, raccolgo le ordinazioni e cerco su google il nome e l’indirizzo del negozio dove lo compravo anni fa, quando per lavoro andavo con mio papà nello stabilimento Eridania di San Quirico. Essendo a soli 6 km dalla fiera, lo salvo per poterci passare più tardi. Finita la pausa poi, posso continuare il mio giro.

La parte di ArtParma Feir non è enorme, ma le opere esposte sono tutte stupende, ciascuna a modo suo, ciascuna per un motivo diverso e ciascuna creata con materiali diversi. Si passa velocemente da opere di realismo assoluto che sembrano fotografie, ad altre più astratte, dove l’artista ha giocato con gli effetti che ad esempio la vernice crea sulle superfici lucide. Ci sono opere, disegnate e in bianco e nero, con protagonista Tex Willer e quelle ricche di colori sgargianti come possono essere quelle di Antonio Nunziante. Ancora, ci sono le bombolette vuote di un writer croato, esponente della street art, utilizzate per creare opere dove la vernice sembra colata sul muro o su una superficie.
Incredibili, bellissime ed emozionanti, le ammiro tutte cercando di non tralasciarne nessuna, perché nessuna merita di essere tralasciata, proprio come nel viaggio ogni località ha cose positive che vanno scoperte, anche l’arte racchiude storie, esperienze e sentimenti di chi le ha create.
Giunto alla fine di questa fantastica esperienza vissuta qui alle Fiere di Parma, quando ormai sono le 15:40, mi dirigo all’uscita e poi verso il parcheggio dove recupero l’auto, pronto per recarmi al vicino caseificio del Parmigiano Reggiano.

Sono davvero 6 i km che percorro per arrivare allo spaccio dove venivo anni fa, lo riconosco subito da lontano e mi rendo anche conto che è così vicino rispetto a quanto mi ricordavo, perché il navigatore mi ha fatto arrivare dal lato opposto e da un’altra strada, rispetto a quella che conoscevo io. Noi in famiglia, preferiamo le stagionature importanti, soprattutto se si parla di quelle del Parmigiano, quindi mi faccio dare 8 pezzi da 1 kg ciascuno, di formaggio stagionato 44 mesi e una sola da ½ kg di stagionatura 24 mesi, accompagnati da 2 vaschette di ricotta fresca da 1 kg e da una caciotta anch’essa fresca. Pago, carico i sacchetti in macchina e alle 16:10 circa sono al casello di Parma dell’autostrada, pronto per tornare a casa.
È stata una bellissima esperienza, un bel viaggetto in terra emiliana che mi ha permesso di vedere tantissime cose ormai difficili da vedere al giorno d’oggi, di acquistare il Parmigiano e di appuntarmi di tornare presto per poter visitare anche la città, visto che non l’ho mai vista, pur essendo stato nei paraggi almeno 20 volte prima di oggi.
Nel ringraziarvi per aver dedicato un po del vostro prezioso tempo, per leggere questo articolo del mio blog, dedicato a un “viaggio” finalizzato alla visita di una fiera. Spesso, non è necessario un week end, un aereo o un passaporto per viaggiare, perché soprattutto in questo periodo di covid, anche un’avventura a 200 km da casa, può spezzare la monotonia di chi sa, prima di tutto, far viaggiare la fantasia.
Buon Viaggio!!