Il sole, è spuntato presto questa mattina, qui nel centro di Reykjavik e la luce è filtrata dalle finestre della mia camera, accompagnandomi fino al suono della sveglia. Il terzo tour che ho prenotato nei giorni scorsi, mi sta aspettando e tra non molto, se non mi muovo, mi aspetterà anche l’autista del bus alla fermata numero 3 in Laekjargata. Faccio in tempo a fermarmi un paio di minuti anche al supermercato poco distante, a comprare qualcosa per fare colazione nel reparto pasticceria, prima che il bus arrivi e ci faccia salire a bordo. Quest’oggi, al contrario delle altre volte, avremo un bus grande, anche se noi passeggeri siamo all’incirca una ventina. Il nostro autista sarà affiancato dalla guida, che io ebbi il piacere di avere durante un’altra escursione che feci questo inverno e che è davvero molto in gamba.
Le fermate che faremo durante questa escursione, sono quelle del famoso Golden Circle, che possono essere visitate tutto l’anno perché, ogni stagione, dipinge i paesaggi circostanti con colori diversi e ha il suo fascino. Non esiste infatti un periodo “giusto o sbagliato” dell’anno per visitare il Golden Circle, dipende tutto da quando si preferisce visitare l’Islanda. Il paesaggio cambia radicalmente da una stagione all’altra, il che rende l’esperienza utile per i visitatori come me, che ritornano in 2 stagioni diverse. Le tappe che faremo, non sono distanti da Reykjavik come quelle dei giorni passati, ma sono forse ancora più importanti e più spettacolari. Ci fermeremo al Parco Nazionale di Thingvellir, all’area geotermica di Geysir, alla cascata Gullfoss e al lago Kerid.
In pochissimo tempo, alle 10 in punto, dopo circa un’ora di viaggio, arriviamo alla prima tappa del tour, il Parco Nazionale di Thingvellir. Il bus ci lascia al parcheggio 1 in alto, da dove si vede chiaramente l’enorme divario tra l’Eurasia e le placche continentali americane, che si separano lentamente l’una dall’altra lungo la dorsale medio-atlantica. Questo movimento geologico, ha innescato le gigantesche eruzioni vulcaniche che hanno dato alla luce questo paese circa 20 milioni di anni fa e che continuano ancora oggi in tutta l’Islanda. Avvicinandomi alla balaustra dove c’è il primo punto di osservazione, appare il lago di Thingvallavatn che si estende a perdita d’occhio proprio nella vallata causata dall’allontanamento delle placche.
Thingvellir però, è anche un santuario nazionale per gli islandesi, poiché un tempo era il luogo dove si trovavano gli Althingi, il Parlamento nazionale dal 930 d.C. fino al 18 ° secolo. Le leggi furono approvate qui al “Law Rock”, così come furono risolte le controversie e furono celebrate le feste. L’Islanda ha dichiarato la sua indipendenza dalla Danimarca qui nel 1944 e Thingvellir è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2004. Prendendo il sentiero che scende fino al parcheggio 2 dove ritroveremo il bus, posso vedere i vari punti importanti tra cui il Logberg, che è il punto esatto dove si riuniva l’assemblea del primo parlamento, il punto di osservazione panoramico e persino “la Pozza dell’Annegamento” dove si tenevano le esecuzioni.
Lungo la discesa poi, trovo il sentiero che prendendo a destra, scende fino al torrente e grazie a un paio di ponti di legno, mi permette di arrivare sull’altra sponda, dove si trova la Thingvallakirkja, una graziosa chiesetta posta in un luogo unico e stupendo, che riuscii a fotografare dall’alto e da lontano questo inverno e che è un’emozione poter vedere da vicino con il suo adiacente cimitero. Una volta qui, ho il tempo di fare qualche foto e restare qualche minuto, prima di risalire velocemente fino al sentiero superiore e raggiungere il pullman in tempo per la ripartenza fissata per le 11.
Alle 12 invece, raggiungiamo la zona geotermica di Haukadalur e Geysir, conosciuta in tutto il mondo per la sua potenza e bellezza. Geysir è diventato sinonimo di questo fantastico spettacolo della natura e Strokkur, un’altra sorgente di acqua calda che si trova qui, è molto attiva ed erutta in modo affidabile fino ad altezze di oltre 30 metri nel cielo, ogni 5 minuti circa. Come già imparato la volta precedente, è possibile avvicinarsi a Strokkur, ma è necessario controllare prima la direzione del vento e mettersi dal lato opposto perché si rischia davvero di farsi male. I flussi di acqua surriscaldata che colano tutt’intorno, lasciano dietro di sé intriganti residui colorati che sono molto belli da immortalare.
Trovata la posizione giusta che sia quanto più vicina possibile al getto d’acqua ma anche in posizione di sicurezza, aspetto, fotografo e registro in alcuni video un paio di esplosioni, prima di salire nella parte più alta, a vedere le altre sorgenti molto belle e con colori spettacolari. L’acqua presente in queste sorgenti, come avvisa un cartello, può andare dai 100 ad addirittura 130 gradi. Intorno a quest’area, ci sono poi anche molti hotpot gorgoglianti e flussi surriscaldati che lasciano residui giallognoli tendenti al verde, probabilmente dovuti alla presenza di zolfo. Questo è il posto che ho visto per anni nelle guide e nei siti che parlavano di Islanda ed è una soddisfazione esserci finalmente di persona.
Durante questa sosta, in teoria, avrei dovuto anche ritagliare del tempo per comprare qualcosa da mangiare o approfittare del ristorante self service all’interno del punto ristoro e shopping, ma tra una cosa e l’altra, sono riuscito a ritagliarmi solo una decina di minuti per guardare l’area souvenir, le stampe con le immagini dei getti d’acqua dei geysir e andare in bagno, prima che il nostro tour riparta per la terza tappa.
Ci mettiamo solo 15 minuti a raggiungere Gullfoss, la “Cascata d’Oro”, una delle meraviglie naturali più popolari e amate dell’Islanda. Questa cascata detta a doppia goccia, ha il primo salto abbastanza dolce, mentre il secondo, cade per oltre 30 metri, generando un sacco di spruzzi mentre milioni di litri d’acqua si schiantano nello stretto burrone. Gullfoss è uno spettacolo sensazionale in qualsiasi momento dell’anno, perché questo inverno era contornata da neve e ghiaccio mentre ora è interamente contornata da verdi prati.
Pare anche che nei giorni di sole, enormi arcobaleni coprono l’area, innescati dallo spruzzo costante creato dall’acqua che cade, ma non è questo il giorno, perché il sole, si nasconde dietro qualche nuvola. La Gullfoss, è continuamente alimentata dall’acqua di fusione glaciale del ghiacciaio Langjokull, che si trova distante 40 km, negli altopiani e che conduce al fiume Hvita. Il flusso d’acqua, nei mesi estivi, raddoppia rispetto a quello dei mesi freddi. Dal piazzale, prendo il sentiero che scendo verso le diverse piattaforme di osservazione, che non potei raggiungere la scorsa volta perché per sicurezza erano state chiuse.
Con calma, una volta viste le cascate, fatte le foto e fermatomi una decina di minuti seduto su una roccia ad ammirare la potenza straordinaria di quelle acque, risalgo nuovamente fino al parcheggio e al bus, dove stavolta arrivo prima di tutti gli altri, forse proprio perché essendoci già stato, non ho avuto lo stesso impatto di grande sorpresa e meraviglia che hanno ricevuto gli altri, nel trovarsi davanti ad un luogo del genere. Una volta che anche l’ultima ragazza è arrivata e salita con noi sopra all’autobus, partiamo per l’ultima meta “ufficiale” di questo Golden Circle.
Dico ultima tappa ufficiale, perché da li a poco, per premiarci del fatto che siamo stati sempre puntualissimi e ordinati nel tornare indietro dopo ogni fermata e avendo accumulato un po di anticipo, abbiamo il tempo di accostare qualche minuto lungo la Ring Road, dove passando vicino a molte fattorie remote in montagna, troviamo 2 cavalli islandesi proprio vicino a una staccionata. Qui dicono che i cavalli islandesi, siano più belli delle persone e ci sono veri e propri tour organizzati solo ed esclusivamente per andare nelle fattorie a vedere questi animali. Noi ci avviciniamo a un esemplare di color nocciola e a uno nero, che subito allungano la testa fuori dal recinto per essere accarezzati. Affianco alla staccionata, c’è anche una piccola casetta in legno di 40/50 cm, dove si trovano dei premietti da dare ai cavalli, in cambio di qualche corona. Giusto 5 minuti di sosta e siamo già nuovamente in viaggio.
Le sorprese però, non sono ancora finite, perché passando vicino a un altro luogo che la nostra guida reputa molto interessante, decide di farci fermare una ventina di minuti, regalandoci un’altra tappa da aggiungere alle altre. Il luogo in questione si chiama Faxi e assomiglia a una piccola versione di Gullfoss ma ovviamente non così potente. La cascata Faxafoss, è larga 80 metri e alta 7 metri e nel corso d’acqua ci sono moltissimi salmoni. Proprio per loro, è stata creata la speciale scala di vasche, che permette a questi animali di passare da una all’altra, salendo sempre più in alto fino a raggiungere la parte alta del fiume dove possono continuare la loro strada quando vanno a deporre le uova. Inutile dire che è anche un fiume molto pescoso. Anche questi 20 minuti circa di sosta a Fexi, sono terminati e il cratere vulcanico di Kerid ci attende.
Proprio così, c’è ancora un altro luogo incredibile da vedere mentre ci dirigiamo verso Reykjavik da una strada diversa da questa mattina, passando per Reykholt, che è famosa per le sue serre riscaldate geotermicamente e dove possiamo vedere tanti pennacchi di vapore surriscaldato che si alzano verso il cielo. Il luogo in questione si chiama Kerid ed è un cratere vulcanico profondo 55 m e largo 270 m, che è splendidamente striato di terra rossa e muschi verdi, con un lago di acqua minerale blu turchese per completare uno spettacolo fantastico.
Originariamente, questo era un vulcano attivo, che una volta spentosi, è franato tappando il cratere. Nel corso dei secoli, al suo interno è sorto un lago, che oggi si può visitare prendendo il sentiero che gira intorno al cratere nella parte alta, oppure prendendo quello che porta in basso fino ad arrivare a filo dell’acqua. Non mi era mai capitato di vedere una cosa del genere ne in Islanda e tantomeno in tutti gli altri viaggi che ho fatto in passato. Vedere un lago all’interno del cratere di un vulcano, con l’acqua di un azzurro inconsueto e i pendii del cratere di terra rossa e lava scura è uno spettacolo unico.
Con Kerid, si conclude anche il tour del Golden Circle e alle 17:30 sono già davanti al mio ostello, pronto per salire fino al 4° piano a prendere un sidro di mela freddo alla spina, prima di scendere in camera per fare una doccia e accordarmi con Andrea per la cena. Questa infatti, è la mia ultima cena qui a Reykjavik, perché domani avrò l’aereo di ritorno a Milano nel tardo pomeriggio, ma è anche la loro, perché pur essendo arrivati due giorni prima, rientreranno con lo stesso mio volo. Il suo amico è stanco e non ha voglia di uscire a cena, quindi ci diamo appuntamento al mitico Cafè Loki in Lokastigur 28, per le 19:30 circa, per concludere alla grande questo viaggio.
Dopo una doccia e un po di riposo, esco diretto al ristorante, dove arrivo con un podi anticipo, che uso per assaggiare una Einstok, birra White Ale islandese consigliatami dal cameriere che è davvero buona. Nel frattempo, arrivato anche Andrea, segue a ruota con la stessa birra mentre scegliamo dal menù, il “Piatto islandese Þór” formato da una prima fetta di pane di segale con purè di pesce (Plokkfiskur) e con una seconda con trota affumicata, una focaccia con gelatina di testa di pecora e di contorno purea di rape e insalata russa. Davvero buonissimo e ottimo per concludere questo viaggio senza badare a spese, almeno per una volta.
È ancora relativamente presto quando lasciamo il Cafè Loki, diretti in una birreria che fa anche da ristorante, non molto lontano da li, il Bastard Brew & Food al numero 4 di Vegamótastíg, una traversa della Laugavegur. Andrea, ci è già stato un paio di giorni fa e ha conosciuto un cameriere italiano, trasferitosi in Islanda per lavoro che però questa sera non è di turno. Passiamo qui la serata tra un assaggio di birre islandesi artigianali e l’altro, fino a che non ci alziamo mezz’ora prima che chiuda, per tornare ai nostri ostelli, d’accordo di trovarci domani in aeroporto.
Faccio un giro lungo le vie del centro con poca voglia di andare a dormire e ancora meno voglia di lasciare l’Islanda domani pomeriggio, ma verso mezzanotte mi arrendo e torno in camera mia. Anche questa giornata è giunta al termine e non mi resta che segnare sull’Ipad gli appunti riguardanti il tour e la giornata di oggi e andare a dormire. Domani avrò la possibilità di restare nel letto un po di più, prima di uscire a comprare le ultime cose e dirigermi verso l’aeroporto intorno alle 15. Grazie di aver letto il resoconto di ciò che ho potuto vedere e fare oggi qui in Islanda e nel ricordarvi i diari dei giorni e dei viaggi scorsi che potete trovare nelle pagine precedenti, vi auguro…
Buona Notte