La giornata è molto bella, il sole è forte e l’Estate ormai è iniziata, regalando domeniche in cui nessuno vorrebbe restare a casa. La domanda, anche sentendo in giro amici e conoscenti è un po per tutti la stessa. Dove si potrebbe andare a passare un pomeriggio un po diverso, dopo tutte le settimane passate in casa, bloccati dal lockdown ?

Non siamo ancora fuori da questa pandemia che ha colpito il mondo intero in questi primi mesi dell’anno e le limitazioni alla circolazione, che non sono più imposte per legge ma restano in ottica di prudenza che ogni uno ha per se, impongono di stare attenti e di non esagerare.

Io sono uno che frequenta assiduamente gli aeroporti, ma quello dove mi trovo a passare più spesso, è senza dubbio quello di Milano Malpensa, dove ogni volta che arrivo o torno, vedo immancabilmente i cartelli che indicano “Volandia”, il parco e museo del volo, che non ho mai visitato, anche se tante volte ho pensato di inserirlo tra le cosa da fare una volta prima o poi. Ecco, stavolta potrebbe essere l’occasione buona, visto che è una cosa diversa dal solito, è vicino e soprattutto dev’essere molto interessante.

Insieme a Carlo e Paola, partiamo da casa appena dopo mangiato e ci rechiamo a Somma Lombardo, in via per Tornavento al n°15, dove ha sede questo museo, che poi è praticamente confinante con la pista dell’aeroporto milanese, appena a sinistra della grande rampa di uscita che dai terminal, porta verso la statale. Appena arrivati nei pressi dell’entrata, veniamo accolti da un grande cartello con la scritta Volandia, sopra cui svetta un bellissimo esemplare di  Aermacchi S-221 I-SMTE.

Una volta entrati, prima della biglietteria, sulla parte sinistra è allestita una sezione gratuita davanti al bar del museo, dedicata a Leonardo Da Vinci, con tutti i modellini e la descrizione dei suoi progetti più importanti, dalla catapulta alla libellula meccanica e dalla vite aerea all’ornitottero. Paghiamo il biglietto, prendiamo il volantino con la mappa e la descrizione dei vari padiglioni e iniziamo il nostro giro da quello che si può definire in primo hangar e che è sostanzialmente  destinata alle “Forme del volo e Modellismo”, mentre l’altra è dedicata alle “Officine Caproni”.

In questa prima sezione, si può ricevere un assaggio di tutto ciò che in generale è il volo, con modelli di aerei e alianti, che spaziano dal volo a vela a quello con ala rotante passando dall’ala fissa. Ci sono aerei appesi al soffitto e sospesi come se fossero in volo e modelli a terra, oltre a un’enorme collezione di modellini in scala, posti all’interno di numerose bacheche.

L’altra parte invece, è dedicata alle Officine Aeronautiche Caproni, ovvero la prima azienda aeronautica nata in Italia nel 1910 e che occupava tutti gli edifici che ora ospitano questo museo. La Caproni, nel 1933, arrivò ad avere più di 50 mila dipendenti e il suo stabilimento principale, fu a Predappio, non a caso città natale di Benito Mussolini. Fu lui infatti, che ne volle la nascita, insieme all’Ing. Gian Battista Caproni. 

Uscendo dal primo padiglione dentro al cortile e seguendo a sinistra, si arriva nel secondo, che è interamente dedicato allo Spazio e a tutti i mezzi di trasporto, i razzi spaziali, i satelliti e ogni qualsivoglia mezzo, utilizzato per esplorare quello che si trova al di fuori del nostro pianeta. Vengono presentate tutte le missioni effettuate dai cosmonauti russi, le missioni Apollo fino al primo uomo sulla luna, i nostri astronauti italiani e la storia dei progressi della Stazione Spaziale Internazionale.

Qui, si può conoscere anche la storia a mio avviso straziante di Kudrjavka, che in russo significa “ricciolina”, ma che noi conosciamo con il nome di Laika, la prima cagnolina che fu spedita in orbita con la capsula Sputnik 2 e che non fece mai più ritorno.

All’interno di  questo padiglione, è anche possibile vedere un modello in scala 1:10 del famosissimo razzo Soyuz, colui che ancora oggi porta gli astronauti a bordo dell’ISS.

Uscendo dal secondo padiglione, si può continuare verso sinistra fino alla fine del cortile, dove si trova la chiesetta, che però al momento è chiusa, anche se è davvero un reperto storico arrivato ad oggi, l’edificio dentro la quale è costudita.

Il primo padiglione che si trova sull’altro lato del cortile rispetto ai padiglioni precedenti, è quello che ospita il Museo e la Collezione Bertone, che comprende un blocco di 76 automobili, una motocicletta e una bici da corsa, che nell’insieme, hanno un grande valore economico,  storico e museale.

Questa collezione, oltre ad essere stata dichiarata Patrimonio Nazionale nel 2011, è stata acquistata all’asta nel 2015 per 3,5 milioni di euro, dopo il fallimento della Ex Stile Bertone avvenuto nel 2014. Tra le auto più prestigiose che si possono ammirare all’interno di quest’area, c’è la Lamborghini Miura S del 1967, l’Alfa Romeo Giulia SS del 1963 e la Lancia Stratos HF. In più, ci sono alcuni importantissimi prototipi, tra cui quello della BMW Birusa, della Porsche Karisma, della Ferrari 308 GT4 Rainbow, della Aston Martin Rapid Jet e della Jaguar PU99.

Davvero una zona dove perdersi e restarci diverse ore se siete appassionati di auto importanti e rare.

Usciamo dal padiglione Bertone, per entrare in quello interamente dedicato ai velivoli ad ala fissa. In quest’area, si può fare una sorta di viaggio, partendo da quelli che sono i primi velivoli ad elica fino ai giorni nostri, dove abbiamo i ben più complessi aerei a reazione. Qui dentro, possiamo trovare anche una parte dedicata alle mongolfiere e un’area con una suggestiva ambientazione per gli idrovolanti. Il vero protagonista indiscusso però di questo padiglione, è un aereo leggendario, che ha fatto letteralmente la storia del trasporto aereo di passeggeri e che devo ammettere mi ha commosso molto poter vedere dal vivo e in uno stato di conservazione eccezionale, il Douglas DC-3 Dakota.

Questo aereo, lo ricordo con affetto, perché oltre ad essere il più famoso aereo da trasporto passeggeri della storia del volo, presente anche in moltissimi film, documentari degli anni passati e filmati televisivi, è anche l’esatto modello di aereo della US Navy, che dal 24 Novembre del 1973, si trova abbandonato su una spiaggia a Solheimasandur in Islanda, poco distante da dove passa la Ring Road, non lontano dal villaggio di Vik i Myrdal. Dopo un atterraggio di emergenza da cui uscirono tutti illesi, essendo molto più costoso e difficile rimuoverlo, piuttosto che lasciarlo li, si è scelta la seconda opzione. Tra qualche settimana, tornerò per la seconda volta in Islanda e spero di riuscire ad andarlo a vedere.

In questo stesso padiglione poi, si possono vedere tra gli altri il DeHavilland DH-100 vampire, l’Aermacchi MB-326 con l’MB-339, il Siai-Marchetti S-211 e molti altri, oltre a una piccola sezione dedicata ai relitti, sia in mare che nei deserti. Tra questi , c’è la storia del Siai-Marchetti S-79 Sparviero, che fu ritrovato nel 1960 in Libia, restituito dalla sabbia del deserto durante delle ricerche petrolifere dell’Agip, in seguito al ritrovamento dei resti di un aviatore non molto distante. L’aereo e il suo equipaggio, erano decollati durante la Seconda Guerra Mondiale da Bengasi il 21 Aprile del 1941, ma non fecero mai più ritorno.

Prima di arrivare nell’ultimo padiglione del museo, usciamo nel cortile posteriore dell’hangar che confina con la pista di Malpensa, dove abbiamo la possibilità di vedere alcuni aerei civili ormai in pensione. Tra questi, è possibile ammirare lo Yakovlev Yak-40 sovietico, l’MD 80 di Meridiana e il famosissimo Douglas DC-9, su cui viaggiarono Sandro Pertini, Papa Giovanni Paolo II e i capi di Stato e di governo della Repubblica Italiana.

Pensate che proprio da questo aereo, scesero i calciatori italiani  e il presidente Pertini, al rientro dalla Spagna dopo la finale del 1982, con la Coppa del Mondo. Sempre su questo aereo poi, fu scattata la famosissima fotografia che immortalava Pertini, Bearzot, Zoff e Causio, mentre giocavano la partita a carte, con al centro l’importante Coppa.

L’ultimo padiglione infine, raggruppa quelli che sono tutti i velivoli con ala rotante, i cosiddetti elicotteri. Inutile dire che anche qua dentro, è una continua scoperta di modelli fantastici e bellissimi, che è quasi impossibile vedere altrove. Si parte in modo molto soft con i modelli di autogiro o girocottero mono o biposto, fino ad arrivare ai grandi elicotteri che vengono utilizzati tutti i giorni dalla Marina Militare o dall’Esercito Italiano.

Il più imponente di tutti, è senza dubbio il CH-47C Chinook, usato soprattutto dalla US Navy americana, sui campi di battaglia. Questo elicottero infatti, oltre ad avere un vano di carico enorme paragonabile tranquillamente a quello di un’aereo, può trasportare pesi di oltre 8 tonnellate oltre a 44 soldati contemporaneamente. Bellissimo è poi l’elicottero militare A129 Mangusta, così come l’Agusta A-109° Mk della Guardia di Finanza o l’AB204 sempre di Agusta dei Vigili del Fuoco. Sono davvero tanti e tutti bellissimi, tanto che sarebbe impossibile sia elencarveli che mostrarveli tutti.

Ritornando poi sullo stesso lato di cortile dove si trovano i primi due padiglioni, si può trovare un ristorante bar, un’area giochi interna, un’area giochi esterna, una parte dedicata ai simulatori di volo, una dedicata alla fantascienza e una ai velivoli del futuro.

È proprio all’interno di questa piccola sezione, che trova posto il bellissimo ed enorme convertiplano Agusta Westland AW 609, una tra le innovazioni tecnologiche più significative, dell’attuale panorama aeronautico mondiale. Questo mezzo, si può tranquillamente definire una via di mezzo tra l’elicottero e l’aeroplano, da cui però, prende solo le migliori caratteristiche di entrambi, avendo la versatilità del primo e le prestazioni del secondo.

Il nostro giro, finisce qui, dopo una veloce occhiata alla parte esterna, dedicata al Museo dei Trasporti Ogliari, dove ci sono tram, funicolari, locomotive, carrozze e diverse altre cose. Devo a questo punto dare a Cesare quel che è di Cesare e dire che tutto il museo è davvero stupendo, controllato, curato, pulito e con apparecchi stupendi, ma quest’ultima parte dei trasporti Ogliari fa addirittura paura da tanto che è brutta, sporca e tenuta male. All’interno delle carrozze, quelli che una volta erano manichini che le “animavano”, ora oltre ad essere orrendi e spettrali, si trovano sdraiati all’interno delle stesse con ragnatele, sporcizia, in qualche caso anche immondizia e non esagero nel dire che sembrano cadaveri. Anche i mezzi, sono lasciati all’abbandono, in quello che sembra più uno sfascia carrozze. Peccato, perché proprio l’ultima parte, ha tolto una ciliegina ormai quasi assicurata, su una torta favolosa.

Un ultimo momento per dare un’occhiata al negozio con i souvenir del museo, acquistare una calamita in ricordo della giornata, bere un caffè al bar dove si trovano i modellini di Galileo Galilei, recuperare la macchina e fare rotta verso casa.  E’ stata una bella scoperta e una bella giornata in compagnia di Carlo e Paola, attraverso un sacco di cose molto, molto interessanti.

Se non sapete dove andare e avete la possibilità di spostarvi fino a Malpensa, venite a visitare Volandia, perché ne vale veramente la pena.

Grazie e a presto.