Eccoci qui alle 8:20 di mercoledì mattina, quando Carlo mi fa suonare il telefono, per avvisarmi che sta partendo da casa sua con Paola e quindi tra pochi minuti sarà da me. Ne avevamo parlato nelle scorse settimane e ci eravamo messi d’accordo nei giorni scorsi, per andare a fare una gita in provincia di Piacenza, tra borghi antichi, medioevali, una bellissima chiesa con battistero vicino a una delle più famose pasticcerie della zona e anche qualche sorpresa. Seguiamo la statale 11 fino all’imbocco della tangenziale ovest in direzione di Bologna nei pressi di Settimo Milanese, e proseguiamo imboccando l’Autostrada del Sole A1 dove usciamo a Fiorenzuola, per raggiungere la prima tappa del nostro itinerario, Castell’Arquato.
Questo borgo italiano che dista 30 km da Piacenza, conta circa 4500 abitanti ed è famoso perché, oltre ad aver ricevuto la prestigiosa Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano come comune che si distingue per un’offerta turistica di eccellenza e accoglienza di qualità, è anche presente a pieno titolo, nel club dei Borghi più Belli d’Italia. Appena arrivati, parcheggiamo la macchina in Piazza Europa e passando per la Porta di Monteguzzo, iniziamo il percorso che viene suggerito dalla mappa appesa a un piedistallo, in modo da poter incontrare nel corretto ordine tutti i punti di interesse dall’ 1, che è proprio la Porta dal quale stiamo passando ora, fino al 15, che è il Conservatorio all’interno dell’ex convento di clausura e che si trova dall’altra parte rispetto a dove ci troviamo noi, sulla strada che discende.
In mezzo, seguendo il percorso, troviamo tra le tante cose, l’antico Oratorio di San Giacomo che risale al XIII secolo, dove ora c’è un laboratorio artigianale di erboristeria, il Torrione Farnese, il Palazzo del Duca con le fontane, il Palazzo Stradivari, la Chiesa di Santo Stefano e il Museo geologico, fino ad arrivare sulla parte più alta di Castell’Arquato, Piazza Municipio, dove si trovano il Palazzo del Podestà, la Chiesa Parrocchiale romanica con il bellissimo Chiostro, il Museo di Arte Sacra e la Rocca Viscontea. Sono le 11:40 quando, dopo aver bevuto un caffè, acquistato un paio di souvenir in un negozio della piazza e preso una bottiglietta d’acqua al Bar Ristorante la Rocca, ritorniamo all’auto e ci dirigiamo verso la nostra seconda tappa, non prima di essere passati sotto la Porta di Sasso e avergli fatto una bella foto, che è il 14° punto di interesse del borgo.
La strada che dobbiamo percorrere per raggiungere Vigolo Marchese, non è molta, solo circa 7 km, perché quest’ultimo, risulta essere una frazione di Castell’Arquato. Il suo nome completo, in origine, era Vicolo de’ Marchesi, e fu un importante centro di resistenza guelfa contro i ghibellini Visconti. Senza ombra di dubbio, l’attrazione più importante del piccolo paese, è la Basilica romanica che si trova in Via Alberoni, sormontata da una torre militare riadattata a campanile, risalente all’anno 1000, voluta dal Marchese Umberto d’Orta. Al suo fianco, si trova il battistero a pianta circolare, sicuramente ancora più vecchio della chiesa, simile alle costruzioni bizantine. Annesso poi, c’è anche quello che una volta era un convento, al cui interno ora si trova l’azienda vitivinicola Fondo Prevostura.
Quando ero piccolo, con una gita in pullman, ero già stato qui, perché ricordo il bellissimo battistero che avevo bene impresso nella mente, ma ricordo fortemente anche il negozio che si trova a 30 metri da li, che tra l’altro è molto conosciuto, non solo in zona, la Pasticceria Perazzi.
La Pasticceria Perazzi, che si trova al numero 24 di via Alberoni a Vigolo Marchese, non è solo una pasticceria, è un posto dove nasce qualcosa che in Italia sta morendo piano piano tutti i giorni, la passione e l’amore per le cose fatte bene. Le parole più belle che ho trovato per raccontarvi questa favola italiana che continua dal 1945 fino a oggi, le ho trovate nella pagina internet della Torta di Vigolo, la famosa torta al cioccolato di Perazzi e sono queste:
“La Torta di Vigolo non è solo una ricetta. La Torta di Vigolo è la miglior torta al cioccolato che possiate assaggiare, grazie ad anni spesi nella ricerca delle migliori materie prime e nel rispetto della nostra ricetta. Ogni Torta di Vigolo è fatta a mano con passione, rispettando i tempi della crema e del forno, ognuna con la sua storia e la sua sfumatura di sapori. Non chiedeteci un prodotto sempre uguale nel peso e nella miscela di sapori. Noi del forno Perazzi non siamo macchine, siamo persone che mettono nelle torte la stessa passione che mette una nonna che cucina per i propri nipoti.”
Se non siete amanti del cioccolato però, non disperate, perché qui potrete trovare la crostata di albicocche, la crostata di prugne, la torta campagnola, la torta paradiso, quella con mandorle e amaretti, la torta parigina, la ciambella, la torta secca con le mandorle e la torta al limone. In più, sempre prodotti dal forno, ci sono i biscotti Buslanei della tradizione, i frollini, i mandorloni, i cioccolatoni e i biscotti magri. Che dire, se vi trovate a passare da queste parti, venite a prendere una decina di torte anche voi come ho fatto io e vedrete che la famiglia Perazzi ne sarà felice. Importante da sapere è che le torte, possono essere congelate, così che quando vorrete, potranno tornare perfettamente buone, saporite e perfette, come quelle fresche appena fatte.
Caricato tutto il ben di Dio nel baule, partiamo alla volta di Podenzano, un paese anch’esso non molto lontano da qui e sulla strada per raggiungere l’ultima tappa della gita, il borgo medievale ricostruito agli inizi del XX secolo, che si trova intorno al Castello di Grazzano Visconti, in provincia di Piacenza. Lungo la Via Guglielmo Marconi a Podenzano , si trova la bella e grande Chiesa Parrocchiale di San Germano, che si può ammirare dall’esterno quando si passa lungo la strada provinciale 40, ma che noi abbiamo intenzione di visitare anche all’interno, visto che alcuni siti internet del turismo locale, ne consigliano una visita. La scelta di informarsi bene, per organizzare questo giro al meglio, è stata davvero azzeccata, perché sia fuori che dentro, questa chiesa è davvero stupenda.
In questo luogo, si hanno notizie dell’esistenza di una pieve, già nel IV secolo, anche se la chiesa attuale, che si trova nel punto esatto dove sorgeva quella dell’anno 450 a.C., è stata fatta edificale nella prima metà del XX secolo. Il suo interno, è davvero bellissimo, pieno di affreschi colorati, con anche una Via Crucis. Cercando online maggiori informazioni, leggo che alcuni affreschi sono di Luciano Ricchetti e raffigurano Cristo Crocifisso, il Sacro Cuore di Gesù, la Via Crucis, la Madonna con la Bibbia, il Cristo Risorto, i Quattro Evangelisti e la Santissima Trinità. Il Sacrificio di Abramo invece, è opera dell’artista Paolo Perotti. Sempre qui, all’interno della chiesa, si può ammirare anche l’organo, che originariamente si trovava nella cattedrale di Piacenza.
Lasciando il comune di Podenzano per andare a Grazzano Visconti che si trova qui vicino, inizia a farsi sentire la fame anche perché ormai sono quasi le 13:30. Sapendo che all’interno del giardino che circonda il castello, c’è una bella e tranquilla area picnic all’ombra, ci siamo organizzati per fare una cosa un po diversa dal solito noioso e monotono ristorante e ci siamo portati insalata di riso fresca, torta salata con spinaci e formaggio fatta in casa, insalata con pomodori, cetrioli, cipolla, mozzarella, tonno e origano, gli involtini di prosciutto con formaggio e maionese, la frittata fredda con i pezzetti di guanciale, i pomodori e le zucchine ripiene, i tramezzini fatti in casa e credo di aver dimenticato anche qualcosa ma pazienza. Da bere acqua, coca cola, vino bianco e limonata, tutti freddissimi, grazie al mitico frigo da viaggio che si attacca all’accendisigari dell’auto, dove abbiamo tenuto anche la frutta. Il dolce non era previsto, ma avendo comprato 2 borse di torte poco prima, ne abbiamo approfittato per fare una degustazione. Caffè e digestivo invece, li abbiamo presi al bar all’interno del borgo.
Intorno alle 14:50, dopo un po di relax all’ombra e sferzati da un leggero soffio d’aria molto piacevole considerato il caldo e la bella giornata, iniziamo a visitare l’area del borgo di Grazzano Visconti. Gente in giro ce n’è poca, e sia nei vialetti che nei negozi si passeggia piacevolmente, tanto che tra una parola e l’altra, arriviamo alla piazza con la fontana nel centro, dove si trova anche la bella chiesetta medioevale di Sant’Anna. Gli edifici, anche se non sono di epoca medioevale, ma risalgono agli inizi del secolo scorso, sono molto belli e rendono l’idea di come poteva essere la vita all’interno di un villaggio sorto intorno a un castello, in quel periodo. Facciamo foto, guardiamo i negozi percorrendo via Carla Erba fino all’ingresso del cortile della Cortevecchia, che è una corte circondata da portici dove c’è anche un cancello che da sulla strada provinciale. Ritorniamo alla Via Carla Erba, proseguendo fino al Museo della Tortura.
Qui, inizia la Via Carlo Alberto dalla Chiesa, che ci porta fino alla Chiesa Parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano, dove una volta fatte le foto all’interno e all’esterno, giriamo per tornare indietro. Comprato qualche ricordino, un Pugio romano con il piedistallo da mettere nella mia taverna dove tengo tutti i souvenir e le cose acquistate nei tanti viaggi, un paio di calamite, bevuta una birra speciale di Grazzano Visconti di colore verde e decisamente molto soddisfatti, alle 16:45 siamo tutti in macchina, pronti per andare a cercare l’Azienda Agricola Molino Fuoco, nella frazione di Ca’ dei Gatti.
Di questo posto, ce ne ha parlato il personale de “La Taverna del Castello”, a cui abbiamo chiesto consiglio su dove era possibile recarsi per trovare un caseificio con vendita diretta nei paraggi. Giunti in questa tappa aggiuntiva del viaggio, abbiamo fatto scorta, potendo scegliere tra mozzarelle, primo sale, crescenza, yogurt, caciottine normali, caciotte col peperoncino, al finocchietto, allo zafferano e altro ancora, in un piccolo locale della fattoria, vicino alle belle mucche incuriosite dal nostro arrivo. Caricata in macchina anche quest’ultima borsa, partiamo per tornare verso casa, dove arriviamo pochi minuti dopo le 19, agevolati anche, dalla mancanza di ingorghi e code nella tangenziale di Milano.
Una bella esperienza, da ripetere sicuramente studiando nuovi itinerari a tappe come quella di oggi, cercando di approfittare di questi giorni post Covid, per vedere un po più di quella Italia che abbiamo spesso erroneamente tralasciato. Come sempre vi ringrazio per essere passati a leggere un articolo di questo Blog e vi ricordo che sono sempre a vostra disposizione scrivendo a riccardo@hosting-plus.it , per consigli, suggerimenti, aiutarvi nell’organizzazione di viaggi su misura o accompagnarvi in avventure un po fuori dai soliti percorsi battuti dai grandi flussi di turisti.
Grazie ancora e sempre Buon Viaggio