Sono le 4:30 qui a Reykjavik quando suona nuovamente la sveglia, questa volta per un appuntamento ben diverso dai precedenti che ho avuto nei giorni passati. Alle 5 infatti, per l’ultima volta, devo farmi trovare alla fermata, dove un pulmino passerà a prendermi per portarmi all’aeroporto internazionale di Keflavik, che dista circa 50 km dal centro città, che si percorrono in 45 minuti se non c’è traffico.
Mi vesto, metto giubbotto, scalda collo, guanti, tiro su il cappuccio, prendo il mio borsone da escursionismo, scendo nella hall dell’albergo per fare un check out automatico e lasciare la mia card magnetica nell’apposita cassetta appena prima di uscire dalla porta, e mi incammino. La notte è ancora fonda, intorno è tutto buio, e a salutarmi che ci sono le solite luci che tanto mi avevano emozionato quando ero arrivato giovedì, e il clima di pace e serenità, che ti entra nel cuore stando li. Saluto in fretta la città, prometto di tornare presto, e dopo 10 minuti sono già al mio posto su un pulmino vuoto che mi porta via.
Mancano 10 minuti alle 6 quando arrivo all’aeroporto, e mi fermo per fare colazione, avendo ancora un bel po’ di tempo libero. Subito dopo, affronto il controllo di polizia e dei bagagli che è molto ben organizzato, scrupoloso, ma allo stesso tempo anche abbastanza veloce. Giunto poi nella zona dei Gate e avendo ancora circa 5000 corone, acquisto una bottiglietta d’acqua e cerco qualcosa di carino da prendere per finire i soldi islandesi che ho.
Alle 7:15 finalmente, carico come un asino con borsone, sacchetto con gli acquisti, giubbotto che ho tolto visto il caldo dentro all’aeroporto e pure bottiglia acqua, mi presento al Gate D36, e mi metto in fila per poter salire sull’aereo. Alle 7:45 finalmente il volo Icelandair FI470 della compagnia di bandiera Islandese, decolla con destinazione Londra Gatwick, mentre io comodo al mio posto, sono già stufo e stanco.
Il volo dura circa 3 ore e alle 11:00 sto già camminando per raggiungere il controllo documenti e la zona degli arrivi dell’aeroporto londinese. Per la tratta che mi porterà poi da qui a Milano utilizzerò un volo Easyjet, quindi, dovendo aspettare ancora 2 ore, decido di andare a imbarcare il bagaglio, che per un pelo riesco a far rientrare in quelli a mano, con l’Hands free. Questa opzione, permette a chi ha un bagaglio a mano e non vuole portarselo in cabina, di imbarcarlo nella stiva, pagando una cifra che varia da 7 a 10 euro, in base alla tratta che si deve percorrere.
Ora, liberato del peso dello zaino, e con una sola borsa contenente quei souvenir un po’ troppo fragili per essere lasciati in uno zaino che inevitabilmente subirà urti durante le operazioni di carico e scarico, posso girarmi comodamente tutti gli shop presenti nell’area ristorazione e d’attesa di Getwick. Mi fermo in un negozio che vende abbigliamento sportivo, solo perché vedo le maglie originali della nazionale inglese di Rugby in offerta, ma come era logico pensare manca la mia taglia.
Provo allora quella del Manchester United, di cui trovo la taglia giusta, così come ci sarebbe anche di Manchester City, Liverpool, Chelsea e Tottenham, ma decido di non acquistarla perché in fondo, non la userei mai. Decido di optare per una scatola in latta di biscotti, tipo quelle dove di solito a casa la nonna ci tiene i bottoni, con raffigurato William e Kate, prima di dirigermi alle 12:15 verso il mio volo. Giunto al Gate alle 12.30 iniziano a farci salire sull’aereo e una volta completato l’imbarco, ci troviamo in solo 21 passeggeri, per via del grande problema scoppiato già giorni fa mentre ancora ero a Roma e che è ulteriormente peggiorato: il CoronaVirus che si sta diffondendo sempre più, soprattutto in Lombardia. Dopo 2 ore di volo, arriviamo finalmente al terminal 2 di Malpensa, che è letteralmente un aeroporto fantasma, senza persone, senza nessuno, con tanti voli cancellati e con pochissime auto nel parcheggio. Io recupero la mia auto e mi dirigo verso casa.
Anche questa avventura semplicemente magnifica è giunta al termine, ma questo virus inizia a preoccupare in modo serio dopo che tutti, me compreso, avevamo pensato fosse solo un’influenza un po’ più pesante. Staremo a vedere come evolverà la faccenda, anche perché Lunedì 9 Marzo dovrei accompagnare Paola e Carlo, con anche Fabio a Parigi fino al 12, e poi, il giorno 20, sempre di Marzo, dovrei partire per Tbilisi per visitare almeno le capitali di Georgia, Armenia e Azerbaijan anche se a questo punto la vedo abbastanza dura, considerando che già diverse nazioni hanno vietato l’ingresso a chi arriva dall’Italia.
Nel frattempo però, voglio ringraziarvi per essere stati con me a leggere i post di questo viaggio incredibile, quasi in un’altro mondo, che tantissime emozioni mi ha regalato. Spero di essere riuscito a farle vivere un pochino anche a voi e di potervi raccontare presto nuove avventure in luoghi altrettanto fantastici, come spero soprattutto che voi torniate a trovarmi. Con l’occasione vorrei ricordarvi anche che per comunicare con me potete usare i riferimenti presenti nel sito, sia che abbiate bisogno di organizzare un viaggio, sia che vogliate essere accompagnati o anche solo per chiedere qualsiasi informazione o scambiare due chiacchiere.
Posso organizzare viaggi in ogni stagione, a qualsiasi prezzo e in tutte le tipologie di strutture, anche per chi avesse bisogno di essere accompagnato. Personalmente, nei miei viaggi in solitario, cerco di scegliere periodi dell’anno dove si riesca a viaggiare low cost, cercando di vivere a stretto contatto con l’ambiente e la popolazione locale, che diventa sempre più difficile al giorno d’oggi, se si acquistano pacchetti completi di villaggio turistico.
In ogni caso comunque, grazie ancora e sempre Buon Viaggio a tutti !!