Góðan Daginn. (Buongiorno) Apro gli occhi e vedo la luce entrare dalla finestra qui a Reykjavik, dove oggi, non avendo puntato la sveglia, ho potuto riposarmi un po di più, dopo la giornata intensa, la caccia all’Aurora Boreale andata a buon fine nella serata e in parte nella nottata di ieri. L’intenzione di oggi, è quella di andare per prima cosa, a vedere il mercato chiamato “delle pulci” proprio qui vicino a dove si trova l’hotel, e successivamente, a vedere le altre zone e attrazioni che mancano, qui, all’interno della città e nelle zone appena fuori.
Una doccia veloce, una bella colazione con qualcosa di caldo e sono pronto per uscire, diretto come dicevo, al mercatino delle pulci, chiamato Kolaportid, che è aperto solo oggi e domani, ovvero nelle giornate di sabato e domenica. Seguo il navigatore dell’Iphone e lo trovo all’interno di un grande edificio disposto su un unico piano, quasi come fosse un mercato coperto. Entro e trovo le prime bancarelle, disposte a sinistra e destra in ogni corridoio, un po come una fiera campionaria, con venditori di prodotti nuovi, collezionisti, artigiani, oggettistica usata varia e, in una parte ben precisa dell’edificio, anche banchi di alimentari.
Mi aggiro al suo interno, fermandomi a guardare qualsiasi cosa attiri la mia attenzione, convinto che comunque, nulla possa interessarmi davvero, e per nulla, valga la pene di spendere soldi. Ricordo però, di aver letto da qualche parte su qualche guida, che è praticamente impossibile entrare in questo mercato, ed infine uscirne, senza aver preso qualcosa, anche di inutile, ma che sia arrivata a stimolare la nostra voglia di averlo, al punto che l’abbiamo acquistata.
Poco dopo aver pensato: “di certo nulla può interessarmi qui”, avevo già speso oltre 10000 corone, per due regali da portare a mia mamma, che è amante di ciondoli, collanine, braccialetti e borse. La prima cosa che ho acquistato è stato un pendente con collanina fatto con una sfera tonda di vera lava dei vulcani islandesi, levigata e fatta diventare della grandezza di una nocciola. Amo molto, quando viaggio, acquistare cianfrusaglie tipo soprammobile ecc, ma se devo fare dei regali soprattutto ai miei famigliari, preferisco prendere qualcosa di tipico, locale e possibilmente caratteristico del paese che sto visitando.
La seconda cosa che ho acquistato poi, è stata un’altra collanina, con un pendente tondo e piatto, di circa 3-4 cm di diametro, in metallo, con sopra affisso uno strato di quella che sembra stoffa, molto particolare e che personalmente, in 13 anni di viaggi, non avevo mai visto. Non essendoci molta gente, chiedo all’artigiano che le produce, se realmente si tratta di quello che credo, e mi conferma che Si…. È pelle di 5 diversi pesci tipici islandesi tra cui il salmone, che lui lavora, fa seccare, batte, alliscia, e rende simile a quella che può essere la pelle di serpente o di coccodrillo.
Finito il giro nell’ampia area dedicata ai banchi non alimentari, mi dirigo incuriosito, in quella parte di mercato, destinata al food, dove oltre a carne e pesce, sono presenti negozi di dolci. Non è una zona molto grande, e comprende all’incirca 8-10 banchi diversi, quindi non mi è difficile adocchiare un vassoio con una confezione e degli stuzzicadenti, che attira la mia attenzione, all’angolo di uno stand che vende pesce, quasi come se fosse un assaggio a disposizione dei passanti.
Vuoi vedere che in uno stand che vende pesce, hanno messo dei bocconcini di Hakarl, il famosissimo squalo fermentato, o come tanti lo chiamano, putrefatto, terrore di ogni turista che si reca da queste parti, da poter far assaggiare ai passanti?? Infatti, eccolo li, davanti ai miei occhi, che fa splendida mostra di se, nella scatolina di plastica, da dove si alza un incredibile odore di ammoniaca, che mi assicurano i venditori, essere completamente naturale. Un ragazzo svizzero, passa, scambia due battute con me sull’Hakarl, ne infilza un bocconcino, o annusa, fa una faccia disgustata che è un insieme di orrore e schifo, e facendo no con la testa, lo getta nel vicino sacco della spazzatura.
Qui, inizia la sfida, perché mi guarda e mi invita a provare. Mi sta lanciando la sfida ?? Rido e penso tra me che son partito da casa con l’idea di assaggiarlo, che sono stato sul punto di ordinarne una degustazione da 1500 corone al Cafè Loki ieri, che so essere una delle sfide più estreme in quanto a cibi, e ora con uno svizzero che mi sfida mi tiro indietro?? Mi avvicino, ne infilzo un boccone e lo annuso. L’odore così, è molto più intenso e pungente, e se prima era ammoniaca, ora è urina lasciata al sole. Fingo indifferenza e lo assaggio. Appena messo i bocca, il primo gusto che sento e di qualcosa di lungamente stagionato, ma non un gusto cattivo, tutt’altro. In seconda battuta arriva il gusto di pesce, che sembra tanto quello che può avere lo spada affumicato.
Mi piace… davvero… non è affatto come sembrava, e guardando l’amico che aspetta un cenno, gli dico che è buono e me ne prendo un altro pezzetto. Lo mangio, e intanto altri turisti capiscono di cosa si tratta e si fermano. Annusano un pezzetto, mi sorridono, ma facendo no con la testa fanno per andare a buttarlo. A quel punto inizia una scena che fa scoppiare a ridere tutta la gente che ci circonda. Gli dico di non buttarlo via, di darlo a me, e va da sé, che me ne mangio un altro pezzo. Una coppia di ragazzi asiatici, si cimenta nella sfida, che finisce mestamente come la precedente, cioè che me lo mangio io! Alla fine mi sono mangiato 6 pezzi di squalo, ne ho comprate 2 confezioni da 200 grammi e soddisfatto sono uscito dall’area food tra i complimenti degli Islandesi presenti .
Ho fatto un’altra crocetta, su una cosa che ci tenevo a provare in questo mondo, e ora posso dirigermi verso il lago che si trova in zona centrale, per vedere com’è, anche se ieri ci sono già passato con il bus. Arrivato al Lago Tjornin, trovo ad accogliermi un numero incredibile tra oche selvatiche, anitre, cigni, e altri volatili, che stanno mangiando pane gettatogli da alcuni bambini, sul molo, passeggiando tranquillamente tra le persone incuriosite. Mi siedo su un muretto, guardo la scena, faccio foto, fino a quando mi sento toccare una spalla e mi giro. Dietro di me, a 10 cm, trovo un grosso cigno giovane con ancora qualche striatura grigia sulla testa, segno che non ha ancora finito la muta delle piume, che mi sta guardando, aspettando qualcosa da mangiare. Un bimbo lo vede, si avvicina, gli getta un pezzo di panino, e una volta finito il boccone prosegue per la sua strada, aspettando altro cibo dagli altri individui presenti in quel momento.
Avendo ora necessità di risalire sul bus turistico per raggiungere un’altra zona, ma avendolo visto passare pochi minuti fa, decido di fare una passeggiata sul lungo lago, e ancora oltre, per godere del paesaggio, mentre raggiungo la fermata corrispondente alla Bus Station, la stazione degli autobus. Lungo il percorso posso ammirare, oltre al lago, anche la Frikirkian, una bella chiesa anch’essa luterana, sull’altro lato della strada rispetto al lago, e, proprio affianco il Museo di Arte Contemporanea Listasafn.
Giunto alla fermata e salito sul bus, raggiungo il vicino Perlan Museum, facilmente riconoscibile grazie alla suo forma che è data dall’insieme di 6 grossi serbatoi per la raccolta dell’acqua, che formano questo bell’edificio molto moderno e futuristico. Al suo interno, si possono esplorare tutte le meraviglie naturali dell’Islanda, attraverso diverse tipi di mostre. La cosa più bella da visitare qui, è una vera grotta di ghiaccio che si può anche esplorare. Altri punti salienti del Perlan, sono il penultimo e l’ultimo piano, dove si può accedere a una spettacolare terrazza panoramica, e a un ristorante disposto a 360° con un’incredibile vista sull’intera zona circostante.
Dalla terrazza, vedo sulla strada statale in lontananza il mio bus, dirigersi verso il Perlan, così, con l’ascensore scendo, e grazie proprio all’autobus, raggiungo il capolinea, mentre inizia una copiosa e abbondante nevicata. Arrivato alla fermata uno, mi scontro con la bufera di neve, che ha già imbiancato la strada, e decido di approfittarne per entrare a vedere l’Harpa, la sala dei concerti della città. Nella sala ovviamente, al di fuori degli orari di spettacolo con il biglietto, o degli orari di visita guidata, non si può accedere, ma il resto con atrio e scale che arrivano fino al 4° livello da cui si vedono bene le vetrate futuristiche e che cambiano colore, si può vedere liberamente e ne approfitto mentre fuori la neve, non accenna a diminuire di intensità.
Esco da qui ben coperto, e vista l’ora mi fermo in un locale per la cena, prima di tornare in hotel a riposare un po, questa volta senza dormire, perché da li a un’ora, devo essere nuovamente a prendere il bus delle 21:30, per inseguire nuovamente l’Aurora Boreale. Questa sera, la fortuna, non ci assiste e torniamo all’incirca verso le 2, dopo aver cambiato due postazioni diverse, senza successo. Poco male, non tutte le sere si può essere fortunati, altrimenti non sarebbe più, una cosa così incredibile e difficile da vedere.
Giunto in camera, bevo una birra che mi ero comprato nel pomeriggio, e, dopo aver puntato la sveglia per domani mattina presto, mi metto a dormire. Tra poche infatti, alle 8:30, ho appuntamento alla solita fermata, per l’escursione diretta al Golden Circle, che si concluderà poi nel pomeriggio con un bagno rilassante, alla Secret Lagoon, ma di tutto ciò ve ne parlerò domani, se avrete ancora il piacere di stare con me un questo viaggio.
Nel frattempo grazie a tutti amici e Buona Notte!!