Il primo vero giorno a Reykjavik è iniziato nella zona della reception, dopo una bella doccia, con la colazione, formata da pudding con la possibilità di aggiungerci uvetta, scaglie di cocco, scaglie di mandorle, miele, cereali e tante altre ottime cose, abbinate a latte, caffè, latte coi cereali, una fetta di torta fatta in casa, succo di frutta e tè caldo Rispetto a questa notte quando sono rientrato, al suolo, ci sono circa 20-25 cm di neve fresca, che è caduta nella notte, migliorando per quanto possibile, il già tipico paesaggio dei paesi del nord Europa.
Esco intorno alle 8:30, e guardandomi in giro come un bambino in un negozio di giocattoli, mi dirigo alla vicina Harpa, la bellissima e futuristica sala da concerti della città, che visiterò nei prossimi giorni, dove si trova la partenza del bus turistico Hop on Hop Off, che ho deciso di utilizzare col biglietto valido 48 ore, per raggiungere un po tutte le zone e tutti i principali e i secondari luoghi di interesse di Reykjavik.
Come è mia abitudine fare, compio prima un intero giro completo del tour, che dura circa un’ora e mezza, ascoltando, attraverso gli auricolari in lingua italiana, tutta la spiegazione delle varie fermate, i luoghi che si possono raggiungere e visitare in ciascuna di esse, e segnandomi sulla cartina del percorso, che si può prendere gratuitamente vicino al guidatore, tutti i posti dove mi interessa scendere, e quello che in ciascuno di esse, mi interessa visitare.
Primo stop, una volta finito quello che chiamo “sopralluogo”, è alla fermata del Reykjavik Maritime Museum, dove gironzolo scattando foto, lungo la Grandagardur, alla Nave della Guardia Costiera Odinn, ormeggiata li al molo, e a tutto il bel panorama del porto, che si può ammirare in questa zona. Giunto poi sulla strada parallela, entro a visitare il museo “Whales of Iceland”, dove, esemplari in plastica a grandezza naturale di balene, capodogli, megattere, delfini, e altri esemplari presenti in questi mari, fanno mostra di se, mentre, una guida audio, racconta le differenze e descrive ogni esemplare presente.
Uscito dal museo, che si trova all’omonima fermata del bus turistico, torno in Grandagardur, per entrare a bere una birra da Kaffivagninn, quello che risulta essere uno dei più vecchi, o addirittura il più vecchio ristorante d’Islanda quando l’orologio segna già 10 minuti a mezzogiorno. Raggiungo passeggiando, la vicina rotonda che porta in Ananaust prima e soprattutto l’Hringbraut, la lunga strada che porta al Museo Nazionale d’Islanda, dove in precedenza, passando col bus, ho visto alcuni murales che voglio fotografare.
Percorro un paio di chilometri lungo questa via, e una volta raggiunta la fermata del Museo Nazionale, risalgo sul primo bus rosso mostrando il mio ticket valido per 2 giorni, e in 10 minuti sono finalmente davanti alla grande chiesa, che era tra i monumenti che più ci tenevo a vedere, quando da casa, preparavo questo viaggio, ovvero la Hallgrims Kirkja.
Scatto alcune foto ed entro in questa chiesa di credo Luterano, e, dopo averne ammirato l’interno, l’altare e lo splendido organo che si trova sopra il portone d’ingresso, mi dirigo al chioschetto che vende candele, cartoline e souvenir religiosi. Qui, acquisto un ticket, per poter accedere all’ascensore che porta sul campanile, all’altezza degli orologi, e poi, con le scale, salgo altri 3 piani e arrivo nella parte più alta, da dove il panorama è semplicemente mozzafiato su tutta la città e dove tutti, vengono per scattare ottime fotografie della baia.
Proprio davanti alla Hallgrims Kirkja, si trova un ottimo locale, il Cafè Loki, abbastanza conosciuto e frequentato in città, che serve soprattutto piatti islandesi di ottima qualità, dove però, vista l’ora e il non troppo appetito, ordino un tè caldo con 2 biscotti al burro, per potermi rilassare e riposare un po, restando soprattutto al caldo per una mezz’oretta. Prendendo poi la strada che corre a destra uscendo dalla chiesa, torno in Saebraut, la grande via che costeggia il mare, e da dove, percorrendola in direzione dell’Harpa, cioè in direzione del centro città per capirci, si arriva alla famosa Solfar.
La Solfar, è l’altra attrazione che ero ansioso di vedere, dopo averne tanto letto, sulla guida e su internet prima di partire. Si tratta di una scultura in acciaio inossidabile stilizzata che rappresenta una nave vichinga, e che si affaccia sulla baia di Reykjavik. Essa fu commissionata ed installata, per festeggiare i 200 anni da quando fu concesso lo status di città dalla corona danese, all’allora insediamento presente qui, che contava circa 200 abitanti.
Ammetto che sono felice, emozionato per essere qui, con negli occhi decine di cose magnifiche, ma stanco, così, decido di arrivare fino a Hverfisgata, una via che dista si e no 200 metri, per fotografare un altro splendido ed enorme murales che mi aveva incuriosito prima. Ritorno poi indietro percorrendo un piccolo pezzo di Laugavegur, la via più trafficata dagli amanti dello shopping a Reykjavik, dove vedo un bellissimo negozio che vende souvenir islandesi, e dove acquisto anche qualche ricordo da regalare e da portare a casa tra cui un simpatico vichingo, con la bandiera islandese sullo scudo.
Sono ormai le 18:30, quando arrivo nella mia stanza d’hotel, dove mi concedo giusto il tempo per spogliarmi, fare una doccia, puntare la sveglia del cellulare sulle 20:45, prima di crollare addormentato nel letto. Il tempo per riposare non è molto, ma mi alzo volentieri, mi vesto velocemente e torno in strada, perché alle 21:30, dalla fermata pubblica numero 3, passa il bus che mi accompagnerà alla mia prima caccia all’Aurora Boreale.
La fermata dista 5 minuti a piedi dal mio hotel, e quindi circa 3 e mezzo dal chiosco che fa gli hot dog, perciò, non essendo una grande idea quella di fare un’ora di pullman, 2 o 3 ore nella neve al freddo della notte, e un’ora di ritorno, il tutto a stomaco vuoto, mi concedo un paio di panini con una birra, che alla fine scalda e fa vedere il mondo ancor più bello. Come previsto, dopo 50 minuti di strada in mezzo al buio più completo, l’autista e la guida ci annunciano che tra poco, saremo nel punto dove questa sera, danno la maggior probabilità di avvistare l’Aurora Boreale.
Dopo altri 5 minuti infatti, la guida, ci avvisa che, guardando alla nostra destra, fuori dal finestrino, una quasi impercettibile linea verde nel cielo, annuncia che lo spettacolo sta per aver inizio. Arriviamo a destinazione, quando nel cielo la linea che prima era proprio leggera leggera, si è fatta più intensa, e ha cominciato anche a danzare, sospinta dal vento che sferza su di noi a terra, ma ancora più forte sarà in alta quota.
Da li a qualche minuto, lo spettacolo diventa incredibile. Una brillante luce verde di tantissime tonalità diverse, danza nel cielo proprio davanti a noi, mentre intorno c’è solo buio e neve a farci compagnia. Un sogno inseguito e desiderato da tanti tanti anni, è li, davanti ai miei occhi, e a quelli di chi stasera è salito sul bus insieme a me. Un grande peso, si leva in quel momento dallo stomaco, il peso della possibilità che sempre esiste, di venire in Islanda nella stagione giusta, e come successo a molti, di non riuscire a vedere l’Aurora, neanche una volta. Avevo sentito parlare spesso dell’invidia verso chi, arrivato qui, riusciva a vedere alla prima sera l’Aurora Boreale, ma non avrei mai pensato di essere tra quelli, che sarebbero rientrati in quel gruppo di fortunati.
Proprio mentre si avvicina l’ora della partenza per poter rientrare, la Northern Light, come viene chiamata l’Aurora da queste parti, si affievolisce sino a tornare quella debole linea che ci aveva accolto al nostro arrivo. Così, ci accompagna fino a dove le luci di Reykjavik si fanno più intense, rendendone impossibile l’avvistamento. Da solo, in una città deserta, cammino alle 2:30 verso l’hotel, con negli occhi ancora quelle luci, e nel cuore una grande emozione che mi porterò dentro per tutta la vita. Sono nel letto, penso e ripenso alla giornata di oggi, a cosa ho visto, e a cosa ho vissuto stanotte, fino ad addormentarmi. La sveglia per domattina non è puntata, perché l’idea, è quella di riposarmi e poi al risveglio, di girare per concludere almeno un’intera visita alla città, usando il biglietto per il secondo giorno del bus turistico.
Nell’attesa quindi, di avermi di nuovo ospiti nel mio blog, vi saluto, vi ringrazio e vi do appuntamento a domani, per il terzo giorno qui a Reykjavik.
Buonanotte amici e sempre infinitamente grazie !!