Questa mattina mi sarei voluto svegliare tardissimo, visto che sono rientrato ieri sera dal mio viaggio a Roma, ma devo svuotare la valigia, mettere tutto a lavare, e prepararla nuovamente con abbigliamento molto pesante, perché tra soli due giorni, ho in programma un nuovo viaggio, questa volta in Islanda, a Reykjavik, e nelle aree limitrofe, probabilmente fino alla città di Vik i Myrdal.
Partiamo col dire che questo viaggio era previsto inizialmente dal 20 al 27 Gennaio, ma purtroppo, per un riacutizzarsi della malattia renale cronica che mi porto in giro dal 2004, ho dovuto passare una settimana in ospedale dal giorno 18, e va da se che non ho potuto far altro che rimandare. La cosa positiva è stata che, parlando con l’hotel tramite il sito che abitualmente uso per le mie prenotazioni, mi hanno concesso di usufruire lo stesso dell’hotel senza pagare supplementi o penali, appena fossi stato pronto per partire, e tra una cosa e l’altra eccoci qui, a preparare finalmente l’anteprima.
I punti interrogativi sono tanti, soprattutto per via del fatto che l’Islanda è un paese quasi all’interno del Circolo Polare Artico, e Reykjavik è la capitale più a nord di tutto il Mondo. Alla fine di Febbraio, l’inverno fa sentire ancora tutta la sua forza, soprattutto in nazioni cosi a nord, ma se ben equipaggiati con materiali adatti a queste latitudini, soprattutto con scarpe che permettano di mantenere i piedi asciutti, e che facciano una buona presa nel ghiaccio e nella neve, non dovrebbero esserci grossi problemi.
Del resto, mi ero preparato per partire a Gennaio, e quindi sono decisamente attrezzato, e pronto all’avventura. Molte delle persone a cui ho parlato di questa partenza imminente, mi hanno chiesto come mai un viaggio in un posto così freddo, proprio in Inverno.
La risposta è molto semplice: Solo nei mesi che vanno da Ottobre a Marzo, con una concentrazione particolare in quelli di Dicembre, Gennaio e Febbraio, è possibile avventurarsi nelle zone al di fuori della capitale, dove le luci artificiali sono pressoché inesistenti, per aspettare di vedere il sogno chiamato Aurora Boreale.
L’ Aurora Boreale infatti, è un particolare fenomeno meteorologico, decisamente raro, che avviene solo a certe latitudini, soltanto nel periodo più freddo dell’anno, e solo se determinati fenomeni sono presenti contemporaneamente. Si possono avere Aurore più intense, altre più deboli, periodi in cui si ha la fortuna di vederla per 10 giorni consecutivi e altri, causa nuvole, pioggia o semplicemente la mancanza di una sola delle caratteristiche che ne permettono l’apparizione, di non vederla per diverse notti consecutivamente. Io, non voglio essere egoista, e restando a Reykjavik per 6 notti, mi accontenterei di vederla anche solo una volta e di media intensità .
Per il resto, parto con l’obbiettivo di vedere bene la città e di raggiungere un livello di conoscenza tale, da poter accompagnare in futuro, altre persone che avessero la necessità di essere accompagnate, o che, mi richiedessero di pianificare un viaggio per loro da quelle parti, che poi è un po l’obbiettivo vero e proprio di questo sito. Durante la mia permanenza poi, ho intenzione di fare qualche escursione guidata in gruppo, soprattutto nel Circolo d’Oro (Golden Circle) con Secret Lagoon, e magari un’altra che arriva fino a Vik i Myrdal e che si chiama “Islanda del Sud”, che comprende anche, le Cascate e la Spiaggia di Sabbia Nera.
Altre cose che mi piacerebbe vedere in Islanda, anche se forse non avrò ne il tempo per cercarle e neanche la possibilità in quanto non è la stagione migliore, sono le balene, le orche, e le simpaticissime Pulcinelle di Mare, e che in Islanda chiamano Puffin. Per quanto riguarda le balene e le orche, indubbiamente qualcuna c’è, ma non sono molte in questo periodo dell’anno, e non è affatto facile che salgano in superficie per essere avvistate, se non in fortuiti casi. I prezzi poi, per un’escursione di whale watching, sono abbastanza alti, e sarebbe meglio spenderli in un periodo in cui si hanno maggiori possibilità di avvistamento, e soprattutto dove faccia molto meno freddo andar per mare.
Discorso diverso è invece per i Puffin, che in inverno, si spostano in mare aperto, nelle acque ghiacciate, lasciando l’Islanda a fine estate, per farvi poi ritorno a fine Marzo, per nidificare. A meno che quindi, non sia rimasto qualche esemplare solitario in giro sulle scogliere a picco sul mare, non ci saranno Puffin nel mese di Febbraio.
Torniamo un attimo, prima di affrontare l’aspetto culinario dell’islanda, a parlare della città di Reykjavik, dove tra le altre cose, mi sono appuntato alcune mete, che sono curioso di andare a vedere. Partiamo con il grande edificio che si può ammirare da ogni angolo della città, e che è uno tra i più iconici in assoluto ovvero, la Chiesa di Hallgrimur. L’Hallgrimskirkja, è una chiesa Luterana, famosa per la sua facciata, formata da alte colonne di cemento, disposte in modo da formare due ali, ai lati del Campanile, che raggiunge i quasi 75 metri di altezza e dalla cui torre campanaria, si può godere di un’incredibile vista su praticamente tutta la regione.
Un’altra imperdibile attrazione turistica, simbolo della città , è la Solfar, la “Nave del sole” o Nave vichinga”. La Solfar infatti, è la scultura in acciaio inossidabile stilizzata che rappresenta una nave vichinga, e che si affaccia sulla baia di Reykjavik. Essa fu commissionata ed installata, per festeggiare i 200 anni da quando fu concesso lo status di città dalla corona danese, all’allora insediamento presente qui, che contava circa 200 abitanti.
In ultimo, benché tutta Reykjavik sia considerata uno spettacolo per gli occhi e per lo spirito, leggendo qua e la nelle guide e su internet, mi affascina molto la zona del lago Tjornin, che si trova in centro città , perché di solito, dove c’è un laghetto, c’e sempre molta natura, le Oche, le Anatre e magari dei Cigni, e si crea sempre una bella atmosfera anche se è facile pensare, che in questa stagione, sia tutto ricoperto di ghiaccio e neve.
Ultimo ma non da meno, l’argomento food & beverage in Islanda, è uno dei più affascinanti e curiosi di tutta Europa. Uno dei cibi più famosi dell’isola, che non ho intenzione di assaggiare solo perché non ne condivido la caccia, e non voglio alimentarne ulteriormente la richiesta e il commercio, è la balena, che viene preparata di solito alla piastra, come le normali bistecche, a cui poi, si avvicina anche di più come sapore. Il pesce, vista la posizione geografica, è una delle materie prime più facili da reperire, quindi via libera a moltissime preparazioni ittiche alla piastra oppure lavorate, come per esempio il Plokkfiskur che è una specie di purea con l’halibut e che ho messo nella mia lista delle cose da provare.
Molto presente, è anche la carne ovina, perché in Islanda, ci sono molte più pecore che persone, quindi la sua carne è alla base di molte preparazioni. Tra le cose più strane, che però io ho già abbondantemente mangiato durante il mio viaggio a Cipro di 2 anni fa, c’è la testa proprio della pecora, che contiene il cervello, la lingua, e molta carne. In ultimo in questa mia esposizione, ma assolutamente primo nel mio elenco di cose da fare e provare una volta arrivato in città , c’è il mitico Hakarl, ovvero lo squalo fermentato islandese, che molti chiamano anche squalo putrefatto.
L’Hakarl, in una speciale classifica di cui ignoro gli autori, è stato posto all’apice delle cose più disgustose da mangiare nel mondo, per il suo odore fortissimo di ammoniaca e il gusto di fermentato. In molti programmi tv, l’hakarl, è stato usato per delle sfide estreme, provocando ribrezzo, e voltastomaco nei concorrenti. Io ovviamente, che sono amante di tutte le sfide, con particolare attenzione verso quelle culinarie, non posso lasciarmi scappare questa occasione, anche perché risulta essere una vera prelibatezza, soprattutto nella popolazione più anziana dell’Islanda. Da sottolineare che gli squali, non vengono cacciati, ma si usano solo quelli che vengono rinvenuti morti, all’interno delle reti dei pescatori, che nell’arco della storia, hanno trovato il modo di rendere commestibile la sua carne originariamente tossica, lasciandola fermentare anche per 36 mesi, appesa all’aperto.
In conclusione, questo è un po quello che mi aspetta durante questo viaggio, oltre a tantissime altre cose che mi troverò ad affrontare, vedere ed assaggiare nei 7 giorni di permanenza a Reykjavik e zone limitrofe. Come sempre vi invito a seguirmi, leggendo gli articoli che pubblicherò alla fine di ogni giornata, dove potrete scoprire insieme a me, qualcosa in più su quest’isola meravigliosa immersa nei ghiacci dell’estremo nord Europa, meta di migliaia di turisti ogni anno, e luogo dove la natura ha posto la sua dimora accompagnata da molte creature magnifiche.
Vi aspetto, e come sempre… Buon Viaggio a tutti !!