Suona la sveglia, qui al numero 26 di Smetanovo nábř., a pochi metri dal Ponte Carlo nel quartiere di Starè Mestò, che per intenderci, è quello vecchio, dove si trova la Chiesa del Tyn. La giornata è fredda, ma meno di quello che ci si aspetterebbe in questo periodo dell’anno.
La nostra intenzione, è quella di riuscire a vedere, senza correre, tutte e quattro le zone principali del centro più il castello, con tutte le attrazioni che ciascuno offre. Il tempo a nostra disposizione non è tanto, quindi preferiamo tralasciare alcuni musei, che pur essendo molto interessanti, non rientrano tra le priorità di questa gita, ma lasciamo per il tardo pomeriggio, se avanza del tempo, la possibilità di visitare quello delle statue di metallo nei pressi di Piazza Venceslao.
Si parte intorno alle 8:30 mentre il sole si alza nel cielo dal Ponte Carlo, che imbocchiamo dalla Torre del ponte della città vecchia, dove c’è la Chiesa di San Salvatore con la facciata piena di grandi statue, la Chiesa di San Francesco d’Assisi con davanti la statua di Carlo IV Re di Boemia.
Percorriamo tutti i 516 metri della sua lunghezza , scattando foto al fiume Moldava sottostante e alle 30 statue sistemate alla destra e alla sinistra del ponte, che raffigurano Santi in un modo o nell’altro, legati alla città. Una volta sull’altro lato del fiume, svoltiamo a sinistra e ci fermiamo in un bar molto bello e tranquillo per fare colazione.
La giornata sarà lunga e impegnativa dal punto di vista del cammino quindi l’ideale è cominciare alla grande con un cestino contenente 4 fette di pane tagliate da un filoncino, 2 grosse fette di pane nero di segale, uno scodellino con il burro, uno con la senape, uno con la mayonese e il ketchup e un altro piatto con 3 uova all’occhio di bue, 4 wurstel alla piastra, 3 fette di prosciutto di Praga e un pugnetto di insalata con i pomodori (di cui non capisco l’utilità non avendo noi ne coniglio ne capretta). Scherzi a parte, è stata davvero una svolta positiva e un ottimo modo per iniziare la giornata.
Ora, sazi e contenti, ci dirigiamo verso il grande murales dedicato a John Lennon poco distante, e successivamente, alla Chiesa della Vergine Maria Vittoriosa dove si trova la statuetta alta circa 45 cm del Gesù Bambino di Praga insieme al museo con i vestitini che vengono usati per vestire mensilmente il Bambinello. Poco oltre la chiesa, imbocchiamo la strada che porta fino alla Hradcanskè Nam., la piazza davanti all’ingresso del castello della città.
Intorno alla piazza e all’interno della zona chiamata castello, si trovano poi, tante altre cose interessanti che vi occuperanno almeno un ora e mezza se non due. La più appariscente, che colpisce al primo sguardo, è l’imponente Chiesa di San Vito. Seguendo poi le vie che, interne alle mura, vi troverete alla parte inferiore, dove c’è la Via dell’Oro da cui poi parte una lunga scalinata che vi riporterà di nuovo in basso, a livello del fiume, alle spalle del quartiere ebraico.
Proprio il vecchio cimitero ebraico, con la sua aurea di mistero, dato anche dal fatto che è chiuso e intatto dal 1700, è la nostra prossima meta, insieme alla Sinagoga Klausen, la Sinagoga Vecchia-Nuova e la Sinagoga Pinkas. In questo quartiere, Jesefov, ci sono molti negozi di souvenir tipici della tradizione e della religione ebraica e tra questi, si trovano libri e statuine in terracotta sulla curiosa e interessante leggenda del Golem di Praga.
La leggenda del Golem, narra di continue violenze e soprusi ai danni della comunità ebraica al punto che il rabbino Loew, nella soffitta della Sinagoga Vecchia-Nuova, mescolando il fango della Moldava coi i 4 elementi della terra, creò il Golem, o forse più Golem che avevano il compito di difendere la sua gente. Successivamente, uno dei Golem, che erano privi di parola, iniziò a distruggere tutto quello che incontrava costringendo così il rabbino a disfarlo, senza più crearne di nuovi.
Finita la zona di Jesefov, in pochi minuti di cammino, arriviamo alle spalle della grande Chiesa di San Nicola in piazza dell’Orologio proprio 10 minuti prima dello scoccare delle 15 e ne approfittiamo per assistere di nuovo, allo spettacolo del carillon dell’Orologio Astronomico con lo scheletro che suona la campanella, i Santi affacciati alle finestrelle che scorrono e il gallo che alla fine fa un mix tra un canto e una pernacchia. Il tutto dura più o meno 1 minuto, comprendendo i rintocchi dell’ora, ma resta una delle cose imperdibili da vedere a Praga.
Continuando il nostro tour, andiamo prima alla Porta delle Polveri e poi, prendendo Na Prikope, una via molto bella con molti negozi di moda ed eleganti hotel, arriviamo all’inizio di Piazza Venceslao dove si trova il Museo delle Figure di Metallo che visiteremo più tardi. Più che una vera e propria piazza, Venceslao, è un lungo e ampio viale, lungo 750 metri, leggermente in salita nella parte finale, che culmina con l’enorme palazzo del Narodni Museum dove sono esposte varie collezioni di scienze naturali, mineralogia, archeologia, antropologia e numismatica ma che noi, abbiamo deciso di non visitare, perché, essendo davvero enorme ci avrebbe impegnato troppo tempo.
Molto più veloce da visitare invece, il Museo delle Figure in Metallo, ci permette di vedere in mezz’oretta , circa 10 riproduzioni, in scala 1/1 perfettamente rifinite nei minimi dettagli, di auto di lusso, una Jeep e una 500 vecchio modello, tutte munite di volante, cambio, interni e pneumatici anch’essi realizzati in metallo. Oltre a questo poi altre 90 sculture di robot, personaggi famosi dei film, dei cartoni animati e delle fiabe tra cui i Minions, i personaggi di guerre stellari, Topolino, Paperino, Shrek con Fiona e Ciuchino, Pinocchio, Tazmania e tanti altri. Se passate da qui, il prezzo vale sicuramente lo spettacolo.
L’orologio segna già le 17:00 quando, usciti dal museo, ci prendiamo comodamente un aperitivo nel locale dove ieri abbiamo conosciuto il ragazzo dall’aspetto irlandoscozzese, per avviarci poi verso casa a fare una doccia, in attesa di uscire per andare a cena. La serata è decisamente più freddina di ieri, quando alle 20:30, dopo aver riposato all’incirca 3 ore a casa, usciamo per andare al ristorante U Supa, perché va bene la colazione abbondante… ma dopo 12 ore di cammino spizzicando qui e la street food, un certo languorino si fa sentire.
L’interno è molto bello e con due ampie sale in stile birreria bavarese, con grandi tavoli in legno e un grande bancone a isola nel centro della sala, con diversi spillatori per le birre. Un cameriere molto gentile ci accompagna al tavolo parlando un pochino di italiano, (e ad essere sincero è stato anche l’unico gentile tra tutti quelli che, per una cosa o l’altra, sono passati a servirci). Diamo un occhio al menù, e nel frattempo, al tavolo accanto al nostro, che ospita tre turisti tedeschi, arrivano due fantastici taglieri in legno con sopra quella che sembra essere carne con salse varie per i primi due, seguiti da un piatto di Goulash e crauti per il secondo.
La vista di quella meraviglia mi spinge a chiedere a uno di loro, di cosa si trattasse e molto gentilmente mi indica dal menu il Cosciotto di maiale alla brace con terrina di purè. Ne ordiniamo tre anche noi e in circa 15 minuti arriva un cosciotto favoloso, croccantissimo fuori e morbido dentro, cotto alla perfezione, grande, con la terrina di purè e delle salse che però, sinceramente non ho neanche assaggiato. Un paio di boccali di ottima birra scura, hanno aiutato a rendere tutto ancora più bello.
Soddisfatti, un po stanchi, ma non ancora appagati del tutto dalla giornata che si sta concludendo, andiamo a scattare qualche foto con le luci della sera, anche per fare due passi dopo il cosciotto, prima al Teatro Nazionale affacciato sulla Moldava a sud del Ponte Carlo e poi, finalmente, alla Casa Danzante che ancora non abbiamo visto. La Casa Danzante, è un edificio sede degli Uffici Nazionali Olandesi, che è conosciuto anche col nome di Fred&Ginger (da Fred Astaire e Ginger Roger) perché ricorda due ballerini impegnati in un grazioso passo di danza. La parte destra, in cemento, ricorda la parte maschile della coppia, mentre la parte sinistra, in vetro, ricorda la parte femminile, con una sorta di gonna, e con al centro quello che se sembra essere il braccio di lui che le cinge la vita come in un passo di ballo.
Risalendo il lungofiume verso il centro città, a 700 metri di distanza, dopo l’ultima passeggiata notturna sul Ponte Carlo sgranocchiando un Trdlo classico alla cannella c’è finalmente il nostro appartamento, dove arriviamo all’1:45 di notte. E’ giunto il tempo di dormire, perché domani mattina avremo ancora qualche ora a disposizione per fare colazione, tornare a salutare ciò che più ci è piaciuto e comprare gli ultimi souvenir prima delle 13, quando il nostro autista, ci porterà all’aeroporto per la partenza del nostro volo per Milano alle 15:45. La giornata è stata molto intensa, piena di tante meraviglie e ricca di emozioni che non dimenticheremo forse mai.
A Domani Viaggiatori e Buonanotte anche a voi.