Secondo tour e seconda sveglia puntata alle 7:30 consecutiva, per poter arrivare in tempo alla fermata del bus, che dista meno di 200 metri dal Loft Hostel in cui mi trovo, qui in centro città. Il tour, inizialmente, lo avevo prenotato con una compagnia, che però ieri mi ha avvisato del fatto che essendo impossibilitati a farlo, mi avrebbero passato a un’altra agenzia che invece lo effettua regolarmente.
Purtroppo il covid, ha segnato molto anche le comunità di queste latitudini, perché i turisti scarseggiano anche qui e non tutte le compagnie di escursione, riescono a raggiungere un numero minimo di partecipanti per poter effettuare i tour senza rimetterci. Accade così quindi, che chi è in difficoltà, giri i clienti ad altre agenzie che invece sono riuscite a raggiungere un numero sufficiente di iscritti. Prima del virus, era necessario prenotare anticipatamente per essere sicuri di riuscire a fare i tour, vista la tantissima richiesta, ma ora sono tempi duri per tutti.
Alle 8:30 quindi, mi faccio trovare alla fermata, quando il bus arriva e mi carica, insieme ad altri due ragazzi alla fermata numero 3. Facciamo il consueto giro delle fermate a raccogliere un po tutti, ma quest’oggi non siamo più 7 come ieri, ma 17, in un minibus simile all’altro, anche se era di un’altra compagnia. Proprio come ieri poi, il nostro autista è anche la nostra guida, quindi sempre lui, una volta partiti e imboccata la Ring Road, ci illustra l’itinerario di oggi.
Cosa vedremo in questo tour lo so già, perché l’ho già fatto in inverno, quando però era la neve e il ghiaccio a prevalere, mentre oggi, regnano le mille tonalità diverse di verde dei prati e dei monti. Mentre lasciamo la capitale alle nostre spalle, saliamo rapidamente sulle montagne, con la centrale geotermica di Hellisheidi che fluttua vapore attraverso gli aspri campi di lava.
Poi scendiamo in picchiata dall’altra parte del passo di montagna verso la pianura costiera, avvicinandoci alla città di Hveragerdi, famosa per le sue serre e il “fiume caldo” di Reykjadalur, situata in una fossa tettonica tra le due placche continentali dell’Eurasia e dell’America. Presto raggiungeremo le cittadine di Selfoss, Hella e Hvolsvollur, fino ad arrivare alla prima tappa del nostro tour di oggi, alle 11:40, la cascata di Skogafoss
Skogafoss, è una delle cascate più iconiche del mondo e uno dei luoghi più famosi del paese, soprattutto da quando anch’essa è stata usata in “Game of Thrones”. A causa della sua posizione esposta a sud, è spesso ricoperta di arcobaleni, poiché la cascata d’acqua di 60 metri, produce molti spruzzi che incontrano i raggi del sole. Prima di raggiungere la cascata, sulla destra, si trova l’inizio della scalinata che permette di salire sulla parte alta del monte, da dove l’acqua cade verso il basso, per vederla da un’angolazione privilegiata che ho già visto questo inverno.
Alle 12:15, saliti tutti sul minibus, partiamo per la seconda tappa, il piazzale della chiesetta di Vík í Myrdal, dove giungiamo alle 12:45 e da dove si ammira un panorama davvero bellissimo del villaggio sottostante e della spiaggia nera. Nelle giornate di bel tempo poi, si riescono a vedere anche le grosse rocce troll in lontananza. Vík í Mýrdal è una piccola comunità e un villaggio di pescatori, tappa obbligata soprattutto per turisti e viaggiatori lungo la Ring Road. Uno dei motivi, è che qui, si trova una stazione di servizio ed un piccolo ristorante e ci sono molti chilometri, prima di incontrare i prossimi lungo la strada.
Il secondo invece, è perché nei pressi di Vík, si trovano importanti attrazioni turistiche, che richiamano tutti i turisti che visitano Reykjavik. Tempo di osservare il panorama, la chiesetta e scattare qualche foto che è ora di ripartire per scendere nella parte bassa del villaggio, nei pressi dell’Oceano, dove facciamo tappa per il pranzo libero, nell’unico centro commerciale di Vik, dove si trova il ristorante che ho citato prima e il distributore di carburante che invece è adiacente.
Per questa sosta, abbiamo all’incirca un’ora e 10 minuti ma, dal parcheggio del market dove ci lascia il nostro autista, parte anche il sentiero lungo una cinquantina di metri, che porta sulla bellissima e lunga spiaggia di sabbia nera di Vik, quindi durante la pausa, preferisco prima andare qui, fare le foto, ammirare le onde dell’Oceano, le montagne troll sulla parte destra al di sotto del promontorio e solo successivamente andare nel negozio a passeggiare tra i souvenir, l’abbigliamento tipico invernale che qui non manca mai e le tantissime altre cose che si possono trovare al suo interno.
Quelle che vengono identificate come le rocce Troll che si trovano tra la Black Sand Beach davanti a Vik e l’altra parte oltre il promontorio chiamata Reynisfjara, sono dei faraglioni, che secondo una leggenda, erano Troll che furono sorpresi dai raggi del sole del mattino, mentre rientravano a riva dopo essere andati a recuperare un’imbarcazione naufragata e furono trasformati in pietra all’istante.
Ovviamente, chi ama l’Islanda, sa che le cose sono andate davvero così, ma sono ancora tanti gli scettici che non vogliono crederci, oppure che non ne sono completamente convinti. In ogni modo, finito di vedere la spiaggia, finito il giretto del market e fatta una tappa obbligata in bagno, possiamo rimetterci in marcia verso la prossima tappa, che è proprio la spiaggia di sabbia nera Reynisfjara, oltre il promontorio.
Arrivati al parcheggio in poco più di 10 minuti, siamo liberi di andare alla scoperta di questo luogo che, come i precedenti, ebbi il piacere di visitare già pochi mesi fa, dove però l’inverno, il freddo, il mare gonfio di onde alte e violente, prevalevano su tutto, quindi oggi posso vederli con un occhio nuovo. La famosa spiaggia di sabbia nera di Reynisfjara, è famosa per le colonne di basalto dalla forma meravigliosa che abbracciano le scogliere, proprio quelle dove le onde andavano a infrangersi questo inverno.
Ora invece, il mare è molto più calmo ed è anche rientrato di una trentina di metri, liberando molta spiaggia che prima era sommersa e restituendo alla vista e alla possibilità di visitarla, una bellissima grotta che proprio come la spiaggia, era sommersa solo 4 mesi fa. In più, sulla scogliera che si trova proprio sopra le nostre teste e tutt’intorno alla grotta, posso ammirare centinaia di Pulcinelle di mare, che avendo fatto i loro nido, ora fanno la spola con il mare per portare cibo ai piccoli che sono sicuramente già nati. Visito tutto con calma fino alle 14:50, quando ritorno al nostro bus per poter essere puntuale alla ripartenza delle 15.
Come già vi dicevo nel diario della giornata di ieri, questi tour sono molto belli e intensi, perché oltre ad avere il tempo sufficiente per vedere bene ogni luogo, sono anche composti in modo che ci sia davvero pochissima strada tra un’attrazione e l’altra. Per passare dalla spiaggia di Reynisfjara a un ghiacciaio di alta montagna infatti, qui in Islanda, bastano 30 minuti ed infatti noi alle 15:30, siamo sul sentiero a piedi che in circa 300 metri, ci permette di vedere il maestoso Solheimajokull.
I ghiacciai coprono circa il 10% della superficie totale dell’Islanda e quello che stiamo visitando ora, il Solheimajokull, che fa parte di uno dei più grandi ghiacciai del paese, il Myrdalsjokull, è solo uno dei diversi che sono presenti qui. Noi ci limitiamo ovviamente a guardarlo da circa 1000/1200 metri dall’inizio del ghiaccio vero e proprio, ma soprattutto in questi mesi estivi fino a inizio Ottobre, è possibile prenotare un extra opzionale in questo tour, per fare un’escursione sul ghiacciaio, con una guida e ovviamente tutte le attrezzature di sicurezza necessarie ad affrontare un’arrampicata su un ghiacciaio.
Guardando il Solheimajokull, non si può non notare anche il lago carico di grossi blocchi di ghiaccio che stazionano al suo interno, in attesa di sciogliersi e di essere portati a valle dai torrenti, oppure che arrivi un nuovo inverno e li faccia diventare parte integrante dell’immensa distesa di ghiaccio e neve, che potei ammirare a inizio Marzo. In tutto, dal parcheggio al punto più lontano da dove si può ammirare il meraviglioso panorama del ghiacciaio e del lago, ci sono 400 metri, quindi, in mezz’ora riesco comodamente ad andare, tornare e anche restare 15 minuti a contemplare quella bellezza incredibile, prima di essere di nuovo in viaggio alle 16, per l’ultima tappa di questo tour, le cascate Seljalandsfoss.
La famosa cascata di Seljalandsfoss, l’abbiamo potuta vedere già in lontananza questa mattina, mentre ci avvicinavamo lungo la Route 1 o Ring Route, quando la guida ci disse che sarebbe stata la nostra ultima tappa di questa sera, ed infatti eccoci qui. La Seljalandsfoss, è una cascata davvero incredibile per due motivi. Il primo è che oltre a vederla da davanti, grazie a un passaggio su un lato, può essere vista e vissuta da “dentro”, o meglio, è possibile accedere a un sentiero che passa nella grotta che si trova dietro il punto dove l’acqua si infrange, dopo ben 60 metri di salto.
Il secondo invece, è che si trova sul fianco del vulcano Eyfjallajokull, diventato famoso in tutto il Mondo nel 2010, per la sua colossale eruzione che è iniziata il 20 Marzo ed è cessata solo 7 mesi dopo, a Ottobre. Ne parlarono per giorni tutti i telegiornali, soprattutto perché le ceneri prodotte dalla sua incredibile potenza, bloccarono completamente il traffico aereo europeo per oltre un mese e causarono chiusure a intermittenza dei cieli dei paesi del nord Europa fino a metà Maggio.
Dopo un’incredibile giornata di esplorazione e avventura, approfitto del WiFi gratuito a bordo del bus che ci riporta a Reykjavik per condividere un po di foto delle meraviglie viste oggi, sui social personali e del sito e per mandare qualche messaggio a Maddalena che come me, è in giro da sola per l’Islanda e ad Andrea per sapere invece come va il suo tour di oggi e a che punto sono arrivati. Io alle 18:40, questa sera, sono in centro città, diretto in ostello per riposarmi e farmi una doccia, ma loro hanno ancora una sosta da fare, più un paio d’ore per rientrare.
Ci mettiamo d’accordo che appena saranno nei pressi del centro, mi avviseranno in modo da poterci trovare davanti ai chioschi dei panini nella piazzetta, così che possano mangiare qualcosa di veloce, bere una birra in un locale li vicino e infine andare nel loro ostello a lavarsi e dormire. Di sicuro, questo non avverrà prima delle 21 o anche 21:30 quindi, avendo un po fame dopo un paio di sandwich home made che ho mangiato sulla spiaggia nera quest’oggi, esco lavato e cambiato per andare a mangiare qualcosa.
Poco oltre la metà della Laugavegur, svoltando a destra in Vitastigur, trovo un locale che si chiama Reykjavík Chips, che mi cattura per via del bel murales che raffigura un cartoccio di patatine stilizzate, che formano la facciata della chiesa Hallgrímskirkja che si trova a due passi, e con il nome del locale. Entro, ordino un Icelandic burger con patatine medie, una birra e mi accomodo a un tavolino dove mi godo tranquillo la cena.
Finito di mangiare, ne approfitto per svolgere un po del lavoro per il blog che di solito svolgo in camera prima di andare a dormire, in modo da portarmi avanti nell’attesa che Andrea col suo amico, rientrino dall’escursione di oggi. Dopo oltre un’ora all’interno del Reykjavík Chips, esco e con calma raggiungo un pub vicino alla piazzetta dell’appuntamento, guardando un po tutti i negozi che passo e pensando a cosa comprare prima di andare a casa.
Quando sono le 21:40, ecco che arrivano i due escursionisti visibilmente stanchi e ansiosi di mangiare e bere qualcosa prima di andare in ostello a dormire. Rimaniamo insieme un’oretta e poi ci avviamo verso i nostri rispettivi alloggi, dandoci appuntamento a domani, dopo la mia terza escursione consecutiva, stavolta al Golden Circle.
Arrivato in camera, stasera non ho praticamente nulla da fare se non svestirmi, sdraiarmi, spegnere la luce e dormire, non prima però di avervi come di consueto ringraziato per il tempo che dedicate alla lettura del mio blog e avervi dato appuntamento al prossimo diario di giornata, relativo a quello che sarà il mio 7° giorno a Reykjavik, lungo le tappe del Cerchio d’Oro.
Buona Notte