Eccoci qui, svegliati e pimpanti, nell’ultimo giorno di questa avventura, nella bella Praga invernale. Abbiamo quattro ore di tempo, prima di dover tornare in aeroporto, e intendiamo usarle per fare una passeggiata sul lungo fiume in direzione nord. Dal Ponte Carlo, andiamo nella Piazza dell’Orologio, imbocchiamo Parizscka Street costeggiando il quartiere ebraico, fino ad arrivare al Ponte Cechuv.
Proprio 100 metri prima del ponte, sul lato destro della via, incontriamo la curiosa statua di un gorilla nero sdraiato, con tanto di testicoli d’oro, dal nome “King Kong Balls” dell’artista francese Denis Defrancesco e subito dopo, l’InterContinental Praga, con al suo interno, un concessionario di auto Rolls Royce che ammiriamo dalla vetrina.
Non fa troppo freddo, il pallido sole fa brillare l’acqua del fiume e illumina la collina di Letnà, sopra il Ponte Cechuv, dove si trova il Metronomo. Questo metronomo, pesante sette tonnellate, è più che altro, un’installazione simbolica del 1991 che doveva rappresentare una nuova era, perché proprio qui, era installata un’enorme statua di Stalin, che fu distrutta facendola esplodere con la dinamite. Ora, l’intera zona è diventato un parco dove si trovano soprattutto skater.
Proprio il Ponte Cechuv invece, sul quale si passa per andare oltre il fiume, risale agli inizi del XX secolo ed è costruito in stile liberty. Su entrambi i lati, sono posizionate 4 colonne alte 17 metri sovrastate da altrettante statue in stile Art Nouveau. Se invece di salire sul ponte, si prende la strada a destra, restando dal lato della città, e costeggiando il fiume, si va verso il grande palazzo che ospita il Ministero dell’Industria prima, e l’isolotto di nome Svanice in mezzo alla Moldava poi.
Il tempo è tiranno e passa in fretta, così, una volta giunti al ponte successivo, decidiamo di ritornare verso il centro città , per avvicinarci all’ufficio che gestisce gli appartamenti tra cui il nostro, dove, dopo il check out, abbiamo lasciato i bagagli.
Ripassando per la Porta delle Polveri, fino ad arrivare nella Piazza della Città Vecchia dove, all’interno di una struttura in legno, due ragazzi che gestiscono un’attività gastronomica di street food, hanno messo a cuocere e affumicare, tre grossi pezzi di prosciutto, che quindi girano e sfrigolano sul girarrosto.
La tentazione di mangiarne un po è davvero tanta, così ne prendiamo un paio di piattini e come se non mangiassimo da 2 giorni, in poco tempo abbiamo ripulito tutto. Buono, saporito, caldo, con un’affumicatura non troppo intensa o fastidiosa e rosolato alla perfezione, si è lasciato mangiare senza opporre resistenza.
Durante i miei molti viaggi ho imparato una cosa che puntualmente si verifica ogni volta che mi lascio indurre in tentazione cioè, se hai un languorino, non assaggiare mai qualcosa in giro, soprattutto Street food, perché dopo, puoi starne certo, avrai fame. Ma non quella fame che ti lascia il tempo con comodo di cercare dove andare, Nooo…quella fame che mangeresti anche il piattino di cartone dentro cui ti avevano messo il prosciutto precedentemente, se non fosse che l’hai già buttato via.
Quella fame che… mancano 35-40 minuti prima di dover partire per l’aeroporto, ma se ci sbrighiamo, riusciamo a mangiare qualcosa in quel ristorantino proprio a 100 metri da noi.
Entriamo e dal menù ordiniamo una coscia di pollo col purè per il Carlo, un caffè schiumato per Paola, e una Zuppa calda di Gulasch per me, che sarebbe il sughetto con cui è servito il gulasch ma senza la carne con però del pane rustico. Carlo ci abbina dell’acqua mentre io prendo un boccale di birra che loro chiamano “Half & Half” che grazie a un tipo di lavorazione particolare della birra bionda e della birra scura, permette di unirne metà di un tipo e metà dell’altro, senza che queste si mescolino.
Sono le 13 quando sotto agli uffici della società che gestisce gli appartamenti, si presenta Michael, l’autista che ho chiamato per accompagnarci in aeroporto. Carichiamo i bagagli e partiamo velocemente perché, approfittando del fatto che ci deve per forza passare davanti lungo il tragitto, chiediamo al mostro driver se può fermarsi 5 minuti davanti allo stadio Generali Arena e allo shop ufficiale dello Sparta Praga (da non confondere con l’Eden Arena, che è invece dello Slavia e si trova a Sud Est della città.
Ora la nostra breve vacanza si può dire davvero conclusa, perché in poco meno di 10 minuti, dallo stadio, siamo all’aeroporto di Praga, dove aspettiamo il nostro volo per Milano, dove atterriamo qualche minuto prima delle 17. Niente bagaglio da dover aspettare, il 10 minuti samo al parcheggio e alle 19 siamo a casa.
Breve, ma molto intenso di emozioni e sensazioni, questo viaggio lascerà un segno dentro di noi, che come sempre, siamo partiti con uno piccolo zaino con gli effetti personali e siamo tornati con una valigia enorme piena di ricordi. Se avete 2-3 giorni liberi e cercate una meta che sappia farsi amare, Praga può essere un’ottima idea con pochi eguali in Europa, quindi, tenetela sempre in considerazione.
Buon Viaggio Viaggiatori e alla prossima Avventura