Sono le 3:50 di Mercoledì mattina e dal cellulare, partono le dolci noti della canzone “How long will i love you” cantata da Ellie Gouldind, che fa da suoneria alla mia sveglia.

Mi alzo, mi faccio una doccia e alle 4:30 sono in macchina, diretto al parcheggio Green Parking, dove lascerò l’auto per questi tre giorni. Una volta a destinazione, parcheggio, consegno le chiavi al box della reception, salgo sulla navetta e in 5 minuti siamo alla porta 19 del terminal 1 di Milano Malpensa.

Entro con addosso la mia mascherina chirurgica, passo dal controllo temperatura e imbocco il corridoio per raggiungere il controllo bagagli, l’area dei duty free e quella degli imbarchi. Vista l’ora, in numero del Gate per il volo diretto a Catania di Ryanair,  non è ancora segnato sul tabellone e non posso neanche approfittare per guardare i negozi, i libri con i quotidiani e tutti i prodotti gastronomici presenti nei market, perché sono ancora tutti chiusi. Potrei fare colazione, ma bevo solo un caffè mentre alle 5:30 comunicano che il Gate sarà l’A9.    

L’imbarco avviene in modo regolare e scorrevole, così che alle 7:00 in punto, comodo al mio posto 16E, sono pronto a decollare. Il volo, dura all’incirca 1 ora e 40 minuti.  Appena fuori dall’aeroporto prendo l’Alibus che parte alle 9:25 diretto in centro e scendo alla prima fermata, Archi, da dove raggiungo Piazza Duomo a piedi.

Lungo il tragitto di 700 metri, passo davanti al capolinea del bus turistico ed entro nell’ufficio informazioni. Il primo bus, parte tra 10 minuti e oltre a toccare tutti i punti interessanti della città, porta anche ad Aci Castello ed Aci Trezza, che si trovano a circa 10 km da Catania. Il mio hotel, dista 100 metri dal bus, quindi faccio in tempo ad arrivare alla reception, lasciare lo zaino, prendere ciò che può servirmi e tornare alla fermata per partire.

Alle 10:20, arriviamo ad Aci Castello, dove ci fermiamo per 10 minuti nei pressi del Castello Normanno, prima di ripartire per Aci Trezza, dove scendo per girare nel borgo di pescatori dei Malavoglia, alle 10:40. Parto a visitare le attrazioni importanti di questa località, dal Museo Casa del Nespolo, che nasce con lo scopo di approfondire e divulgare la figura e l’opera di Giovanni Verga. Proseguo poi per la vicina Chiesa di Giovanni Battista e la casa dei Pescatori che però è chiusa. Da qui, è un’attimo arrivare al porticciolo, da dove si vede l’isola Lachea e i Faraglioni dei Ciclopi che si trovano entrambi proprio di fronte.

Dal porticciolo di Aci Trezza, vedo in lontananza Aci Castello, dove il bus si è fermato prima. Non ci sono più di 1000 o 1500 metri, quindi decido di farmi una passeggiata fino a la. Il lungomare è davvero bellissimo e i panorami sono emozionanti. Giunto alla fermata, salgo sul bus e facendo tutto il percorso fino al capolinea, ritorno in Piazza Duomo. Mi fermo a guardare il Duomo, la statua dell’Elefantino con l’obelisco, il Palazzo degli Elefanti, quello dei Chierici e la Fontana dell’Amenano, prima di entrare nell’adiacente Mercato dei Pescatori.

Qui, le bancarelle dei pescatori di Catania, fanno da protagoniste e animano una zona molto bella, piena di locali tipici che servono soprattutto pesce freschissimo. I pescatori ormai, stanno smontando i banchi e pulendo il loro spazio, ma i ristoranti sono in piena attività. A un certo punto, uno di questi, attira la mia attenzione, per lo stile un po più “locale” rispetto altri e perché sembra più in linea con il contesto. Leggo il nome e mi ricordo che questa mattina, proprio questo locale, mi è stato suggerito da una signora del centro informazioni turistiche, che mi ha anche detto che è il locale dove vanno molti Catanesi quando vogliono mangiare bene. Il suo nome è “Antica Trattoria La Paglia”.

Mi accomodo a un tavolino all’esterno, il cameriere mi porta il menù e per non sbagliare, chiedo un consiglio. Mi dice che hanno dei gamberetti crudi con olio e limone davvero ottimi e se non le ho mai assaggiate prima, le Sarde a Beccafico sono da provare. Mi fido di lui e faccio bene, perché i gamberetti sono buonissimi, mentre le sarde, hanno un delizioso ripieno, sono croccanti e molto saporite. Come seconda portata, sono indeciso tra una pasta alla Norma o un fritto misto. Essendo partito con il pesce, preferisco continuare con il fritto, rimandando la Norma a questa sera. Da bere, mi porta ½ litro di bianco della casa molto buono, mentre in fine una cassatina freschissima, chiude il primo pranzo catanese.

Finito tutto questo ben di Dio, ordino un caffè, mi faccio portare il conto, pago e dando appuntamento a questa sera, mi incammino verso il mio hotel. Ripasso in Piazza Duomo e mi siedo al tavolino di un bar chiuso ad ammirare i tesori che vi si trovano. La Chiesa di Sant’Agata, fu originariamente costruita sui resti di antiche terme verso la metà dell’XI secolo e nel corso dei secoli è stata distrutta da terremoti ed eruzioni vulcaniche, ma anche sempre ricostruita. Della prima chiesa, ora resta solo l’abside, perché tutto il resto è andato perduto. Il Palazzo degli Elefanti invece, è molto più recente, perché fu costruito alla fine del 1600, dopo il catastrofico terremoto del 1693. Oggi ospita gli uffici del Comune di Catania.

Il protagonista della piazza però, è l’Elefantino, “O Liotru”, con la sua fontana e l’obelisco. L’elefante, è interamente fatto di pietra lavica dell’Etna, mentre l’obelisco è certamente di origine Egizia. Faccio un paio di foto anche alla Fontana dell’Amenano che da inizio alla Pescheria, prima di salire in hotel intorno alle 15:30 per riposare un po. Sono abbastanza stanco e dormo volentieri fino a quasi le 20, quando l’arrivo di un messaggio mi scuote dal riposo. Ci ho capito ancora poco, su quello che sono gli orari che i locali commerciali devono rispettare con il nuovo decreto, quindi mi do una rinfrescata, mi vesto e scendo per andare a cena, prima che chiudano.

Ormai, se avete letto qualche altro articolo di questo blog, dovreste sapere che se mi trovo bene in un locale, mi affeziono al personale, al luogo, al cibo e torno sempre li. Quindi, la Trattoria la Paglia, è la mia destinazione anche questa sera. Ignazio, il cameriere che mi ha accolto e consigliato in maniera eccellente quest’oggi, mi sta aspettando, pronto a far preparare la Pasta alla Norma di cui avevamo accennato oggi e ci prende in pieno perché è buonissima.

Per secondo, essendo un amante del pesce crudo, mi consiglia un insieme che comprende i gamberetti che ho provato oggi, con del carpaccio di spada condito con olio e limone. Anche questa sera sono soddisfatto al 100%, ma per la cassatina di dolce c’è ancora un po di spazio. Il caffè e l’AmaraVigghia, amaro tipico locale che mi viene offerto dalla casa, chiudono le danze. 

Una volta pagato il conto, saluto e do appuntamento a domani, quando forse mi faranno trovare delle ostriche fresche dai pescatori catanesi che li riforniscono. Mentre cenavo, ho dato un’occhiata ai monumenti e alle cose interessanti che posso andare a vedere questa sera, quindi munito di cartina, parto alla scoperta della Catania by Night.

Incomincio il mio tour, quando sono circa le 22:30 da una Piazza Duomo magnificamente illuminata, prima di prendere Via Vittorio Emanuele II, fino alla via Sant’Anna, che porta fino al Castello Ursino. Non lo avevo visto quest’oggi e sono curioso di vederlo domani durante il giorno, ma è abbastanza illuminato, imponente e molto ben conservato. È stata una bella sorpresa, perché me lo aspettavo più simile a una grossa villa, mentre è davvero più simile a un fortino.

Lascio il castello, attraverso di nuovo la Pescheria, la Piazza Duomo e arrivo in via Sangiuliano che percorro fino a quando non vedo sulla destra il Teatro Massimo Bellini. Svoltato in via Rapisardi, arrivo in una piazza davvero molto bella, con una pavimentazione che crea disegni e cerchi, che si chiama Piazza Bellini. Mi siedo su una panchina,  scatto qualche foto, leggo qualche informazione sulla guida e ne approfitto per riposare.

Ripreso il mio cammino, raggiungo poi l’Anfiteatro Massimo, la Chiesa San Biagio in Sant’Agata alla Fornace, l’inizio di via dei Crociferi che però non percorro, preferendo rimandarla a domani. Percorro invece via Etnea, fino alla Basilica della Colleggiata e Piazza dell’Università e sono praticamente nei pressi dell’hotel, che raggiungo dopo aver preso due bottigliette d’acqua in un self 24h automatico di via Vittorio Emanuele II, perché tutto è ormai chiuso, soprattutto per via del nuovo Dpcm.

Sono finalmente a letto, sono le 3:40 di notte e sto finendo di scrivere il mio diario di oggi, in modo che possa essere online per voi tra poche ore. È stata una giornata molto intensa, ricca di luoghi, panorami, monumenti e ottimo cibo, oltre che ricchissimo dell’affettuosa accoglienza che ho avuto da chiunque io abbia incontrato.

Nel ringraziarvi per aver letto queste righe relative al mio primo giorno a Catania, vi ricordo che nell’archivio potete trovare anche tutti gli altri diari, compresi quelli dei viaggi precedenti.

Per il momento, da un balconcino affacciato su Piazza Duomo a Catania, alle spalle dell’elefantino, è davvero tutto e non mi resta che darvi appuntamento a domani.

Buona Notte