Eccoci anche oggi al suono della sveglia, che mi permette di alzarmi, vestirmi e prepararmi per raggiungere la fermata numero 3 dei bus nei pressi dell’Hard Rock Cafè, dove intorno alle 8:30 passerà a prendermi il bus per la prima delle 3 escursioni che ho prenotato nei giorni scorsi e che mi porterà a visitare la penisola di Snaefellsnes, a circa 2 ore e mezza di strada da Reykjavik, in direzione nord ovest. Poco dopo l’ora fissata per l’appuntamento, arriva un furgoncino da 14 posti, dove mi accomodo, prima che parta alla volta di altre fermate a raccogliere gli altri escursionisti. Quando finalmente ci siamo tutti, raggiungiamo il numero di 7, più il nostro autista, che è contestualmente la nostra guida. Una volta in viaggio fuori dalla città, si presenta e ci presenta le tappe di quello che vedremo oggi.
Questa tra l’altro, è l’unica delle 3 esperienze tra quelle che ho prenotato, che non ho potuto svolgere quest’inverno, perché non c’erano date compatibili col mio soggiorno in città. Alle 9:50, dopo un’oretta di viaggio, ci fermiamo per una sosta bagno e colazione, in un’area di sosta a Borgarbyggo dove oltre a un cappuccio caldo, acquisto anche un bellissimo scalda collo con i colori e la riproduzione della bandiera islandese, che non ho intenzione di usare in questo periodo, ma che mi tornerà certamente utile quest’inverno. Dopo una ventina di minuti, torniamo a bordo del furgone e ripartiamo, diretti alle scogliere di Gerðuberg, dove arriveremo tra circa un’ora.
Gerðuberg, si trova all’inizio della penisola che dobbiamo visitare, quindi, da qui, andremo in tutte le altre tappe di oggi, addentrandoci attraverso paesaggi lunari, panorami vulcanici, corsi d’acqua, cascate, scogliere e tanto altro. Passeremo anche vicino al magnifico ghiacciaio Snæfellsjökull, che si trova in cima allo stratovulcano attivo che porta lo stesso nome. Questo luogo, ha preso il centro della scena nel romanzo di Jules Verne, “Viaggio al centro della terra”. In più, questo ghiacciaio si può avvistare in lontananza grazie alla scintillante calotta, guardando dall’altra parte della baia di Reykjavik.
Alle 10:45, giungiamo a Gerðuberg e non possiamo non notare subito i muri di colonne di basalto, molto famose in Islanda e che raggiungono fino a 14 metri di altezza. Dopo aver fatto alcune foto da sotto, dove la nostra guida ha parcheggiato il furgoncino, ho iniziato assieme agli altri a salire lungo il sentiero che arrampica fino alla parte alta della scogliera, da dove si ammira un paesaggio fantastico. Ci sono in lontananza nella vallata, molte colate laviche sedimentate e molto visibili, mentre in alto, un paesaggio lunare che è stato colonizzato dai muschi che lo hanno reso un tappeto soffice. Camminando lasciando la scogliera alle spalle per un centinaio di metri, appare nella parte leggermente più bassa un bel laghetto contornato da monti e prati. Si respira la serenità, stando in questo luogo fatto di natura incontaminata, rigogliosa ma senza nessun albero. In Islanda infatti, nonostante tutto sia verde e i prati ricoprano l’intera totalità del territorio, è molto raro vedere alberi. Il tempo a nostra disposizione, è ormai finito e alle 11:10 siamo tutti pronti per ripartire.
La nostra prossima tappa, non dista molto dalla prima ed è ai campi di lava di Bersekjahraun, che si sono creati circa 4.000 anni fa, dove giungiamo alle 11:35. Questi campi di lava, che possiamo ammirare da lontano restando sulla parte alta della collina opposta, sono estremamente spessi e decorati con bellissime formazioni rocciose. Davanti a noi, la guida, ci indica i due crateri dei vulcani che hanno creato queste colate con le loro eruzioni. Guardandoli ad occhio nudo, si fa fatica a capire che sono due crateri, ma grazie alle immagini dell’App “Mappe” sul cellulare che ci mostra il punto esatto dove ci troviamo con vista satellitare, è facile individuarli. Inoltre, proseguendo lungo in piccolissimo sentiero di erba calpestata, segno che qualcun altro è passato oggi prima di noi, veniamo accompagnati in una vera e propria cascata nascosta. Grazie alla sua posizione e alla conformazione delle rocce, pur avendola a pochi passi da dove eravamo prima e pur essendo abbastanza grande, non si sentiva minimamente neanche il rumore dell’acqua che cadeva in basso e se non ce l’avesse detto l’autista non l’avremmo mai trovata. Visto tutto questo spettacolo incredibile, alle 12.05 ripartiamo.
Alla terza tappa di oggi, il monte Kirkjufell con le vicine cascate, giungiamo alle 12:35 e rimaniamo per circa mezz’ora. La montagna Kirkjufell è senza dubbio uno dei più importanti simboli rappresentativi dell’Islanda nel mondo, la più pittoresca e la più fotografata del paese. Circondata da ruscelli e piccole cascate, è stata scelta anche per essere uno dei luoghi delle riprese di Game of Thrones, con il nome di “Arrowhead Mountain” ed è particolare lo stupore di alcuni componenti del nostro gruppo, che restano letteralmente meravigliati nel vederla, proprio perché la ricordano bianca, completamente piena di neve e ghiaccio, nella settima stagione del colossal. Tempo di ammirare anche le belle cascate, scendere con una scala in legno fino alla parte bassa dove il torrente continua la sua strada e risalire, che è tempo di ripartire, anche perché la fame inizia a farsi sentire e abbiamo la sosta ristorante poco lontano.
Da Kirkjufell, ci dirigiamo ora verso l’affascinante villaggio di pescatori Ólafsvík dove giungiamo in 10 minuti e dove entriamo per pranzare nel ristorante Hraun Veitingahús. L’interno, molto accogliente e caloroso, è tutto in legno, ben arredato, pulito, ordinato e personalmente mi ricorda le taverne di alta montagna. Anche le due cameriere che ci fanno accomodare al grosso tavolo rotondo che l’agenzia ha prenotato, sono molto gentili, ci portano 4 brocche di acqua freddissima sgorgata direttamente dal sottosuolo, assieme ai menu. Compreso nel prezzo dell’escursione, abbiamo anche il pranzo e possiamo scegliere un piatto principale dal menu del pranzo.
Una delle cameriere, vestite con abiti probabilmente tradizionali islandesi abituali, trattandosi di un piccolo villaggio, ci comunica che è disponibile il piatto del giorno, l’Artic Char, ovvero il Salmerino artico, pescato proprio questa notte dai pescatori di Ólafsvík. Vado quindi deciso sul piatto “fuori menu”, che per esperienza non delude mai e infatti non sbaglio. Ci aggiungo una porzione di patatine e sono soddisfatto al 100%. Una pugnalata al cuore sono stati i due che hanno avuto il coraggio, in quel posto magnifico, di ordinare un hamburger americano e i tre che invece hanno preferito un’inglesissimo fish and chips. Finito di pranzare e in completa calma, alle 14:15 ci rimettiamo in strada per raggiungere Saxhóll, la nostra quinta tappa.
Cosa sarebbe l’Islanda senza i suoi vulcani? Probabilmente non esisterebbe nemmeno, quindi, in questo tour, oltre a vederne alcuni, abbiamo anche il privilegio di camminare sul bordo dei crateri ormai spenti. Questo è Saxhóll, la nostra quinta fermata, dove giungiamo alle 14:35. Saxhóll, è un cratere vulcanico alto 100 metri che è scoppiato circa 3.000 anni fa e dove è stata installata una bella scalinata a impatto zero in terra e legno, che sale attorno al cratere rendendo la salita davvero semplice.
Una volta giunti in cima in meno di 5 minuti, siamo liberi di camminare lungo il suo bordo e guardare in un ex vulcano ormai spento con le infinite vedute delle aree circostanti che sono davvero sbalorditive. La discesa poi, è altrettanto facile ed è qui, che trovo tra le moltissime rocce presenti, due bei pezzetti di lava che ho intenzione di portare a casa, a ricordo di questa meraviglia. C’è da dire che qui, c’è talmente tanta lava e sassi, che se ogni turista ne prendesse un pezzetto, comunque non si vedrebbe neanche. Finisco di fare le foto anche a questo luogo e alle 15 si riparte.
Potrebbe sembrare, che il tempo che abbiamo a disposizione per visitare ogni tappa, sia molto ristretto, ma non è affatto così, almeno per quello che mi riguarda, perché essendo tutti luoghi circoscritti in poco spazio e posti in luoghi isolati in mezzo alle distese islandesi, il tempo è calcolato e studiato appositamente per rendere l’esperienza intensa e concentrata. In questa sesta tappa di oggi, arriviamo alla spiaggia di sabbia nera di Djúpalónssandur. Dal parcheggio, partono due sentieri differenti e la nostra guida, ci consiglia di prendere quello più lontano e a destra, per seguire una specie di percorso e ritornare da quello di sinistra.
Seguo il suo consiglio e scendo fino ad arrivare alla spiaggia dove tra l’altro si trovano i resti di un’imbarcazione naufragata nel 1948. Prima però, è davvero interessante conoscere la storia che si nasconde dietro le quattro grandi pietre all’ingresso della spiaggia, con dimensioni diverse. Furono usate per misurare la forza dei marinai nei giorni delle stazioni di pesca e il loro stipendio veniva determinato di conseguenza. Qui infatti, un tempo, erano ormeggiati fino a 60 pescherecci mentre oggi è disabitata.
Sulla parte sinistra della spiaggia poi, prima di risalire, sono molto belle le conformazioni di rocce che si trovano poco dentro l’oceano e che creano quella che sembra una piscina naturale. Una volta completato tutto il giro consigliatomi dal nostro autista, risalgo verso il parcheggio dove giungo circa 5 minuti prima dell’orario fissato per la ripartenza, le 15:55.
Proprio come tutte le altre, anche la penultima tappa della penisola di Snaefellsnes, non è distante e in 20 minuti di minibus la raggiungiamo. Si tratta di Arnarstapi, una località dove si possono ammirare drammatiche scogliere a strapiombo sul mare. Le gigantesche onde che l’oceano scaglia contro questa costa durante i periodi di burrasca, sono molto potenti ed erodono costantemente le scogliere, lasciando dietro di se, formazioni rocciose impressionanti. Appena scesi dal bus, incontriamo davanti a noi, la grande statua in pietra di Bárður Snæfellsás, considerato “il guardiano della Penisola” dietro cui si nasconde un’importante leggenda islandese.
Continuo oltre il gigante di pietre, il percorso verso le scogliere fino a incontrare il primo punto di osservazione, posto sulla parte sinistra rispetto al parcheggio, da dove si può ammirare una stupenda conformazione rocciosa che ricorda quasi un elefante, con le 4 grosse zampe e con la proboscide, intento a bere. Sulla parte sinistra invece, arrivato al secondo punto di osservazione, non c’è nessuna roccia in acqua, ma solo alte pareti di pietra verticale con un paio di grotte, dove gli uccelli marini hanno posto tantissimi nidi. Queste scogliere infatti, sono il luogo ideale per gli uccelli dove costruire il nido, in modo che resti protetto e al sicuro.
Tutto bellissimo e molto emozionante, ma l’ultima tappa del tour odierno ci aspetta, così risaliamo a bordo del nostro fedele bus e alle 17:30 puntuali come orologi svizzeri siamo nel parcheggio di Ytri-Tunga, davanti a una fattoria che dista pochi metri dal mare e un centinaio da quella che è conosciuta come la Colonia di foche a Ytri-Tunga. Proprio qui infatti, accanto a questa fattoria, si trova una bellissima spiaggia con un’area molto particolare, formata da scogli emersi che occupano una superficie di circa 300-400 metri quadrati e che si addentrano nel mare. Poco oltre, si trovano poi delle piccole isolette di rocce e qualche cespuglio, che creano una zona riparata e sicura, dove hanno trovato casa delle colonie di foche.
Al nostro arrivo, ne vediamo una che si è comodamente sistemata su uno scoglio, ma che si immerge nuovamente prima che riusciamo a fotografarla. Il resto del tempo poi, lo passiamo ad osservarle distanti una cinquantina di metri da noi, mentre si immergono ed escono con la testa per guardarci e ritornare a giocare o più semplicemente a cacciare del cibo. Questo è l’unico punto dove avrei voluto restare di più, o forse dove avrei voluto semplicemente restare, anche qualche giorno ma sono le 18:00 e ci separano ancora oltre 2 ore e mezza di strada, prima di essere di nuovo a Reykjavik.
Snaefellsnes è un’area di eccezionale bellezza geologica: crateri, campi di lava, insenature nascoste e bizzarre formazioni rocciose sono sempre li, in attesa di essere esplorate e scoperte. Anche le tante leggende locali e le storie popolari abbondano in Islanda e sono un elemento essenziale di questo tour, perché a ogni luogo è abbinato qualche aneddoto e qualche storia, che avvolge tutto con un velo di mistero e cattura il visitatore. Lungo la strada di ritorno, abbiamo il tempo di un’ultima sosta alla stessa stazione di servizio della mattina, prima di terminare il tour alle 20:40 in centro città, dove ogni uno può tornare al proprio hotel o ostello, con negli occhi le infinite bellezza viste oggi in questa parte di Islanda.
Giungo nella mia stanza, quando sull’orologio del mio cellulare, mancano un paio di minuti alle 21 ma, seppur stanco, devo mangiare qualcosa, anche perché Andrea con l’altro ragazzo di cui proprio non riesco a ricordare il nome, mi stanno aspettando in un locale poco distante, per cenare assieme, prima di andare a bere qualcosa. Mi cambio velocemente non riuscendo neanche a farmi una doccia ed in una decina di minuti li raggiungo. Ordiniamo una fantastica zuppa islandese servita all’interno di una pagnotta di pane, che assorbendone la parte liquida, si può mangiare interamente senza troppi problemi. Così infatti facciamo, finendo poi anche le briciole, prima di andare in un vicino locale serale a bere una birra.
Questa sera sono stanco, perché l’escursione è stata lunga e molto intensa, ma anche bellissima e indimenticabile. In più, domani mattina, mi aspetta la seconda, alla stessa ora e alla stessa fermata, questa volta per andare nel sud dell’Islanda. Finisco con loro la seconda birra, lasciamo il locale e ci dirigiamo ai nostri alloggi per andare a dormire. Ammetto che sono molto contento delle persone che ho conosciuto in questo viaggio, da Antonio a Maddalena, (che oggi è partita per altre città del paese e tornerà forse quando io sarò già in Italia), da Andrea al suo amico, si sono dimostrati tutti simpatici e molto disponibili. Arrivato in camera posso finalmente fare una doccia, scrivere alcune cose per il blog, spegnere la luce e dormire . Ringraziandovi sempre per l’interesse che dimostrate per i miei diari, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo diario sul 6° giorno a Reykjavik, nell’escursione del sud.
Buona Notte.